Testo di Leonardo Ostuni —
Al primo piano del Mart – Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto è attualmente allestita (fino al 3 ottobre 2021) una piccola ma illuminante mostra personale dell’artista calabrese Tina Sgrò (Reggio Calabria, 1973). L’aggettivo “illuminante” forse calza a pennello per questa esposizione, curata da Denis Isaia e ideata da Vittorio Sgarbi; è infatti la luce la protagonista di queste dieci tele, cinque per parete, dalle grandi dimensioni. Dieci diversi interni domestici realizzati con colori acrilici scuri (blu e marrone i più usati), stesi sulla tela tramite pennellate veloci. Pochi e leggeri i contrasti cromatici, il più delle volte attenuati dalla luce, al fine di ottenere ambienti riflessivi e poetici.
L’osservazione di queste opere d’arte non può ridursi alla sola contemplazione visiva; dietro ciascun elemento formale, infatti, c’è un significato che è necessario comprendere. Numerosi gli oggetti e gli arredi presenti nei dieci dipinti, ma l’idea di Tina Sgrò non è quella di mostrarli per ciò che sono o per come li vedono i nostri occhi. Obiettivo dell’artista è darne una rappresentazione che metta in luce il loro valore simbolico.
“La consacrazione dell’oggetto di uso quotidiano è un traguardo importante e possibile. E’ significativo trovare e lodare poesia dietro la “mediocrità” dell’uso giornaliero di un mestolo o di un piatto, o all’interno di un vivere apparentemente monotono”.
Lo specchio, la poltrona, il letto, il lume, il comodino, il vaso, il quadro sono personificazioni della memoria per Sgrò, qualcosa che scorre dentro e che difficilmente potrà essere dimenticato. L’idea della casa come “contenitore” di ricordi attraversa anche uno dei migliori film italiani della scorsa stagione cinematografica, Le sorelle Macaluso, diretto dalla regista teatrale Emma Dante. Ma, mentre in quest’ultimo la presenza delle cinque sorelle siciliane protagoniste si vede e si sente chiaramente all’interno della casa, nei dipinti di Tina Sgrò la figura umana ha già compiuto l’azione e nella rappresentazione è solamente evocata.
La luce dei dipinti in mostra accompagna lo spettatore oltre l’apparenza del quotidiano. L’elemento luminoso dona a questi interni un’aura di mistero, come in Vecchi oggetti (2015) e Interno blu (2019), ma anche una dimensione teatrale e sentimentale, evidente in Specchio antico (2015) e in Poltrona verde (2017). Traendo ispirazione dai grandi maestri della luce del passato (Beato Angelico, Vermeer, Morandi), Tina Sgrò non punta a definire l’aspetto fisico degli oggetti dipinti. I suoi ambienti immersivi e pieni di luce catturano lo spettatore poiché carichi di una notevole forza poetica e psicologica.
Focus Tina Sgrò
6 luglio – 3 ottobre 2021
A cura di Denis Isaia
Mart – Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto