ATP DIARY

Diego Tonus. Da Stato A Stato | CSAC, Parma

L’antica chiesa dell’Abbazia di Valserena, nella campagna a nord di Parma, si ritrova colonizzata nella navata centrale da un archivio mobile ed espanso in grado di adattarsi agli ambienti in cui viene collocato. Con la mostra Da Stato A Stato...

Diego Tonus, Da Stato A Stato, Viste dell’installazione, Abbazia di Valserena, CSAC Parma 2023 | Courtesy l’artista e CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma | Progetto vincitore del “PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura | Foto DT Studio

L’antica chiesa dell’Abbazia di Valserena, nella campagna a nord di Parma, si ritrova colonizzata nella navata centrale da un archivio mobile ed espanso in grado di adattarsi agli ambienti in cui viene collocato. Con la mostra Da Stato A Stato (fino al 30 aprile), a cura di Lorenzo Benedetti, lo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, ospitato negli ambienti dell’Abbazia, celebra l’acquisizione della sezione 2006-2022 dell’opera omonima di Diego Tonus, vincitrice del “PAC 2021 – Piano per l’Arte Contemporanea” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. In parallelo all’allestimento dell’opera nella chiesa, è stata concepita una mostra di lavori facenti parte delle raccolte dello CSAC, in un percorso allestito all’interno degli ambienti dell’archivio stesso. Accompagna il progetto un volume edito da Electa che contiene una conversazione tra Tonus, Benedetti, Pietro Rigolo e Francesca Zanella. Il prossimo 28 aprile si terrà un talk di presentazione del libro. Sin dal 2006 Diego Tonus (Pordenone, 1984) raccoglie i biglietti dei suoi viaggi, compiuti con i più svariati mezzi di trasporto (aerei, treni, metro, autobus, taxi, tram, vaporetti); li ordina cronologicamente e li inserisce in tasche modulari ricavate in buste trasparenti, poi riposte orizzontalmente all’interno di casse di legno di betulla. L’operazione ha raggiunto un primo stadio di completamento con l’acquisizione da parte dello CSAC, avvenuta nel 2022. Adesso quell’archivio atipico si squaderna per la prima volta nello spazio della chiesa dell’Abbazia, configurandosi come ritratto politico, nella forma di una cronistoria dell’artista e dei suoi spostamenti in un arco di tempo che si misura con il suo percorso di vita e di lavoro. Le buste e le casse, lungi da essere soltanto strumenti utili all’archiviazione dei biglietti, sono state progettate dall’artista e fanno esse stesse parte dell’opera.

Ogni cassa riporta all’esterno una serie di informazioni: la scansione cronologica dei biglietti contenuti all’interno, il loro costo-valore complessivo, il totale delle ore passate in viaggio, i km percorsi, la quantità di CO2 prodotta e una serie di aerogrammi che mostrano le percentuali di utilizzo di ciascun mezzo. Ai lati sono presenti anche alcune cassettiere normalmente usate dallo CSAC per le proprie esigenze d’archivio (esse stesse opere di design, dato che furono progettate da Ettore Sottsass per Olivetti), al cui interno sono esposti dei tabulati che riportano in dettaglio i valori relativi ai singoli viaggi, così da dare la possibilità di ricostruire precisamente i valori riportati sulle casse al fruitore interessato ad interagire con l’archivio.

Diego Tonus, Da Stato A Stato, Viste dell’installazione, Abbazia di Valserena, CSAC Parma 2023 | Courtesy l’artista e CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma | Progetto vincitore del “PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura | Foto DT Studio
Diego Tonus, Da Stato A Stato, Dettaglio delle scaffalature | Foto DT Studio

A queste informazioni è previsto che se ne aggiungano altre: dato che l’opera ha raggiunto una sua forma compiuta grazie all’acquisizione da parte dello CSAC, essa da ora in avanti avrà vita propria e potrà essere prestata per scopi espositivi ad altre istituzioni; per questo motivo i timbri di viaggio costelleranno progressivamente la superficie esterna delle casse. Queste ultime sono state concepite appositamente per permetterne il riutilizzo a lungo termine; una decisione che ha a che fare anche con la necessità di limitare l’impatto della pratica artistica sull’ambiente. L’autoritratto fondato sulla presentazione (e non sull’auto-rappresentazione) del proprio vissuto non si limita, comunque, ad essere un atto ossessivamente solipsistico; la decisione di rendere pubbliche per chiunque delle informazioni personali contenute in documenti di viaggio che esplicitano la capacità da parte dello Stato di monitorare la vita delle persone è già in sé un atto politico, di denuncia di un sistema di controllo insito negli attuali modelli sociali.

Il titolo dell’opera, Da Stato A Stato, allude sia al passaggio di frontiera che ha caratterizzato molti dei viaggi che l’artista ha compiuto negli anni, sia al processo tramite cui i biglietti, emessi in un primo momento da parte dello Stato verso l’individuo, ritornano ora in mano allo Stato grazie alla loro acquisizione ad opera dello CSAC. Tonus, in una conversazione con chi scrive, ha parlato in questi termini del sottotesto politico del suo lavoro: “La lente dell’archivio mi ha permesso di mettere in risalto la carica di ambiguità di questi documenti: la loro apparente trasparenza nel trasmettere informazioni personali nasconde il fatto che, tramite essi, è possibile rintracciare ogni mio movimento. C’è un filo rosso che ritorna nei miei lavori: tramite tecniche come la riproduzione, l’accumulo, l’archiviazione mi interessa interrogare le strutture di potere e di controllo che ci circondano. Ho iniziato a viaggiare dopo eventi come l’attentato alle Torri Gemelle, che ha comportato un deciso incremento nei controlli sugli spostamenti; allo stesso tempo l’avvento del web e la globalizzazione hanno permesso di viaggiare con sempre maggiore facilità. Al contrario, il momento di stasi rappresentato dalla pandemia mi ha fatto riflettere molto diversamente sulla potenzialità del movimento. È stato durante quei momenti di stasi che è nata l’idea della controparte digitale di questo archivio”. Sul sito fromstatetostate.com è infatti possibile consultare in ogni momento l’intera sequenza di biglietti, anche qualora siano ritornati all’interno delle casse e siano dunque in condizione di “riposo” all’interno dello CSAC. Così in nessuna circostanza quelle informazioni possono essere totalmente oscurate; la loro perenne accessibilità è una diretta manifestazione della condizione di ogni individuo nella società contemporanea.
Ma ciò non implica che non vi possano essere sacche di resistenza ai meccanismi del potere, esplicitate anche dall’opera stessa: le buste includono tasche vuote, che corrispondono a spostamenti effettuati a piedi, dunque non monitorabili in modo ufficiale e comunque non necessariamente finalizzati ad uno scopo preciso. Tali camminate assumono così una carica sovversiva, in modo simile al vagabondaggio programmaticamente senza scopo della deriva situazionista. Un altro gesto di resistenza è rappresentato dal fatto che spesso l’artista, durante i suoi viaggi, riflette sui progetti futuri e abbozza idee proprio sul retro dei biglietti, che quindi conservano su di sé la traccia fisica della soggettività creativa dell’individuo, al di là di ogni tentativo di omologazione da parte del sistema.

Diego Tonus, Da Stato A Stato, Dettagli delle cartelle di archiviazione | Foto DT Studio

L’installazione all’Abbazia di Valserena trova il suo compimento concettuale proprio nel fatto che uno degli ultimi documenti che costituiscono la porzione di opera acquisita dallo CSAC riporta sul retro una bozza a mano dell’installazione stessa. L’opera contiene anche un biglietto per Los Angeles, presso cui Tonus si è recato per compiere delle ricerche nell’archivio del Getty Research Institute, in collaborazione con Pietro Rigolo (Associate Curator for Modern and Contemporary Collections, Getty Research Institute, Los Angeles). In quella sede l’artista ha potuto interfacciarsi con un oggetto atipico facente parte del fondo del curatore Harald Szeemann, classificabile come un archivio stratificato di luggage tags relativi ai viaggi da lui compiuti nell’arco di tutta la sua carriera; e così, due soggettività operanti nello stesso sistema trovano un terreno di confronto a distanza di decenni, tramite due atlanti che presentano le rispettive mappe di vita (perché mettono di fronte chi vi interagisce a due reti di spostamenti, senza rappresentarle). In relazione a questo, Tonus nota: “il viaggio, che ha accompagnato la mia pratica sin dall’inizio, è da vedere come un momento di condivisione con la comunità artistica. La pratica dell’arte, del resto, è sempre collettiva. In parallelo l’opera fa anche riflettere su quali momenti facciano effettivamente parte della pratica artistica e quali no. Di fatto Da Stato A Stato colleziona tutti i miei spostamenti, che dico essere paralleli alla mia pratica, ma in fondo è proprio durante i viaggi che io penso ai lavori successivi. Si sfumano i criteri tramite cui determinare cosa rientra o meno nell’atto artistico. Trovo importante dedicarmi a lavori di lunga durata, nel contesto di un sistema che richiede una produzione costante di nuove opere. Dedicare tempo per sviluppare un lavoro attribuisce un senso di autenticità al gesto (in questo caso l’archiviazione) e nel messaggio veicolato da tale operazione”.

Per quanto concerne il percorso allestito all’interno dell’Archivio dal vivo, sono stati selezionati alcuni lavori dello CSAC ad opera di designer, fotografi ed artisti, in base alle direttrici tematiche del viaggio, della rappresentazione dei luoghi, dei codici identificativi e dell’autocostruzione. Le Sculture da viaggio (1958) di Bruno Munari, origami leggeri a cui il titolo attribuisce il valore di opere trasportabili, risuonano con il concetto stesso di archivio mobile adottato da Tonus. Un altro lavoro articolato attorno al tema del viaggio, che arriva a coincidere con il viaggio stesso, è 800 Km di esposizione (1972) di Franco Vaccari, serie fotografica che riporta in modo sistematico tutti i camion incontrati dal fotografo nel viaggio in autostrada da Modena a Graz, dove si stava recando per allestire la mostra in cui la serie sarà esposta. Dai fondi dello CSAC è riemerso anche un progetto di Museo Volante (1958-60), concepito da Ignazio Gardella per i velivoli DC8 dell’Alitalia e mai realizzato. Rispetto alla decisione di Tonus di progettare autonomamente le buste e le casse di Da Stato A Stato, sono stati proposti il progetto Dressing Design (1971) di Archizoom Associati e alcuni disegni originali della Proposta per un’autoprogettazione (1973) di Enzo Mari: idee per la produzione autonoma di mobili e vestiti, in polemica con le logiche del mercato. La selezione include anche oggetti che non sono propriamente opere, come una scatola di rullini di Bruno Stefani, che ha documentato l’Italia per diverse riviste; la decisione di esporre non le fotografie bensì i rullini, all’interno dei rispettivi contenitori muniti di codici identificativi personali per scopi di conservazione ed archiviazione, rilancia i cortocircuiti insiti nello spirito più profondo dell’opera di Tonus.

Diego Tonus, Da Stato A Stato, Viste dei tabulati esposti nelle cassettiere Synthesis Olivetti disegnate da Ettore Sottsass, Abbazia di Valserena, CSAC Parma 2023 | Courtesy l’artista e CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma | Progetto vincitore del “PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura | Foto DT Studio
Franco Vaccari, 800 Km di esposizione, 50×60 cm, tela emulsionata, 1972 | Photo Credits CSAC Laboratorio fotografico
Bruno Stefani, Scatola di rullini fotografici, 35mm, 1950, Fondo Bruno Stefani | Photo Credits CSAC Laboratorio fotografico
Ignazio Gardella, Alitalia-DC8 Museo Volante e pianta con indicazioni delle pareti attrezzate per il fissaggio dei quadri, Collage e matita su cartoncino, china su lucido, 1958-1960, Fondo Ignazio Gardella | Photo Credits CSAC Laboratorio fotografico