Dopo mesi di chiusura e attività digitali, gli spazi dell’arte hanno riaperto le loro porte al pubblico. Musei e centri culturali hanno proposto ingressi gratuiti, tour privatissimi, nuove attività didattiche, prolungato le mostre in corso interrotte dal lockdown, riadattato il proprio programma espositivo trasformandosi in incubatori di creatività. E le gallerie d’arte?
A Bologna sei realtà (Enrico Astuni, CAR DRDE, De’ Foscherari, Gallleriapiù, Otto Gallery e Studio G7) hanno unito le proprie forze dando vita a GALLERY TO GALLERY un progetto collaborativo che invita a prenotarsi per una staffetta non prevedibile, una visita guidata prenotabile costruita in base al tempo a disposizione dello spettatore, ma della quale si conosce solo il punto di partenza. Abbiamo chiesto a Davide Rosi degli Espositi (CAR DRDE) di raccontarci il progetto che si concluderà a luglio, riflettendo sulla ri-partenza delle attività espositive e sul futuro delle gallerie in un contesto internazionale che, ad oggi, vede annullate tutte le maggiori fiere d’arte.
GALLERY TO GALLERY è un progetto nato dalla collaborazione di sei gallerie bolognesi – Enrico Astuni, CAR DRDE, De’ Foscherari, Gallleriapiù, Otto Gallery e Studio G7 – di cosa si tratta?
Il progetto si è sviluppato dall’idea di celebrare l’esperienza dal vivo, segnando anche la riapertura delle rispettive attività espositive dopo oltre due mesi di chiusura.
GALLERY TO GALLERY vuole essere un invito all’azione per incoraggiare le persone a riattivare lo sguardo e a vivere l’arte direttamente, in un periodo di totale allontanamento dall’esperienza fisica e di fruizione degli spazi espositivi. Si tratta di un percorso inedito che si snoda per le vie della città, un invito a tornare a vivere la galleria attivamente come luogo di scambio culturale. Il visitatore può contattare una delle realtà coinvolte per fissare un appuntamento, questo rappresenta il punto di partenza. A seconda della disponibilità di tempo del partecipante, una volta in galleria viene costruito il tour attraverso una mappa statica digitale, che rappresenta una sorta d’iscrizione al progetto, compilata e condivisa direttamente sul posto o raggiunto il punto di arrivo.
Come e da quali esigenze è nata questa collaborazione?
Durante questo periodo post lockdown di grande incertezza per le gallerie d’arte e i grandi eventi d’arte, fare sistema collaborando e condividendo non è mai stata cosa più fondamentale.
Le gallerie coinvolte nella staffetta sono accomunate da un comune sentire e dalla volontà di fare rete in un momento così complicato per l’intero sistema culturale: portare la bellezza nei momenti difficili è necessario e lo è ancora di più sostenere gli artisti e tutto il meraviglioso ecosistema del contemporaneo così fragile allo stato attuale.
GALLERY TO GALLERY segna il ritorno alle attività espositive dopo due mesi di sospensione a causa dell’emergenza COVID. Cosa comporta e che significato assume per una galleria ri-attivarsi in questo momento?
Ri-attivarsi è una necessità dopo il lungo periodo di chiusura, e dopo un’inflazione digitale è necessario un ritorno fisico negli spazi espositivi. E’ importante dare un segnale forte e concreto, sebbene difficile questo è anche il momento per sottolineare l’importanza della nostra professione in termini di impresa culturale e l’impegno verso la comunità.
Il progetto sembra mettere in gioco due temi normalmente considerati lontani dal mondo delle gallerie come la partecipazione e la relazione ai quali si aggiunge una forte centralità dello spettatore…. GALLERY TO GALLERY può essere considerato un punto di partenza per ripensare lo spazio e la funzione delle gallerie? Quali pensi sarà il loro futuro?
GALLERY TO GALLERY può essere considerato un esperimento di arte contemporanea diffuso, attivo, condiviso, un progetto di collaborazione che guarda al futuro, nel quale anche lo spettatore diventa inconsapevolmente protagonista dell’evento. Ho sempre pensato alla relazione tra gli operatori culturali come tema fondamentale per il nostro lavoro, ed è esattamente quello che vuole fare emergere questo progetto, che avrà un ulteriore sviluppo a settembre prendendo una nuova forma, innescando nuove dinamiche relazionali in città.
Il tema principale che però bisogna affrontare, e che credo sarà fonte di discussione, è quello di un cambiamento necessario espressione del nuovo. Difficile fare previsioni, tutto ciò può essere un punto di partenza per nuove visioni ed idee utili per sostenere un sistema culturale che allo stato attuale ha dimostrato di essere debole. E’ indispensabile cooperare per ottenere una reale categoria di settore relativa alle gallerie d’arte contemporanea, che permetta di avere un riconoscimento e un peso a livello internazionale e che ci identifichi come imprese culturali; che ci autorizzi a muovere qualche istanza e consenta di emergere e di apparire attraverso le nostre visioni e il nostro lavoro, senza essere equiparati ad una qualsiasi attività commerciale. E’ fondamentale trovare soluzioni per incrementare l’economia del sistema dell’arte, mettendo a disposizione fondi per acquisizioni che permetterebbero di sostenere il lavoro di galleria e degli artisti. I Musei e le istituzioni devono acquistare opere d’arte contemporanea da gallerie private del territorio attraverso l’utilizzo di finanziamenti pubblici, questo permetterebbe anche l’incremento delle collezioni dei Musei quindi del patrimonio pubblico. Sicuramente la strada da percorrere non è semplice ma si può fare un tentativo per ottenere tutto questo, e anche tanto altro, dando un segnale espressione di un cambiamento, unendo le forze facendo squadra.