Sono visioni silenti, immaginarie e nostalgiche quelle realizzate da Enrico Tealdi (Cuneo, 1976), brani pittorici che raccontano una personale e sublime natura interiore, talmente bella e rarefatta che ricorda un sogno lucido.
Momenti vividi impressi con maestria e padronanza pittorica su tele di vario formato, dalle quali s’apre la radura inquieta indagata da Tealdi, un paesaggio impalpabile e senza tempo, dove all’ombra delle fronde radiose si insinua dolcemente la ricerca del senso e dell’essenza della vita, che esalta la vastità della natura lasciando sullo sfondo la figura umana.
Nel testo critico la curatrice Giulia De Giorgi scrive: «La pittura di Tealdi è rivelazione», che celata tra le alte radure emerge fragorosa come un tentativo di decifrare la verità umana, con tutte le sue sfumature, fragilità e debolezze in un rapporto pittorico sempre più intimo con la natura, che ricorda le suggestioni filosofiche argomentate da Schelling. Prosegue De Giorgi: «La tecnica mista a olio, acrilico e pigmenti trova il proprio posto su tele di recupero, negli ultimi anni privilegiate dall’artista, che può così aggiungere nuovi capitoli alla storia già vissuta dal supporto».
Dalla raffinata tavolozza dell’artista emergono scogliere, palme, pini marittimi, spiagge e boschi, tutti luoghi esotici e in alcuni casi misteriosi, scenografie romantiche dove l’imprevisto è sempre pronto a entrare in scena. La pittura di Enrico Tealdi è manifestazione romantica di un paesaggio interiore, di un’esperienza velata e individuale, di un accordo diminuito suonato tra la tensione sensibile della narrazione e la dissonanza di una pittura delicata fatta di passaggi tonali morbidi e pacati. Nell’opera del pittore piemontese scopriamo un gesto e un gusto estetico in grado di esaltare gli effetti atmosferici e i contorni sfumati, per giungere a un equilibrato dialogo tra colore, forme, luce e dissolvenza per indagare, con un carattere soggettivo e fortemente individuale, l’espressione e il primato del sentimento della natura su quello dell’uomo.