I Have To Think About it | David Lamelas, Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano

Per l’esposizione altoatesina, Lamelas instaura un dialogo con i più noti esponenti dell’Arte Concettuale e dell’Arte Povera che costituiscono il nucleo centrale della collezione privata della Fondazione Delle Nogare.
6 Giugno 2023
David Lamelas. I Have to Think About It – Photo Hannes Ochsenreiter
David Lamelas. I Have to Think About It – Photo Hannes Ochsenreiter

“Che cosa è un artista straniero?”, scriveva Marcel Broodthaers all’amico David Lamelas in una lettera datata 3 ottobre 1969. Una vita densa di spostamenti quella di Lamelas che si divide tra città come Buenos Aires, Bruxelles, Los Angeles e Londra nella quale si trasferisce alla fine degli anni Sessanta. La sua pratica nomade che comprende sculture, video, fotografie, disegni e installazioni è tanto pioneristica quanto poliedrica ed elude qualsiasi tipo di categorizzazione. 

A Bolzano la Fondazione Antonio Dalle Nogare ospita la prima grande retrospettiva dedicata all’artista argentino in un’istituzione italiana. Aperta fino al 24 febbraio 2024 “I Have to Think About It” mette in discussione il formato stesso di mostra tradizionale, invitando il visitatore a confrontarsi e accogliere le diverse possibilità interpretative dell’esposizione. Fondamentali nella ricerca dell’artista sono proprio i concetti di spazio e di tempo, considerati come accadimenti relativi e per questo esperibili in molteplici variazioni. Lamelas non è interessato allo spazio fisico in sé, ma a come ci muoviamo e funzioniamo in questo spazio: il pubblico infatti è chiamato a partecipare ed essere co-autore dell’opera stessa. 

La mostra curata da Andrea Viliani ed Eva Brioschi si articola nei diversi ambienti dell’edificio e inizia nel cortile esterno. Nel buio della black box, la sala cinematografica della Fondazione, vengono installati due proiettori di diapositive vuoti che emettono fasci di luce, il primo sul muro mentre l’altro si dispende nell’ambiente, (Efecto Pantalla, 1968). All’ingresso invece sono presentati i lavori, Gente di Milano (1970) e Time as Activity, Milan (2013-2014). Lamelas indaga lo stesso soggetto a distanza di anni, riprendendo con una telecamera fissa, simile a quelle di sorveglianza, il passaggio dei pedoni davanti alla galleria dove viene invitato da Françoise Lambert ad esporre negli anni Settanta. Oltre ai video sono esposte undici istantanee in bianco e nero scattate dallo stesso punto d’osservazione che immortalano le azioni dei passanti. Fin dai suoi esordi l’artista esplora i nuovi mass media, realizzando produzioni filmiche innovative che concepisce come un mezzo per esplorare la nozione di tempo. Il suo approccio decostruttivo infrange le logiche narrative tradizionali, liberandosi da ogni sovrastruttura. Altre versioni di Time as Activity sono ambientate in diverse città del mondo, una sorta di diario di viaggio che testimonia i contesti in cui ha lavorato e vissuto. I film sono sempre accompagnati da immagini fotografiche che catturano dei momenti specifici, come ad esempio l’interno di una chiesa durante una messa o l’inquadratura del mare visto da una terrazza (Time as Activity, Naples). 

David Lamelas. I Have to Think About It – Photo Hannes Ochsenreiter
Ugo Mulas, David Lamelas. Office of Information about the Vietnam War on Three Levels: Visual Image, Text and Audio, XXXIV Esposizione Biennale Internazionale d’Arte, Venezia, 1968; Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano – Galleria Lia Rumma, Milano | Napoli

Lamelas è vicino alle questioni politiche del suo tempo, infatti, viene invitato a rappresentare l’Argentina alla Biennale di Venezia del 1968 con un’installazione performativa che pone l’attenzione sulla diffusione di informazioni e notizie durante la guerra in Vietnam, Office of Information about the Vietnam War: The Visual Image, Text and Audio. Si tratta di una fedele ricostruzione, anche se parziale, dell’opera che è stata acquisita dal Museum of Modern Art di New York nel 2015. Il reenactment si basa su alcuni materiali documentaristici, tra cui anche delle fotografie di Ugo Mulas che sono esposte nella mostra. 

Per l’esposizione altoatesina, Lamelas instaura un dialogo con i più noti esponenti dell’Arte Concettuale e dell’Arte Povera che costituiscono il nucleo centrale della collezione privata della Fondazione. Così il Corpo D’aria N°01 (1959-1960) di Piero Manzoni sembra evocare la scultura Corner Piece (1965-2023). L’emblematica opera di matrice concettuale qui viene riproposta in una nuova versione, in vetro opaco bianco. Allestita nell’angolo della stanza, Corner Piece rimodella l’architettura della sala annullando la sua funzione strutturale. Un confronto più diretto lo ritroviamo con l’artista italo-argentino Lucio Fontana, di cui sono esposti dei lavori su carta originali e le diverse reinterpretazioni da parte di Lamelas. Cambieranno invece nel corso dei mesi le opere della sala dove è esposta l’installazione Segnalamento (2014), permettendo l’alternarsi dei principali protagonisti della corrente dell’Arte Povera, tra cui Alighiero Boetti, Giulio Paolini e Giovanni Anselmo. Mentre all’ultimo piano sono presentati per la prima volta al pubblico dei dipinti inediti dalle serie L.A. e Surf-Face (1987), realizzati durante il suo soggiorno a Los Angeles nella seconda metà degli anni Ottanta. Sempre nella sala Vault sono esposti altri due lavori che si relazionano con lo spazio architettonico della stanza, Conexión entre un semicírculo y un punto (1968) e Situación de un círculo (2018-2023). Quest’ultima opera esplora le potenzialità della rappresentazione, infatti la stessa forma geometrica viene riprodotta nella sua forma bidimensionale, un cerchio disegnato con un pastello sul muro, e tridimensionale con una scultura in ferro. Anche qui, come in tutto il resto della sua produzione “si materializza così la volontà dell’artista di situarsi nello spazio e nel tempo, evidenziandone tutte le potenzialità interpretative e condividendone l’esperienza e il racconto”, sottolineano i curatori.  

David Lamelas. I Have to Think About It – Photo Hannes Ochsenreiter
David Lamelas Gente di Milano, 1970 11 black and white photographs, 11 typewritten stickers; 16mm film, colour, silent photographs: 44 x 44 cm (each) / film: 2 minutes 26 seconds (looped) edition of 3 and 1 A.P. (detail) Courtesy David Lamelas and Jan Mot, Brussels
David Lamelas Antwerp-Brussels (People and Time), 1969 10 black and white photographs, mounted on aluminium 29,5 x 23,5 cm (each), 31,5 x 26 x 2 cm (signed and numbered portfolio) edition of 10 (of 7 produced editions) (detail) Courtesy of David Lamelas and Jan Mot, Brussels
David Lamelas Rock Star (Character Appropriation), 1996 offset on paper 120 x 86 cm edition of 100 Courtesy of David Lamelas and Jan Mot, Brussels
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