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Federico Gori, L’età dell’oro | 
MArTA, Museo Archeologico Nazionale di Taranto

Testo di Leonardo Ostuni — L’età dell’oro èil progetto espositivo realizzato da Federico Gori – a cura di Eva Degl’Innocenti e Lorenzo Madaro – visibile fino all’8 gennaio 2023 presso il MArTA – Museo Archeologico Nazionale di Taranto. Il titolo della mostra deriva da quello della principale opera esposta, L’età dell’oro (la muta), finanziata dal […]

Federico Gori. L’età dell’oro. Exhibition view at MArTA, Taranto 2022

Testo di Leonardo Ostuni —

L’età dell’oro èil progetto espositivo realizzato da Federico Gori – a cura di Eva Degl’Innocenti e Lorenzo Madaro – visibile fino all’8 gennaio 2023 presso il MArTA – Museo Archeologico Nazionale di Taranto. Il titolo della mostra deriva da quello della principale opera esposta, L’età dell’oro (la muta), finanziata dal bando PAC – Piano per l’Arte Contemporanea del Ministero della Cultura, vinto un anno fa dal MArTA. L’età dell’oro (la muta), entrata a far parte della collezione permanente del museo tarantino, è costituita da una teca in legno e vetro trasparente, contenente su più livelli sculture in oro, argento, bronzo, rame e ferro; queste sono il risultato della trasformazione di 28 esuvie ( i resti l resto di un esoscheletro dopo la muta) di diversi serpenti. I vari metalli utilizzati sono un chiaro riferimento alle età del mondo, descritte nel secondo mito de Le opere e i giorni di Esiodo. L’esuvia è simbolo della mutazione in natura, motivo dominante di tutta la mostra, e la scelta dell’oro pone in forte dialogo l’opera con i preziosi ori tarantini collocati nel museo. 

Percorrendo i due piani del MArTA, si apprezza l’originalità dell’allestimento della mostra. Alcune opere sono vicinissime ai reperti del museo, altre separate ma comunque nelle loro stesse sale. 13.12 (2014) è la mimetica rappresentazione in terracotta con radici trattate di una zolla di terra appena vangata. Questa scultura è presente in molte vetrine del museo, in stretto contatto con oggetti risalenti alle età del bronzo e del rame, ma anche con vasi di età classica. Al di là della fedele riproduzione, l’opera celebra la forza generatrice della natura e la sua ciclicità. Esiste anche un tempo legato ai materiali adoperati da Federico Gori: in Estinti (2022) e in Le meditazioni di Marco Aurelio (2022) incisioni e ossidazioni naturali emergono su una serie di polittici in rame, per non dimenticare che anche l’opera muta nel corso del tempo. Quest’ultimo appare in una veste metaforica nell’animazione video Fiume (2019), alle spalle della testa femminile in terracotta policroma diventata ormai simbolo del MArTA.

Fiume è un’opera strettamente correlata all’età classica, la cui creatività è tangibile visitando il museo. Ispirandosi al pensiero di Eraclito, il poeta Ovidio nelle Metamorfosi affermava che “anche il tempo scorre via con moto continuo, come la corrente del fiume”. Cerimònia (2022) è, invece, un’installazione audio costituita da due elementi in legno, metallo e cemento, e collocata nel chiostro del museo.
Il dialogo tra le opere in mostra e i materiali del museo è principalmente temporale, l’arte contemporanea e l’archeologia che si relazionano tra loro. Questo legame non va, però, sempre cercato in maniera esplicita dal visitatore, anche perché L’età dell’oro è una mostra pensata per il museo ma autonoma a tutti gli effetti. In una sala si instaura un confronto tra due tecniche artistiche: il mosaico di età romana raffigurante animali e il frottage, risalente all’età classica ma riscoperto nel Novecento, di Federico Gori che in Corteccia (2015) sfrega con erba e terra la tela, poggiata sulla corteccia di un albero; ancora una volta il tempo che passa, reso attraverso la riproduzione delle tracce che ha lasciato in natura. In un’altra sala l’opera La somiglianza per contatto (2022), costituita da calchi in terra diatomacea su basamento in legno e cemento, rimanda all’omonimo libro di Didi-Huberman e riprende quella tecnica del calco (in gesso) adoperata dagli scultori romani per riprodurre capolavori greci.

Se il tempo è la tematica che attraversa capillarmente l’intera mostra L’età dell’oro, quello che stiamo vivendo non può che essere il tempo perfetto per visitarla. Il progetto espositivo lancia un messaggio forte e importante, quello di rinascita dopo le catastrofi della pandemia e della guerra. Ma la mostra ci insegna anche che per puntare avanti dobbiamo necessariamente guardare indietro, agli esempi virtuosi del passato. L’età dell’oro presta molta attenzione all’uomo contemporaneo, pur senza rappresentarlo: lo invita a rispettare la natura nella sua ciclicità e a valorizzare l’immenso patrimonio culturale a sua disposizione.

Federico Gori. L’età dell’oro. Exhibition view at MArTA, Taranto 2022