Per l’appuntamento estivo dedicato agli artisti segnalati da alcuni spazi no-profit e artist-run space presenti sul territorio nazionale, ATPdiary ha intercettato i fondatori di Mucho Mas!, Luca Vianello e Silvia Mangosio. Come riportato nello statement del sito, l’obiettivo dello spazio fondato a Torino nel 2018 è “quello di esporre uno sguardo ampio, trasversale e critico su come la fotografia e il suo significato profondo stiano cambiando oggi e su come abbia perso alcune delle sue connotazioni originarie, ma contestualmente ne abbia acquisite altre molto più pervasivo”. Di seguito, i tre artisti da loro indicati.
Luca Baioni (1984). Vive e lavora a Milano
“La produzione artistica di Luca Baioni è il risultato di un modus operandi composto da diversi elementi che non stanno tra loro in un rapporto gerarchico: frammenti di mondo, apparecchi fotografici, post-produzione digitale e analogica, carta. Tutto concorre all’interno di un processo produttivo (dis)continuo volto ad ottenere in ogni immagine una complessità unitaria e conclusa. L’artista è mosso dall’inizio alla fine del processo da una rigorosa indisciplina. Il metodo è solo una via al risultato finale. Questo vale tanto per le immagini singole che per i libri. Luca Baioni pensa le immagini non come copie della realtà, per quanto ‘alterate’. Produce nuovi pezzi di realtà, che poi interagiscono con essa stessa. Con le sue opere non si rivolge all’umanità, ai suoi simili, ma al reale nel suo complesso e vuole che le cose che produce siano ‘cose tra le cose’ e che diventino opere solo quando interagiscono profondamente con la realtà. Fa a pezzi il mondo e suoi frammenti li decostruisce, ricostruisce, smonta, e ne costruisce di nuovi, senza mai perdere la fiducia nel fatto che tutto quello che produce in qualche modo ‘sia già’, seppure in altra forma, nel mondo, in potenza. Lui dispiega le potenze nascoste del mondo. Considera queste opere come potenze dispiegate. Non crea ex nihilo, dal nulla. Nel reale, con pezzi di reale dispiegato, crea delle discontinuità. Il suo lavoro è stato presentato da Mucho Mas! nella mostra personale Demons (febbraio 2018) e nella doppia personale Dalle soglie del sonno alle prime luci diurne (giugno 2019) in dialogo con il lavoro di Jonny Briggs (Ncontemporary, Milano)”.
Sc_Nc, duo artistico formato nel 2014 da Stefano Comensoli e Nicolò Colciago.
“Il duo Sc_Nc lavora con materiali industriali, grezzi, rovinati e consumati. Il progetto Space in Mirror Is Closer Than It Appears presentato da Mucho Mas! a ottobre 2021, è un’azione che prende corpo in luoghi dimenticati. Sc_Nc esplorano queste zone e, attraverso cura e lavoro, creano un’esperienza diretta e totale. Spazio, ricerca, materia e azione si fondono insieme generando luoghi di immaginazione tangibile. Una riflessione aperta e sensibile sullo spazio liberato dalla sua forma originaria, un’illusione reale che esiste e si evolve.
Sempre da Mucho Mas! è stato presentato anche il lavoro Incanto e paranoia (Tra due istanti), installazione site-specific sulla vetrata, dove pellicole serigrafiche per l’industria tessile vengono sottratte dall’abbandono fermando così l’azione del tempo che ne ha selezionato, deformato e diluito le immagini. Le matrici grafiche si aprono a nuove letture, si riconfigurano attraverso il collage in una nuova immagine fluida. Un apparente vuoto che tiene insieme i frammenti, i livelli si alternano e si sovrappongono in un ritmo scombinato e sconnesso”.
Angelo Vignali (1987). Vive e lavora a Milano.
“Angelo Vignali presenta da Mucho Mas! nella primavera 2022 il progetto fotografico e installativo How To Raise a Hand. Il lavoro è plasmato dal lutto e dal ritrovamento di una scatola contenente 313 fotografie ritagliate delle dita del padre dell’artista, scomparso nel 2018.La mostra presentata da Mucho Mas! mette in scena l’incontro immaginario tra Angelo Vignali e suo padre tramite una serie di atti performativi e installativi che raccontano dell’esplorazione fisica e materiale di questa assenza. Sculture, oggetti, immagini e quadri, si trasformano in nuove forme astratte diventando oggetti ibridi dai poteri quasi trascendentali. Una metamorfosi che l’autore ha effettuato per un auto-riconoscimento, portando una codifica informale degli oggetti, riempiendoli di nuovi contenuti e livelli di interpretazione. I gesti che Vignali propone, dapprima nel suo studio e poi in mostra, trasformano la galleria in un corpo scomposto costituito da oggetti e immagini vaganti, dove abbandonare o ritrovare un sé all’interno di qualcosa che ‘è stato’ ed ‘è ora’. Ne segue una serie di cortocircuiti installativi dove nulla è più riconoscibile se non il desiderio di mettere in scena il complicato rapporto tra immagini e memoria. Con la cera, il calco della mano viene riempito e produce una copia simile ma non identica, come la riproduzione di una fotografia. La fotografia, mezzo di sospensione del tempo per eccellenza, qui diventa quasi una promessa per il futuro. Passato e presente si fondono creando una nuova identità. Il libro omonimo è pubblicato da Witty Books, con testi di Benedetta Casagrande”.
Mucho Mas!, Torino, Corso Brescia 89
@muchomas.project