Da sempre l’arte ha rappresentato la natura come soggetto privilegiato: una natura sempre evocata, rivisitata e reinventata nel genere del paesaggio, luogo reale e simbolico, specchio e proiezione del sé. In particolare, il giardino, esempio di natura addomesticata, locus amoenus, Eden originario: un contro-spazio eterotopico – come lo definisce Foucault – che apre a dimensioni altre, nascoste nelle pieghe del quotidiano in cui natura e cultura si confondono. Proprio in questo confine tra dimensione organica e antropica lavorano Paulo Arraiano, Francesco Ciavaglioli, Marco Mastropieri e Andrea Samory, quattro artisti emergenti invitati da Andrea Lacarpia a rappresentare il giardino, facendone uno spazio eccentrico, un luogo di diversità che presagisce scenari futuri e distopici in cui il cambiamento climatico e l’azione dell’uomo hanno trasformato irrimediabilmente la nostra quotidianità.
I lavori di Arraiano sono epifanie in cui la materia organica e quella inorganica si ibridano generando organismi sintetici frutto dell’evoluzione biotecnologica che impone organizzazioni complesse e inedite nelle quali permangono memorie biologiche familiari. Anche Samory lavora sul confine tra organico e inorganico ma con un’attitudine pop, ricreando una estetica differente che esige altri riferimenti e valori e in cui la mostruosità diventa criterio di un’inedita bellezza. Mastropieri invece si concentra sulla rappresentazione del paesaggio, rifacendosi alla tradizione, in particolare a quella fiamminga, inserendo elementi perturbanti nei soggetti agresti: vegetali ipertrofici e colonizzatori proliferano come presenze devianti e minacciose che alterano un’armonia rassicurante e conosciuta.
Ciavaglioli invece raffigura foglie, rami, infiorescenze elegantemente stilizzati, serialmente e ritmicamente disposti sulla superficie del quadro: evocazione di cataloghi botanici che suggeriscono la necessità di ordinare e classificare una natura che è radicalmente antropizzata ma ontologicamente estranea.
The garden è la quarta mostra organizzata da Candy Snake Gallery, nuovo spazio aperto nel quartiere Isola a Milano nel settembre 2021 per iniziativa di Andrea Lacarpia, curatore e direttore. Uno spazio che vuole promuovere artisti giovani ed emergenti con l’intento di avvicinare un collezionismo attendo alle nuove proposte e alla sperimentazione. “L’idea di avviare la Candy Snake Gallery nasce dall’intento di avvicinare le persone alle nuove tendenze dell’arte contemporanea ed agevolarne il collezionismo rendendo facilmente reperibili le informazioni sulle opere, sia nel sito della galleria sia nella sede fisica e nelle mostre popup in altri spazi” spiega Lacarpia “La selezione degli artisti parte da un approccio curatoriale e la proposta si concentra principalmente su opere dai costi contenuti e collocabili in un contesto domestico.”
Il nome della galleria, Candy Snake è curioso: ispirato da un’opera di Pietro Di Corrado intitolata Cotton Candy Snake, vuole esprimere una visione positiva del desiderio senza rinunce. “Il nome rispecchia la mia concezione di opera d’arte come oggetto che, attraverso l’esperienza estetica, porta all’accettazione del piacere come necessità profonda dell’essere umano. L’opera d’arte è quindi come un serpente, tradizionale simbolo dell’energia sotterranea, che emergendo in superficie si trasforma in una dolce caramella”.
The garden da “gustare” fino al 19 febbraio.