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Nessuno può cancellare la primavera – David Hockney alla Fondation Louis Vuitton, Parigi

La Fondation Louis Vuitton ospita fino al 31 agosto 2025 la più grande retrospettiva dell’artista inglese.

Come l’omino giallo che si fa trascinare su Google Street View, la Fondation Louis Vuitton ci afferra e ci fa planare su un ampio sentiero viola che ondeggia tra le colline. Da un lato un accumulo di case rosso fragola, dall’altro tronchi giallo limone accatastati vicino ad alberi azzurri che, in lontananza, si curvano su se stessi in un vortice incessante. Poi una strada rosa corallo costeggiata da cespugli zoomorfi e fitte chiome in movimento che sembrano invase da simpatici baccelli. Lo sbocciare impetuoso della primavera dà vita a un tripudio di forme e colori in cuipersino le ombre si dimenticano di scurire.

Siamo nel fantastico mondo di David Hockney, uno dei più importanti artisti britannici viventi che dagli anni ‘60 continua a incantare intere generazioni con i suoi paesaggi idilliaci. Un vero talento nella pittura, nel disegno, nella scenografia e nella fotografia che non si è lasciato intimidire dalle nuove tecnologie, sperimentando anche la pittura digitale su iPad. Oggi, alla soglia dei novant’anni, continua a stupire con opere che aprono nuovi orizzonti sulla spiritualità e sulla storia. 

La Fondation Louis Vuitton gli dedica una grandiosa retrospettiva con più di 400 opere visitabile fino al 31 agosto, a cura di Sir Norman Rosenthal. Come suggerisce il titolo David Hockney 25, la mostra si concentra sulla produzione degli ultimi venticinque anni, dedicata ai paesaggi della campagna inglese e quella francese, in particolare lo Yorkshire e la Normandia, ma riunisce anche dipinti recentissimi, alcuni lavori rimasti nascosti per decenni nello studio dell’artista o in collezioni private, e opere iconiche come A Bigger Splash e Mr and Mrs Clark and Percy, in prestito dalla Tate. 

David Hockney “27th March 2020, No. 1” iPad painting printed on paper, mounted on 5 panels Exhibition Proof 2 364.09 x 521.4 cm (143.343 x 205.276 Inches) © David Hockney
Installation views “David Hockney 25”, galerie 2 © David Hockney © Fondation Louis Vuitton / Marc Domage
David Hockney “May Blossom on the Roman Road” 2009 Oil on 8 canvases (36 x 48″ each) 182.88 x 487.7 x 0 cm (72 x 192 x 0 Inches) © David Hockney Photo Credit: Richard Schmidt

Una galleria è dedicata ai ritratti delle persone a lui più vicine — amici, artisti, ma anche figure come il suo dentista o la governante. Un’altra ospita la serie Flowers: bouquet di fiori realizzati su iPad ma incorniciati in legno intagliato a mano. Le sale si susseguono mettendo in luce l’instancabile creatività dell’artista e la sua passione per l’opera, la danza, la letteratura, la musica, le sigarette, le piscine di Los Angeles. 

Ma c’è una parentesi in cui la luce si attenua e il ritmo rallenta. Una sala con quindici dipinti su iPad e due su tela, in cui Hockney segue il movimento della luna e le variazioni della luce dalla sua casa in Normandia: è la Moon Room (Sala della Luna). Ispirato dalla lettura del racconto di Guy de Maupassant Clair de lune (1882), Hockney ci presenta un paesaggio notturno in cui il tetto spiovente della sua casa, il lago e le siepi sono immersi nel chiaro di luna, tra riflessi dorati e tonalità profonde di blu e nero. Quasi si percepisce la brezza che passa tra le foglie e l’odore dell’erba bagnata. Non ci sono persone, ma nonostante questo c’è un senso di umanità e di verità in questo scenario.
Ritroviamo tutta la profondità emotiva, psicologica e spirituale dei grandi maestri – da Piero della Francesca a Tiziano, da Caravaggio a Rembrandt, da Van Gogh a Munch – che Hockney raccoglie in The Great Wall, un mosaico dei suoi riferimenti.
L’artista trasforma la semplice osservazione della natura davanti ai suoi occhi in un manifesto di una visione di vita, ed è un’ode. Un invito ad onorare ogni passaggio di stagione, ogni inizio primavera perché, come fa notare lui stesso: Remember, they cannot cancel the spring. La fine della mostra ci coglie di sorpresa, ma in questo brusco ritorno alla realtà forse c’è un colore che non avevamo ancora visto.

David Hockney “Christopher Isherwood and Don Bachardy” 1968 Acrylic on canvas 212.09 x 303.53 cm (83.5 x 119.5 Inches) © David Hockney Photo Credit: Fabrice Gibert
Installation views “David Hockney 25”, galerie 2 © David Hockney © Fondation Louis Vuitton / Marc Domage
David Hockney “Winter Timber” 2009 Oil on 15 canvases (36 x 48″ each) 274.32 x 609.6 cm (108 x 240 Inches) © David Hockney Photo Credit: Jonathan Wilkinson
David Hockney “Portrait of an Artist (Pool with Two Figures)” 1972 Acrylic on canvas 213.36 x 304.8 cm (84 x 120 Inches) © David Hockney Photo Credit: Art Gallery of New South Wales / Jenni Carter
David Hockney “A Bigger Splash” 1967 Acrylic on canvas 242.5 x 243.9 x 3 cm (96 x 96 x 1.181 Inches) © David Hockney Tate, U.K.
Installation views “David Hockney 25”, galerie 10 Hockney Paints the Stage, 2025 Creation of David Hockney & Lightroom Conception 59 Productions Installation views “David Hockney 25”, galerie 10 Hockney Paints the Stage, 2025 Creation of David Hockney & Lightroom Conception 59 Productions © David Hockney © Fondation Louis Vuitton / Marc Domage