Si conclude sabato 19 marzo con una performance del progetto Warbunghiana la personale di Gianluca Codeghini, Il sorriso si ferma quando vuole, curata da Elio Grazioli negli spazi di Assab One a Milano. È una retrospettiva che presenta una selezione dei lavori dell’artista milanese dagli anni ottanta ad oggi in un percorso non lineare fatto di installazioni, video, poesia e suoni, espressioni di una pratica che fonde vita ed estetica sul filo del paradosso e del gioco.
Non c’è una direzione di marcia: la mostra si guarda e si lascia scoprire perché Codeghini sperimenta anche tornando sui suoi passi e fa balzi in avanti, imprevedibilmente, invitando ad abbandonare momentaneamente l’abitudine per adottare il dubbio e la perplessità indispensabili per farsi sorprendere e riuscire a vedere gli aspetti della realtà oltre il consueto. La sua riflessione si insinua nelle pieghe del quotidiano, evidenzia i fallimenti, le azioni mancate, i paradossi e le incongruenze del nostro vivere con raffinatezza ironica e sottile, a volte ai limiti della percezione: ed è proprio il limite unito alla performatività che Elio Grazioli – nel bel testo scritto come una lettera a Marcel [Duchamp] – individua giustamente come le chiavi per avvicinarsi alle sue opere che idealmente esprimono il concetto duchampiano di “infrasottile”.
Coerentemente con l’attitudine di Codeghini, la mostra ha ospitato tre appuntamenti performativi che ne hanno scandito la durata: INTO THE NOISE Festival indipendente dedicato al Rumore, INTO THE WORD incontro di poesia contemporanea e, in chiusura, INTO THE WAR Warburghiana, progetto estetico multidisciplinare formato da Codeghini insieme con Andrighetto, Bellini e Grazioli che assume di volta in volta diverse configurazioni – rivista, incontri, performance, video – attraversando la contemporaneità e il senso di fare arte oggi. Sabato 19 Warbunghiana presenta gli interventi di Dario Bellini, Davide Bertocchi e Franck Krawczyk, Pietro Braione, Jacopo Cirillo, Cobra, Gianluca Codeghini, Matteo Cremonesi, Luca Forcolini, Elio Grazioli, dieci voci fuori dal coro che riflettono con un’attitudine trasversale sulla possibilità di fare arte in tempi bellici come questi, considerando dinamiche quali lo stallo, lo sfasamento, la tattica, l’asincronia, la trincea, la contrapposizione.