Ancora pochi giorni per visitare la collettiva Double Take, organizzata dagli studenti della School for Curatorial Studies Venice, presso la A plus A Gallery. Fino al 15 luglio 2024, le opere di Paolo Cirio, Jesse Darling, Simon Denny, Kasia Fudakowski, Enej Gala, Monilola Olayemi Ilupeju, Eva & Franco Mattes, Ahmet Öğüt, Barbara Prenka, invitano il pubblico a guardare una seconda volta, a notare ciò che è insolito, inosservato, in una società globalizzata e digitale in cui la soglia dell’attenzione si è abbassata, in cui i contenuti visivi si moltiplicano a dismisura, e non si vede più ciò che ci si trova di fronte. La censura diventa quindi centrale, fil rouge delle opere esposte in mostra: quando non si presta più attenzione, tutto può essere celato e nascosto.
Eva & Franco Mattes con The Bots, video installazione, giocano con la censura, subdola e matematica, degli algoritmi dei social media. Riprendendo la formula dei make-up tutorial, figuranti si truccano parlando ai follower: argomenti problematici – violenza, abusi, terrorismo – si mescolano ai consigli di bellezza. Il make-up diviene una maschera, al di sotto della quale celare riflessioni profonde sulle criticità del nostro tempo, in un gioco di specchi fisico e metaforico.
Enej Gala riprende il tema della maschera, intesa come stereotipo, nell’opera Nutcracker. Lo schiaccianoci diviene l’espressione delle contraddizioni del machismo: l’opera è in ferro, materiale di difficile e dura lavorazione – da “uomini” appunto – ma l’oggetto che rappresenta evira l’uomo, lo castra, rendendolo impotente. Lo schiaccianoci ricorda le difficoltà nell’esprimere se stessi e la propria anima in una società che impone modelli da seguire per ottenere l’accettazione.
Il corpo è al centro anche di Untitled Figure (Folded in Frame), parte di un’opera più grande di Monilola Olayemi Ilupeju, allestita nel 2023 presso la A plus A. L’artista si serve del ginnasio come di una metafora del mondo, in cui i corpi lasciati ai margini diventano protagonisti. La scelta di frammentare la composizione corporea all’interno di una cornice invita il pubblico ad osservare, a guardare le parti che sono state esposte e a immaginare quelle celate. La figura diviene il mezzo per riflettere sulle scelte, sia dell’artista nei confronti della propria opera che della società nei confronti dei “corpi” che la compongono, in grado di determinare ciò che può essere mostrato e ciò che deve essere nascosto.
La scelta di fare o non fare, dire o non dire implica potere, forza, resistenza: in Reasons to Reproduce, Reasons Not to Reproduce, Kasia Fudakowski realizza un dittico. Due placche dorate sono poste l’una di fianco all’altra, con incise le ragioni per cui scegliere o meno di fare figli: le frasi spesso si ripetono, a sottolinearne l’assurdità, e il materiale lucido funge da specchio. L’immagine riflessa di chi guarda impedisce la lettura di qualsiasi frase: lo spettatore è nudo di fronte al proprio riflesso, alle proprie convinzioni e fragilità.
Double Take
A plus A Gallery
San Marco 3073, Venezia
Fino al 15 luglio 2024
Artisti: Paolo Cirio, Jesse Darling, Simon Denny, Kasia Fudakowski, Enej Gala, Monilola Olayemi Ilupeju, Eva & Franco Mattes, Ahmet Öğüt, Barbara Prenka.