Dopo aver festeggiato nel 2024 i cinquant’anni dalla fondazione, Arte Fiera guarda al futuro con Scena Italia: un’edizione, la terza e ultima guidata dal direttore artistico Simone Menegoi (in tandem con il direttore operativo Enea Righi), che guarda in modo privilegiato al nuovo panorama dell’arte italiana. La fiera bolognese, riconfermata negli storici padiglioni 25 e 26, conta quest’anno oltre 200 espositori, suddivisi come di consueto tra arte storicizzata e arte contemporanea. A questi si aggiungono quattro sezioni curate e su invito: Fotografia e immagini in movimento, a cura di Gian Gavino Pazzola (curatore di Camera – Centro italiano per la fotografia, Torino); Pittura XXI, curata sin dal suo debutto dal critico e curatore indipendente Davide Ferri: Multipli, affidata al critico e storico dell’arte Alberto Salvadori; Prospettiva, sotto la curatela del curatore e storico dell’arte Michele D’Aurizio.
Quest’ultima sezione, una novità di quest’anno, è totalmente dedicata ad artisti emergenti, rispondendo così al proposito, manifestato dai direttori della Fiera, di andare a scandagliare in modo sempre più accurato le nuove direttrici di ricerca intraprese dalla giovane arte italiana e di porre quest’ultima sotto i riflettori per il pubblico italiano e internazionale. In questo senso va letto anche il programma speciale di ospitalità rivolto a direttori di museo e curatori stranieri, che consente di gettare un ponte al di là dei confini del nostro Paese.
Dal 2019 Arte Fiera commissiona ogni anno a un artista italiano affermato un’opera inedita da presentare nel contesto della fiera. La serie, intitolata Opus Novum, quest’anno vede protagonista Maurizio Nannucci (1939), dagli anni Sessanta un protagonista dell’arte italiana tra i più conosciuti internazionalmente. Autore di opere sonore, fotografiche e di libri d’artista, Nannucci è noto soprattutto per il suo uso della parola come materiale artistico, in particolare sotto forma di scritte al neon per installazioni site-specific.Il contributo di Nannucci alla serie Opus Novum è un multiplo inedito creato per il contesto della fiera: una shopper di carta ad alta grammatura che reca sulle due facce il testo “YOU CAN IMAGINE THE OPPOSITE” – un invito, quanto mai opportuno oggi, a pensare un’alternativa radicale.
Tangenzialmente a queste sezioni, ognuna ospitata in una diversa zona della fiera, si snoda il consueto Percorso, un itinerario che connette le sezioni stesse con alcuni stand della Main Section, secondo il filo conduttore dell’idea di “Comunità”. Per il terzo anno consecutivo la Fiera collabora con Fondazione Furla per proporre una performance negli ambienti della fiera o in quelli ad essa limitrofi: quest’anno tocca a Adelaide Cioni con Five Geometric Songs, ospitata nel Padiglione de L’Esprit Nouveau (qui la nostra intervista all’artista).
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Arte Fiera quest’anno ospita anche la prima edizione dell’ambizioso Flash Art Italia Award: un premio dedicato all’arte contemporanea in Italia, con ben 14 categorie, sulle quali si esprimerà una giuria composta da professionisti di settore. Le premesse sono altisonanti, staremo a vedere i risulati.
Simone Menegoi saluta Arte Fiera all’apice del suo percorso di rinnovamento, frutto di sette anni di direzione. In occasione della conferenza stampa ha tirato qualche bilancio dei risultati raggiunti: “In questi anni è aumentata, oltre che la quantità, anche la qualità delle gallerie partecipanti alla fiera. È difficile misurare la qualità, ma vi posso dare dei dati oggettivi. Si può prendere come punto di riferimento, come benchmark, la sezione principale di Art Basel: la fiera più importante al mondo, un club esclusivo che ammette meno di venti gallerie italiane. Nella mia prima edizione di Arte Fiera le gallerie che partecipavano sia ad Art Basel che ad Arte Fiera erano appena quattro; quest’anno sono quattordici.
E per ognuna di queste gallerie di eccellenza assoluta ne sono arrivate altre di grande qualità. Altro dato fondamentale per misurare il successo della fiera è stato l’arrivo in questi anni di alcuni grandi sponsor come BPER Banca e Ducati, oltre che delle collaborazioni con Fondazione Furla, Mutina e Collezione Maramotti. La crescita è stata il risultato di una strategia molto semplice: trasformare un limite di Arte Fiera, cioè il fatto che sia quasi esclusivamente italiana, in un pregio, in un asset di marketing, in un tratto identitario, per poi puntare sull’incremento della sua qualità curatoriale e scientifica, senza mai snaturare la sua identità di fiera popolare e inclusiva.
Sono idee di buon senso, poteva averle chiunque, ma sicuramente la tenacia che abbiamo dimostrato, anche a fronte della crisi legata al Covid, non è stata affatto scontata”.
Cover: Tild Greene, Energy Tastes The Same, 2023, bronze powder, epoxy resin, 10 x 10 x 2 cm. Courtesy the artist and Galleria Fonti, Naples. Ph. Amedeo Benestante.
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