Si torna alle fiere in presenza e, sotto l’insegna della ripresa del comparto legato al settore dell’arte moderna e contemporanea, miart, guidata dal nuovo direttore artistico Nicola Ricciardi entrato in carica lo scorso ottobre, annuncia la sua venticinquesima edizione, significativamente intitolala Blossoming of trust.
Quella di settembre 2021 – che si svolgerà dal 17 al 19 (VIP Preview 16 settembre) – sarà una fiera rinnovata sì, ma nel segno della continuità con le passate edizioni attraverso cui miart si è sempre distinta per lo spessore internazionale delle partecipazioni e per l’alto profilo di selezione. In questa stessa prospettiva si colloca la Milano Art Week che, dal 13 al 19 settembre, accompagna la fiera con un importante palinsesto di mostre, eventi e performance che coinvolgono istituzioni, fondazioni, soggetti pubblici e privati per fornire un’offerta culturale ampia e variegata. Il programma, in progress, prevede, tra gli altri, alcuni importanti appuntamenti come la mostra di Luisa Lambri. Autoritratto al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea; il progetto di Fondazione Furla Misfits di Nairy Baghramian alla GAM; Neil Beloufa. Digital Mourning e Maurizio Cattelan. Breath Ghosts Blind presso Pirelli Hangar Bicocca; A breeze over the Mediterranean alla Fondazione ICA Milano; Who the bear alla Fondazione Prada; Elisabetta Benassi. Lady And Gentlemen alla Fondazione Pini e laretrospettiva su Mario Sironi. Sintesi e Grandiosità al Museo del Novecento.
Con la volontà di “fare qualcosa di concreto per le gallerie”, come afferma Ricciardi in conferenza stampa, l’impegno assunto dalla nuova edizione della fiera milanese nasce da una spiccata unanimità nel voler tornare a una dimensione fisica, in presenza, superando lo scotto subito dalla città di Milano che, tra le altre, è stata duramente penalizzata dalla pandemia. Con l’intento di “ricostruire un rapporto di fiducia con le gallerie”, la fiera desidera tessere nuovamente le fila di rapporti umani e interpersonali che superino la complessità del momento storico, evidenziando il potenziale dell’arte nell’assurgere a volano di una ripresa sistemica dell’intero settore.
145 le gallerie partecipanti – un terzo delle quali straniere – tra numerose riconferme e alcune interessanti new entries, a testimoniare un livello qualitativo molto alto, che non ha ceduto alla possibilità di allargare le maglie dei criteri selettivi, mantenendo così intatta l’alta competitività della rassegna: A plus A, Venezia; C+N Canepaneri, Milano – Genova; Cardelli & Fontana, Sarzana; Cardi, Milano – Londra; Clearing, New York – Bruxelles – Beverly Hills; Clima, Milano; Galleria Continua, San Gimignano – Pechino – Les Moulins – L’Avana – Roma – San Paolo – Parigi; Raffaella Cortese, Milano; Fanta-MLN, Milano; Lelong & Co., Pargi – New York; Franco Noero, Torino; NOME, Berlino; Lia Rumma, Milano – Napoli; Schiavo Zoppelli, Milano; SMAC, Città del Capo – Johannesburg – Stellenbosch ; GALLERIA STUDIO G7, Bologna; Triangle, Mosca; UNA, Piacenza – Milano; Vin Vin, Vienna; Vistamare | Vistamarestudio, Pescara – Milano; White Noise, Roma, sono soltanto alcuni dei nomi selezionati ad animare questa nuova edizione.
Con la tradizionale divisione in 5 sezioni (Established Contemporary, Established Masters a cura di Alberto Salvadori, Emergent a cura di Attilia Fattori Franchini, Decades a cura di Alberto Salvadori, Generations) si avvicenderanno nei padiglioni di fieramilanocity_MiCo – e parallelamente su una piattaforma digitale dedicata – opere di artisti contemporanei affermati, maestri moderni e giovani emergenti. Le sezioni curate pongono un accento di importanza non soltanto sul carattere progettuale delle scelte – nate sia in continuità e in dialogo con le gallerie selezionate, sia con l’interesse, come nel caso della sezione Decades, a tracciare un percorso storico che attraversa il Ventesimo secolo – ma anche sulla necessità di tornare finalmente a vedere opere dal vero, con progetti di qualità e artisti afferenti al panorama nazionale e internazionale, spesso con progetti monografici e mostre bi-personali ad attivare interessanti incontri tra diverse generazioni: William Anastasi e Judith Fegerl per Galerie Hubert Winter (Vienna); Martino Gamper e Giò Ponti per Nilufar (Milano); Greta Schödl e Giulia Marchi per LABS Contemporary Art (Bologna); Flavio Paolucci e Giovanni Frangi per KROMYA Art Gallery (Lugano).
Si rinnova la collaborazione con Intesa Sanpaolo come main partner, nell’interesse congiunto a consolidare la centralità di Milano nel panorama nazionale e internazionale. Confermato anche il Fondo di Acquisizione di Fondazione Fiera Milano del valore di 50.000 euro destinato a opere d’arte che andranno ad arricchire la collezione di Fondazione Fiera Milano ospitata all’interno della Palazzina degli Orafi e attualmente composta di 99 lavori in rappresentanza di linguaggi artistici differenti. Oltre al Fondo, sono stati confermati anche i principali premi: il Premio Herno, nato dalla collaborazione tra miart ed Herno e giunto alla sua sesta edizione, assegnerà un riconoscimento di 10.000 Euro allo stand con il miglior progetto espositivo; il Premio LCA per Emergent, del valore di 4.000 euro, istituito nel 2015 e nato dalla collaborazione tra miart e LCA Studio Legale, è destinato alla galleria con la migliore presentazione all’interno della sezione Emergent; il Premio Rotary Club Milano Brera per l’Arte Contemporanea e Giovani Artisti, giunto alla sua dodicesima edizione e istituito nel 2009 come primo riconoscimento nel contesto di miart, prevede l’acquisizione di un’opera di un artista emergente o mid-career da donare al Museo del Novecento di Milano.
Il grande cambiamento della prossima edizione riguarderà il padiglione ospitante, non più il padiglione 3 bensì il padiglione 4, interamente ristrutturato e pronto ad accogliere in totale sicurezza – grazie agli ampi spazi rinnovati e ai protocolli messi in atto – il pubblico e le gallerie. Una maggiore fruibilità e una correlazione stretta tra spazi e gallerie ospitate sarà il tratto distintivo di un’edizione che sembra privilegiare l’importanza del linguaggio e della comunicazione a partire dalla particolare attenzione rivolta alla parola poetica come forma di linguaggio universale: Dismantling the silence, dall’omonima raccolta di versi del poeta statunitense di origine serba Charles Simić, è il titolo scelto ad accompagnare un’edizione che avvalora il dialogo tra passato e presente, rifuggendo una distinzione netta e ricercando una continuità tra storia e sperimentazione che possa promuovere le iniziative della fiera come rivolte a rilanciare in toto progetti e processi dischiusi attraverso la molteplicità dei linguaggi artistici della contemporaneità.
Come sottolinea Ricciardi l’interesse della fiera sarà quello di costruire un dialogo reciproco, basato sulla fiducia – da cui la scelta del titolo risulta significativa – che dia la possibilità a espositori e pubblico di confrontarsi con una serie di progetti che per ampiezza e qualità possano dunque presentarsi come delle piccole mostre.