Cocci di vetro e fiori disegnano il profilo della penisola italiana. Servendosi di due materiali comuni e naturali – il vetro e le piante -, Stefano Arienti realizza la sua nuova installazione per ArtCity in Piazza Costituzione, dal titolo Ricchi e poveri. Una chiara allusione al gruppo musicale italiano, ma allo stesso tempo un invito a riflettere sul concetto di ricchezza e povertà.
Racconta l’artista: “Si tratta dell’evoluzione di un opera che nasce anni fa per Amaci e la Giornata del contemporaneo 2010: l’immagine digitale di un’Italia fatta di frammenti di vetro dentro il mio scanner, che all’epoca chiamai “Cristalli”. E’ un chiaro omaggio a Luciano Fabro, ma già allora l’opera ha cominciato a ripresentarsi in forma fisica. Prima come piccola forma di frammenti di vetro temperato fra i lembi della mia installazione “Rampicante” e poi nell’insieme di tre opere chiamato “Terre” con Elisabetta di Maggio e Christiane Lohr. Quest’ultimo progetto era stato pensato per la mostra “Terre Vulnerabili” a cura di Chiara Bertola a Milano Hangar Bicocca fra il 2010 e il 2011.”
L’installazione a Bologna si compone di due parti: la prima parte dell’installazione Ricchi e Poveri si inserisce all’interno di un padiglione di vetro e presenta l’Italia composta di cocci; la seconda, invece, presenta un’aiuola di fiori a forma d’Italia, un’aiuola semplice ma ben curata, piantata nel Giardino Le Corbusier, accanto al Padiglione de L’Esprit Nouveau. Due Italie vicine fisicamente ma distanti (all’apparenza) nella struttura e nel significato. Se i fiori formano un’immagine precisa, in realtà sono molto comuni; l’Italia dei cocci, invece, seppur raffazzonata, si inserisce all’interno di un padiglione costruito come show-room di auto di lusso. Quale Italia si può definire ricca e quale povera? I confini sono tutt’altro che netti e delineati: un elemento che le accomuna esiste, ed è la fragilità. Il vetro dev’essere maneggiato con cura, per non ferirsi e per non danneggiarlo, mentre i fiori risentono del ciclo delle stagioni e degli interventi che l’uomo compie sull’ambiente. Fragile è anche l’equilibrio tra ricchezza e povertà, soprattutto nei momenti di crisi e incertezza. Lo spettatore, di fronte all’installazione, rimane confuso e privo di risposte.
In merito all’opera, Simone Menegoi scrive: “Ricchi e poveri ha alcuni dei tratti più tipici della poetica di Arienti: l’uso di materiali comuni, facilmente reperibili; il ricorso a una manualità semplice, più da hobbista, o da operaio, che da artista; infine, la scelta di immagini preesistenti, tratte da un’iconografia condivisa o dalla storia dell’arte. La forma dell’Italia è un’immagine del genere. Qualunque italiano, indipendentemente dalla sua cultura, la riconosce immediatamente; chi ha familiarità con la storia dell’arte recente ricorderà anche la celebre serie delle Italie realizzate con i materiali più vari da Luciano Fabro (1936-2007), uno dei maestri dell’Arte povera. In particolare, l’Italia di cocci di vetro – concepita originariamente da Arienti per la Giornata del Contemporaneo del 2010 – cita Cosa Nostra, una delle prime Italie di Fabro, in cui la sagoma della penisola è ritagliata in una lastra di vetro”.
L’installazione viene commissionata da Arte Fiera, annullata nella sua edizione 2021, ma presente, in segno di ripresa e rinascita, ad ArtCity. Per questa ragione, i luoghi in cui si inserisce sono vicinissimi alla fiera: Arienti avrebbe dovuto presentare una sua nuova creazione negli spazi fieristici ed è stato uno dei protagonisti di Arte Fiera PLAYLIST, evento digitale curato da Mambo.
Stefano Arienti. Ricchi e Poveri
A cura della Direzione artistica di Arte Fiera
Giardino Le Corbusier | Ingresso Fiera
Piazza Costituzione 11 e 6, Bologna
Presentazione al pubblico 7 maggio 2021