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HEAT Parade 2022 – Tatiana Defraine, Vincenzo Ferlita, Francesco Maria Romano | L’Ascensore, Palermo

Continua la rubrica estiva di ATPdiary dedicata agli artisti segnalati da alcuni spazi no-profit e artist-run space presenti sul territorio nazionale.  Il focus di oggi è promosso da L’Ascensore, realtà fondata a Palermo nel 2015 da Alberto Laganà e Gianluca Concialdi. Dal 2017 si uniscono anche Vito Bongiorno e Danilo Signorino, con la programmazione artistica […]

Francesco Maria Romano, Croccolone alla Zisa, 2018, Courtesy l’artista
Francesco Maria Romano, KNIEP, 2018, visione della mostra, Courtesy L’Ascensore, Palermo. Ph. Filippo M. Nicoletti

Continua la rubrica estiva di ATPdiary dedicata agli artisti segnalati da alcuni spazi no-profit e artist-run space presenti sul territorio nazionale. 

Il focus di oggi è promosso da L’Ascensore, realtà fondata a Palermo nel 2015 da Alberto Laganà e Gianluca Concialdi. Dal 2017 si uniscono anche Vito Bongiorno e Danilo Signorino, con la programmazione artistica che viene affidata al duo Genuardi Ruta, formato da Antonella Genuardi e Leonardo Ruta. Di seguito, i tre artisti da loro indicati.

Tatiana Defraine (1986). Vive e lavora a Bordeaux.

“Tatiana Defraine lavora quasi esclusivamente con la pittura. Con un mix di amore, umorismo e crudeltà, i suoi dipinti denunciano gli stereotipi di genere. La pittura diventa il mezzo per far esplorare le contraddizioni nelle rappresentazioni di donne come oggetti del desiderio. Tatiana ci dà una femminilità divertente, arrogante e disinibita. Le sue creature femminili sono senza tempo, illimitate, primitive e contemporanee, cercano di incarnare la pittura stessa”.

Vincenzo Ferlita (1990). Vive e lavora a Palermo.

“Ferlita lavora con il mezzo espressivo della pittura caratterizzato da un continuo spostamento del limite percettivo, utilizzando forme che assomigliano a reticolati spaziali, cerca di drammatizzare il soggetto sospendendolo in uno spazio altro. Il corpo della figura si stacca dallo sfondo che viene neutralizzato dall’alternanza di vuoti e pieni e dal trasporto del fenomeno visivo in una dimensione autonoma sorretta dalla logica interna del disegno.
Disegno e segno convivono in tensione sia come groppo cromatico, sia come intreccio autogenerativo. Non solo, infatti la figura segna un centro visivo ma crea il suo spazio fagocitando tutte le possibili soluzioni di profondità, ossia destabilizzando la dialettica tra immagine e sfondo con una continua generazione di eventi visivi, eventi che si avvalgono di una leva cromatica che utilizza i contrasti come rete con cui intrappola lo sguardo” – Marcello Carriero.

Tatiana Defraine, A deep and distractful eye, 2018, Courtesy L’Ascensore, Palermo. Ph. Filippo M. Nicoletti
Tatiana Defraine, Fame is a bee, 2021, Courtesy Acappella gallery. Ph. Danilo Donzelli
Tatiana Defraine, I braid my hair to go to bed, 2021, Courtesy Acappella gallery. Ph. Danilo Donzelli

Francesco Maria Romano (1983). Vive e lavora tra Palermo e Amburgo.

“Diggià la Sicilia sorgeva come una nuvola in fondo all’orizzonte. Poi l’Etna si accese tutt’a un tratto d’oro e di rubini, e la costa bianchiccia si squarciò qua e là in seni e promontori oscuri.

Con tali parole lo scrittore Giovanni Verga nel 1883 descriveva la terra siciliana, quella stessa terra in cui si colloca il lavoro di Francesco Maria Romano, artista palermitano la cui ricerca si snoda in un viaggio che, da quella che Pascoli definì “nuvola di rosa sorta dal mare”, la Sicilia, giunge fino ad Amburgo, nella Germania di Johann Wolfgang von Goethe, in un peregrinare che è metafora stessa della vita.
La pittura di Romano è una narrazione misteriosa, in cui le vicende e le vicissitudini personali dell’artista si intrecciano con viaggi reali e fittizi, immaginari ed invisibili, in un percorso che, dal mancato ritorno di Ulisse a Itaca e le nozze con Nausicaa, attraversa i secoli fino a ripercorre i passi di Goethe compiuti durante il suo Viaggio in Italia.  La dimensione interiore dell’artista viene scandagliata attraverso un’esplorazione che dalla pittura giunge fino alla scultura, sottolineando la capacità dell’arte di aprire finestre su paesaggi nuovi ed inesplorati, in un’indagine di possibilità altre e dimensioni divergenti.
Sogno e realtà si fondono e si confondono, in una mescolanza di memorie e di ricordi che ci conduce ad indagare i confini fra mondo esteriore ed interiore. L’artista palermitano si addentra a narrare una sua Sicilia, isola polimorfa, meta di viaggiatori” – Tabea Badami.

L’Ascensore, Palermo, Vicolo Niscemi 8
@LAscensore

Vincenzo Ferlita, Area Wernicke, 2018, visione della mostra, Courtesy L’Ascensore, Palermo. PH Filippo M. Nicoletti
Vincenzo Ferlita, Eudaimonia, 2020, Courtesy l’artista
Vincenzo Ferlita, Orizzonte, 2020, Courtesy l’artista