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Hidden Histories 2022 | In conversazione con Dora Garcia. I libri sono corpi (possono essere smembrati)

Si è svolta a Roma dal 07 al 28 settembre 2022, tra gli spazi della Biblioteca Casanatense e quelli della Real Academia di España, il progetto espositivo I libri sono corpi (possono essere smembrati) di Dora Garcia che si configura all’interno del programma di arti performative Hidden Histories 2022. Trovare le parole/ Finding the words […]

Dora García, I libri sono corpi (possono essere smembrati), Performance, per Hidden Histories 2022, foto di Davide Palmieri, courtesy LOCALES
Dora García, I libri sono corpi (possono essere smembrati), Performance, per Hidden Histories 2022, foto di Davide Palmieri, courtesy LOCALES

Si è svolta a Roma dal 07 al 28 settembre 2022, tra gli spazi della Biblioteca Casanatense e quelli della Real Academia di España, il progetto espositivo I libri sono corpi (possono essere smembrati) di Dora Garcia che si configura all’interno del programma di arti performative Hidden Histories 2022. Trovare le parole/ Finding the words curato da Sara Alberani e Marta Federici, con Valerio del Baglivo. 

L’artista spagnola intessendo una fitta e complessa narrazione di corpi, voci e libri articolata in tre tappe – un’installazione, due momenti performativi e un reading group –  ha indagato concettualmente le molteplici implicazioni che il fenomeno della censura conchiude. 

Dora Garcia è partita dallo studio dell’archivio della Biblioteca Casanatense dove ha potuto meticolosamente analizzare le vicende storico-culturali di una selezione di trattati sottoposti a censura che ha poi ivi esposto in installazione e coadiuvato di apparati didascalici al fine di ricostruirne le storie silenziate ed evidenziarne il potenziale sovversivo. 
Alcuni lacerti estrapolati dai testi in esposizione sono quindi stati letti e discussi al/con il pubblico negli appuntamenti che hanno configurato la mostra; tra questi figura l’Apocalypsis Nova, scritta nel luogo del martirio dell’apostolo Pietro tra il 1472 e il 1475 dal frate francescano Beato Amadeo da Sylva sotto dettatura dell’Arcangelo Gabriele; così vuole la leggenda. 
Nel confronto tra le tre copie esposte, il trattato, pubblicato solo nel 1502 dopo aver subito probabili rimaneggiamenti, nonostante avesse giocato un ruolo fondamentale nelle vicende politiche del Concilio di Pisa del 1511 (sia per sostenere sia le ambizioni papali di Bernardino di Carvajal sia  legittimare messianicamente la politica coloniale spagnola) non era sfuggito all’emendazione. L’Apocalypsis Nova infatti, tomo in bilico tra misticismo e politica, venne censurata per la visione profetica e testimoniale di una terrificante mutazione di tempi. 
Durante uno dei reading programmati dall’artista, le atmosfere cupe e finismundi dell’antico volume si fanno  drammaticamente vicine alla grave criticità storico-politica della nostra contemporaneità ed innescano una riflessione con la comunità dei lettori convenuti. L’evidenziazione del carattere reazionario del tema apocalittico – “l’acclimatarsi all’idea che tutto resterà com’è senza dar spazio al nuovo” – nelle parole e nella poetica di Dora Garcia, implica la necessità collettiva  di  avviare un cambio di paradigma storico ela possibilità, rivoluzionaria, di sovvertire lo status quo”. 
I libri di cui l’artista si è qui peraltro maggiormente occupata sono oggetti portatori di idee non-conformi ai poteri dominanti, come il “pericolosissimo” Dialoghi sulla Trinità (1532) del teologo spagnolo Miguel Servet che costò la vita, sul rogo, al suo autore. 
In questo denso percorso, Dora Garcia ha inoltre sottolineato come anche il versante materiale della censura rappresentasse un vero e proprio atto fisico di violazione; lo testimoniano bene, ad esempio, i profondi graffi sulle pagine de i Commenti a Giobbe del 1591 di Fra Diego de Zúñiga dove l’aggressività potente di barrature, strappi e cancellazioni del commentario – deprecato per eliocentrismo e difesa delle rivoluzionarie teorie copernicane allora invise alla Chiesa – si fa tangibile, visiva.

Dora Garcia, Ulysses, 1999, edizione illimitata. Edizione Penguin Modern Classics dell’originale Ulysses di James Joyce amputata
Dora Garcia, I libri sono corpi ( possono essere smembrati), per Hidden Histories 2022, Foto di Davide Palmieri, courtesy LOCALES
Dora Garcia, I libri sono corpi ( possono essere smembrati), per Hidden Histories 2022, Foto di Davide Palmieri, courtesy LOCALES

Qui infatti, la cifra della revisione diviene effrazione materiale di un corpo, quello del testo, che l’autrice traspone concettualmente a quello delle persone, quando non ad un campo molto più esteso.
Mentre la intervisto sulla genesi del progetto, le sue parole sono chiare, lucide, efficaci: “L’idea della mostra ha avuto origine da una riflessione sui segni grafici che troviamo nei libri marcati, barrati e segnati da censura. La censura è un atto di violenza e la violenza contro un testo presagisce e prepara il terreno a quella perpetrata contro un corpo. Se pensiamo al rogo dei libri possiamo facilmente comprendere come ciò rappresenti un antecedente al fatto che si possano bruciare uomini… infatti quando si arriva ad incendiare i libri, manca poco tempo prima che si dia fuoco anche alle persone…”.  
I libri d’altronde, recita il titolo della mostra, sono corpi. 
Sotto un’altra angolazione, proprio i graffi e le marcature censorie rappresentano invece un’espansione della significazione testuale piuttosto che il suo silenziamento, come lei stessa afferma mentre dialoghiamo: “macchiare, barrare, mutilare, graffiare, silenziare o strappare pagine crea di fatto altro significato che non elimina il significato del testo”. 
Accanto alle cinquecentine, nella Sala Monumentale della Casanatense, non appare quindi casuale l’esposizione della sua opera Ulysses del 1999, realizzata letteralmente “ghigliottinando” un’edizione del 1972 dell’originale Ulisse di James Joyce più volte censurato o ignorato per i contenuti esplicitamente pornografici e ostili ai dettami del cattolicesimo. 
Autore nodale cui l’autrice ha dedicato un intero film nel 2013 – The Joycean Society -,  la poetica rivoluzionaria di Joyce, che nell’intraducibile Finnegans Wake era arrivato alla distruzione della forma-linguaggio dal suo interno, aveva infatti creato un nuovo paradigma, un altrove della parola che apriva la scrittura all’espansione significante. 
Tornando quindi all’Ulysses in esposizione ed osservandone la forma tagliata, se la mutilazione investe l’intero universo che il libro assomma, quella lesione drasticamente inferta rivela il proprio contenuto aggiuntivo – il significante a-specificamente letterario – sortendo il paradossale effetto di non cancellarne il senso, e l’esistenza di quanto ivi è racchiuso. 
Come Dora Garcia ribadisce: “Pensiamo alla famosa domanda: si può uccidere un’idea? No, non si può…ce lo dimostrano autori come Miguel Cervet o Giordano Bruno; è evidente che uccidendoli e  censurandone i libri non sono riusciti a porre termine alle loro visioni e ai loro ideali perché l’atto di violenza contro libri, persone e idee, evidentemente, non li elimina. Crea altro significato”.

L’intervista a Dora Garcia è stata realizzata il 21 settembre 2022

Dora Garcia, I libri sono corpi ( possono essere smembrati), per Hidden Histories 2022, Foto di Davide Palmieri, courtesy LOCALES
Dora Garcia, I libri sono corpi ( possono essere smembrati), per Hidden Histories 2022, Foto di Davide Palmieri, courtesy LOCALES
Dora Garcia, I libri sono corpi ( possono essere smembrati), per Hidden Histories 2022, Foto di Davide Palmieri, courtesy LOCALES
Dora García, I libri sono corpi (possono essere smembrati), Reading Group, per Hidden Histories 2022, foto di Davide Palmieri, courtesy LOCALES