Il Canone | Intervista a Luca Vitone – CSAC, Parma

"L’idea nasce dall’invito di andare allo CSAC per una settimana, immergersi nell’archivio, dover pensare a un progetto espositivo basandosi sugli oggetti custoditi nell’Abbazia e osservando quotidianamente (in quei giorni) un furgone abbandonato in un angolo di un piazzale pressoché deserto."
10 Settembre 2020
Luca Vitone, Maquette dell’installazione propos ta per lo CSAC di Parma, dettaglio, 2017, CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, ph. Giovanni Oberti
Luca Vitone, Il Canone, 2020, installation view, CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazi one dell’Universita di Parma

Prosegue il programma di residenze Through Time: integrità e trasformazione dell’opera inaugurato nel febbraio di quest’anno presso lo CSAC – Centro Studi e Archivio di Parma. Dopo On Identikit di Massimo Bartolini, è la volta de Il Canone di Luca Vitone, secondo appuntamento che si estende dal 6 settembre al 18 ottobre 2020.
L’artista era già stato protagonista di una residenza nel 2017, e la mostra inaugurata in questi giorni costituisce – come afferma lui stesso – “un’estensione della prima”. Lo abbiamo intercettato per farci raccontare quest’ultima esperienza.

Antongiulio Vergine: Come è nata l’idea che ha portato a Il Canone?

Luca Vitone: L’idea nasce dall’invito di andare allo CSAC per una settimana, immergersi nell’archivio, dover pensare a un progetto espositivo basandosi sugli oggetti custoditi nell’Abbazia e osservando quotidianamente (in quei giorni) un furgone abbandonato in un angolo di un piazzale pressoché deserto.

A. V.: Il titolo della mostra mi ha incuriosito molto. “Canone” deriva da kanòn, che in antichità indicava il regolo usato dagli artigiani durante le misurazioni: dunque un termine che ha a che fare col lavoro, il cui uso poi si è allargato all’ambito religioso, artistico, economico. Perché, quindi, la scelta di questo titolo?

L. V.: Come scrivi giustamente il termine deriva dallo strumento di misurazione che a sua volta deriva dalla canna, il bastone dritto. Traslitterato si può identificare con una retta via, una strada da percorrere seguendo dei riferimenti. Ogni disciplina ha i suoi. Più prosaicamente direi i riferimenti di una biografia. Ognuno ha i propri.
Tra le decine di autori presenti nell’archivio dello CSAC ho scelto i miei, raccontati nell’intervista che mi ha fatto Marco Scotti, dandomi due regole: la prima riguarda la decisione di scegliere delle opere e degli oggetti che coinvolgessero tutte le discipline presenti nell’archivio, la seconda il numero di autori e quindi di opere da mostrare. Per il secondo punto ho deciso di usare il furgone di cui parlavo prima, che è l’automezzo servito a Quintavalle per raccogliere in giro per l’Italia le opere e gli oggetti oggi custoditi nello CSAC.
Il furgone mi ha portato a pensare a un’opera e al suo autore per me canonici: Das Rudel di Joseph Beuys. Sostituendo gli autori scelti alle slitte di Beuys sono arrivato a decidere i 24 autori da presentare in questo Canone, tutte figure importanti per la mia formazione, autori che nel tempo ho guardato per formare il mio linguaggio e creare il mio discorso.
Autori che mi hanno accompagnato in vario modo dall’infanzia all’età adulta. Sono tutti autori italiani perché nell’archivio ci sono prettamente autori italiani e poi essendo anch’io italiano i miei riferimenti maggiori provengono dall’immaginario italiano, ma la scelta di Beuys non è casuale visto che per me la Germania è stata un luogo di influenze importanti ed è tuttora il Paese in cui risiedo.

A. V.: La mostra parte quindi dal furgone utilizzato dallo CSAC per il trasporto delle opere, che tu stesso hai ricollegato a quello impiegato da Joseph Beuys nell’opera Das Rudel del 1969. Quel è il tuo rapporto con l’artista tedesco? C’è qualcosa in particolare che ti lega alla sua esperienza?

L. V.: Come dicevo prima, Beuys è un autore canonico, un artista fondamentale dell’arte europea del secondo Novecento. La sua idea di scultura sociale si sviluppa con dei progetti che per i temi che tocca e i linguaggi che esprime si rivelano fondativi per tante ricerche avvenute nei suoi anni e successivamente.
Per me è stato un artista importante che ho guardato molto e alcune sue opere mi hanno coinvolto profondamente.

Il Canone – Luca Vitone
Dal 6 settembre 2020 al 18 ottobre 2020
Through Time: integrità e trasformazione dell’opera, CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università, Abbazia di Valserena, Via Viazza di Paradigna 1, Parma
csacparma.it

Luca Vitone, Il Canone, 2020, installation view, CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazi one dell’Universita di Parma
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