Il laboratorio è il luogo in cui gli artisti sperimentano e portano avanti le proprie ricerche. È uno spazio intimo, di maturazione e creazione che spesso non è accessibile al pubblico.
Ambiente sognante dai toni onirici, così si presenta la collettiva organizzata da La Cattedrale Studio a cura di Letizia Mari in occasione del festival milanese Walk-in-studio. Lo spazio quotidianamente vissuto dagli artisti si trasforma in un habitat in grado di accogliere le diverse pratiche e di metterle in relazione. L’individualità di ognuno cede alla progettazione di una visione d’insieme più ampia che permette di trovare una nuova connessione. In mostra sono esposti sia lavori finiti che ripensati per il set display pensato ad hoc nella ricerca di una continua relazione.
Le architetture di Giovanni Chiamenti aprono allo scenario onirico che si presenta nello studio milanese, strutture in argilla che come in un sogno sembrano perdere la propria forma nel tempo. Sempre dell’artista, lungo il perimetro dello spazio, si scorgono alcune piante in plastilina, frutto di una ricerca sul concetto di antropocene e il rapporto tra natura e artificio. Ritorna forte l’idea di archetipo nelle sculture di Luca Petti, che lavora sulla simbiosi tra animali e piante attraverso l’estrapolazione di elementi di origine vegetale e animale per riunirli in un’unica forma. Il velluto che ricopre le sculture in ferro e acciaio esalta la vivacità delle strutture che si relazionano con gli altri elementi nello spazio. L’ambiente è illuminato da due tubi in plexiglas termoformati realizzati da Antonio Gramegna che sta portando avanti una ricerca sulla plastica in rapporto alla tecnologia della lavorazione del vetro. Queste forme vibranti sospese al soffitto si legano a un altro lavoro dell’artista, una struttura a colonna che indaga l’idea di eternità in relazione all’eternit. Al centro – sempre di Gramegna – un enorme cuscino invita il pubblico a sedersi e sprofondare tra le sue forme. Denominati dall’artista “quadri da pavimento”, rimandano alla pratica degli anni sessanta di estroflettere la tela che in questo caso si modifica grazie all’azione del peso di chi ne usufruisce. A fianco, Lucia Cristiani riprende i simboli riportati sui caschi degli sportivi legati al settore automobilistico e ciclistico per creare un parallelismo tra il circuito dell’arte contemporanea – un sistema chiuso, competitivo e performante – e quello delle corse. L’artista inoltre distribuisce nello spazio delle palline di plastica che permettono l’interazione con il pubblico e la modifica dello spazio. Infine Paolo Manfredi per l’occasione unisce due lavori che ragionano sul concetto di gesto e corpo: il movimento della piuma sospesa da terra si specchia nel rettangolo d’acqua nera colorata con l’anilina posto sotto di essa. La superficie scura accoglie e riflette alcuni degli elementi presenti nello spazio, sempre nella promessa di ricerca, scambio e simbiosi tra gli artisti presenti.
Da sogno
Giovanni Chiamenti, Lucia Cristiani, Paolo Manfredi, Antonio Gramegna, Luca Petti
cura di Letizia Mari
La Cattedrale Studio, Viale Forlanini 54, Milano
Fino al 30 ottobre