

Nella Rotonda, un video emozionante di Arthur Jafa mostra figure iconiche della cultura afroamericana tra cui Michael Jordan, Martin Luther King e Barack Obama alternate a immagini cosmiche, scene di proteste, di arresto e stati di trance. Un montaggio che ripercorre la complessa storia degli afroamericani nel XX secolo sulle note incisive di Ultralight Beam di Kanye West.
L’artista libanese Ali Cherri si appropria delle 24 vetrine che costeggiano la Rotonda, trasformandole in una narrazione visiva che include alcune delle opere realizzate durante la residenza dell’artista al Museo Egizio di Torino nell’ambito del progetto Returning the Gaze, sostenuto dal PAC2024. Il suo lavoro mette in discussione il destino degli oggetti esclusi dalle istituzioni museali e il loro valore storico. Come osserva il curatore e conservatore Jean-Marie Gallais: “Questi oggetti, resuscitati o sopravvissuti a passati tumultuosi, scarti che i musei non hanno ritenuto degni di essere conservati, testimoniano innumerevoli scambi e peregrinazioni: occhi strappati dai sarcofagi egizi, falsificati quando diventano di moda nelle collezioni europee, false curiosità e copie dall’Antico si fondono, proprio come civiltà lontane coabitano e mettono radici l’una nell’altra”.
Ai piani superiori le opere di Terry Adkins, Richard Avedon, Miriam Cahn, Marlene Dumas, David Hammons, Anne Imhof, Sherrie Levine, Auguste Rodin, Kara Walker (tra gli altri) esplorano il legame tra il corpo e lo spirito attraverso la pittura, la scultura, la fotografia, il video e il disegno.
Emerge il capolavoro di Georg Baselitz, Avignon (2014): otto dipinti di quasi cinque metri di altezza sospesi nello spazio, che ritraggono il corpo invecchiante dell’artista a testa in giù. Queste opere, immerse in un’atmosfera drammatica e spettacolare, furono esposte per la prima volta alla Biennale di Venezia del 2015, sotto la curatela di Okwui Enwezor.
La mostra si conclude con un video di Ana Mendieta in cui il suo corpo iridescente si trasforma in farfalla, come una promessa di cambiamento, rinascita e transizione.
Emma Lavigne, direttrice generale della Collection Pinault, spiega: “Liberato da ogni vincolo mimetico, il corpo – che sia fotografato, disegnato, scolpito, filmato o dipinto – non smette di reinventarsi, conferendo all’arte un organicità essenziale, che le permette, come un cordone ombelicale, di captare il battito del corpo e dell’anima umana. L’arte si nutre delle energie, dei flussi vitali del pensiero e della vita interiore, invitando a un’esperienza impegnata e umanista dell’alterità. Le forme si trasformano, ritrovano la figurazione o se ne liberano, per cogliere, trattenere e lasciare affiorare l’anima e la coscienza.”
Cover: Arthur Jafa, Love is the Message, the Message is Death, 2016, vidéo (couleur, son), 7 min. 25 sec. Pinault Collection. © Arthur Jafa. Courtesy de l’artiste et Gladstone Gallery



