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Beyond Binaries a cura di Erinni | AlbumArte, Roma

Primo capitolo a cura di Erinni – associazione fondata dalle curatrici Daniela Cotimbo e Arianna Forte e dalla studiosa esperta di tematiche di genere Cinzia Forte – Beyond Binaries è il momento conclusivo di un percorso iniziato nel mese di giugno 2022, a Roma, che ha visto coinvolte diverse personalità artistiche nel contesto del quartiere […]

AlbumArte_Beyond Binaries_Mara Oscar Cassiani_photo credits Vittorio Antonacci
AlbumArte – Beyond Binaries – Mara Oscar Cassiani – photo credits Vittorio Antonacci

Primo capitolo a cura di Erinni – associazione fondata dalle curatrici Daniela Cotimbo e Arianna Forte e dalla studiosa esperta di tematiche di genere Cinzia Forte – Beyond Binaries è il momento conclusivo di un percorso iniziato nel mese di giugno 2022, a Roma, che ha visto coinvolte diverse personalità artistiche nel contesto del quartiere di Torpignattara. Dalla rielaborazione di questa esperienza di condivisione con il quartiere e con la città stessa, in un contesto nel quale storicamente si sono sedimentate comunità differenti, trova origine un progetto ricco ed interessante che prima ancora di essere mostra d’arte è una riflessione sulle questioni di identità e di genere. 

Un legame molto evidente, quello con le omonime figure care alla mitologia: <<Le Erinni sono delle divinità arcaiche femminili non sessualizzate, il cui giudizio è temuto da tutto il pantheon greco che si sostiene di base su valori machisti, che ristabiliscono l’equilibrio nel caos del mondo di dei e uomini>>, raccontano le tre fondatrici dell’associazione culturale. <<Ci ispiriamo a queste figure, ovviamente in maniera iperbolica, che esprimono una femminilità altra, a tratti impietosa, portatrice di saperi super partes. La nostra associazione nasce con l’intento di coniugare ricerca in campo artistico e curatoriale con l’attivismo trasfemminista  e, senza volerci ergere a divinità, ci piace mantenere questa carica a tratti rabbiosa come a tratti benevola. Nonostante poi le Erinni evochino l’antichità, in connessione con le nostre radici classiche, noi siamo molto proiettate sui linguaggi del contemporaneo e sulle commistioni tra arti, tecnologie e saperi scientifici e con potenziali interazioni con intelligenze altre>>.

A partire da pratiche e media differenti, tutte le personalità coinvolte provano a dare la propria risposta ad una domanda che si fa sempre più urgente, quella che chiede all’arte – in quanto testimonianza del vivere contemporaneo – la capacità di rappresentare il reale. In quest’ottica la mostra collettiva formata da Mara Oscar Cassiani, Call Monica, Ginevra Petrozzi e Giulia Tommasello si mettono a confronto, esprimendo la propria voce all’interno di un contesto sociale e culturale che si muove – ogni giorno di più – al di là dei binari entro i quali si tracciano i limiti sedimentati di una realtà sempre più stretta. 

Un contesto di confronto, quello della periferia romana, che fa da scenario ad un terreno fertile di incontro e crescita. <<Questo progetto è stato una prima grandissima sfida: abbiamo provato a entrare in contatto diretto con le persone di un territorio vivo e a tratti problematico come quello di Torpignattara, proponendo di lavorare attivamente su delle tematiche complesse, da stereotipi sull’intimità femminile ai potenziali futuri perfetti in cui il genere non ci condiziona. Sono proprio le artist3 che abbiamo coinvolto – Giulia Tomasello, Ginevra Petrozzi, Call Monica e Mara Oscar Cassiani – che sono riuscit3 a creare questa scintilla, proponendo attraverso le loro pratiche artistiche, un dialogo e una connessione. Il quartiere, che abbiamo scelto per la sua veracità culturale e complessità sociale, lo abbiamo avvicinato dapprima attraverso uno studio diretto sul territorio con il sostegno di alleati, dai Comitati di quartiere a studi d’artista, e se inizialmente abbiamo percepito un po’ di diffidenza poi si sono creati dei legami affettivi e dei momenti di incontro molto intensi ed emotivi.
Le artist3 poi hanno rielaborato questa esperienza e insieme siamo riuscite a trasporre queste riflessioni collettive in nuovi produzioni artistiche che sono in mostra ad AlbumArte adesso. Abbiamo provato quindi a immergerci nelle tematiche che volevamo affrontare, senza assumere una posizione “dall’alto” ma nell’ottica della cura e del creare comunità>>, commentano le curatrici del progetto.

Chi è Louisa (?) è l’installazione site-specific di Giulia Tommasello, che prende spunto dalla salute intima femminile, tentando di sovvertire quei tabù connessi al sistema medico e alla conoscenza del corpo femminile. 

Il collettivo Call Monica – formato da Barbara Bordoni, Est Coulon, Gaia Ginevra Giorgi, Alessandra Grieco e Theresa Maria Schlichtherle – presenta Politics of walking, una mappa del quartiere di Torpignattara che indaga lo sguardo patriarcale come elemento distintivo di costruzione culturale ed espressione di potere.Dalla performance svoltasi lo scorso 1° luglio presso il Casilino Sky Park, Mara Oscar Cassiani riprende alcuni elementi che confluiscono in Nuovo Habitat, un progetto che indaga la possibilità di costruire nuove forme culturali in contrapposizione agli stereotipi di genere. Infine, in occasione dell’inaugurazione della mostra, Ginevra Petrozzi ha presentato la performance Profētai, nella quale la capacità predittiva di alcuni elementi divinatori viene messa a confronto con la capacità funzionale di alcuni algoritmi, permettendo al pubblico di interagire con essi e dunque di alterarli. 

Tematiche, dunque, quantomai delicate e attuali nel contesto contemporaneo. Se ne parla abbastanza o c’è ancora tanta strada da fare? <<Come si suol dire, non è mai abbastanza! Sicuramente lo stimolo ad affrontare queste tematiche per noi non è partito dal nostro contesto di appartenenza. Ormai nel pensiero critico contemporaneo sono tant3 ad occuparsi di questi temi, da Donna Haraway a Rosi Braidotti, da Paul Preciado a McKenzie Wark (e la lista sarebbe ancora lunghissima), ma i progetti nel panorama italiano che indagano questi temi si contano sulla punta delle dita. Ad esempio, siamo state molto felici del fatto che quest’ultima Biennale di Venezia ospitava il lavoro di Elisa Giardina Papa, artista che stimiamo profondamente e che da tanto tempo indaga i temi a noi cari.

Sicuramente però c’è ancora tanto da fare. Ad esempio, le artist3 che abbiamo coinvolto sono tutte italiane ma la loro carriera attualmente è più collegata a esperienze internazionali. Questo dipende anche dai linguaggi che utilizzano, Ginevra Petrozzi e Giulia Tomasello sono si muovono nel contesto del design speculativo, Call Monica è un collettivo che opera principalmente nell’ambito della performance, così come Mara Oscar Cassiani la cui ricerca, tra l’altro, è fortemente focalizzata sui linguaggi del web. Ci piaceva questa idea di “riportare a casa” queste esperienze e di dare il nostro contributo nella speranza che questi temi siano sempre più presenti nelle ricerche artistiche>>.

Quali i prossimi passi? Sicuramente fare e fare bene: <<Il futuro, che tra l’altro è uno dei temi della nostra mostra, è sempre materia complessa. Tutte noi siamo impegnate oltre che in questo in altri progetti, spesso affini, per cui non abbiamo ancora avuto modo di sederci “a tavolino” e tirare le somme di questa esperienza. Ci sono arrivate già diverse proposte di collaborazione, il tutto dipenderà anche dal taglio che vogliamo dare ai nostri interventi. Siamo cariche di energie e sicure della necessità di andare avanti, il come lo scopriremo meglio nei prossimi mesi>>.

AlbumArte . Beyond Binaries_Ginevra Petrozzi_photo credits Vittorio Antonacci
Beyond Binaries_Call Monica_photo credits Chiara Cor
Beyond Binaries . Ginevra Petrozzi- Propethai – photo credits Chiara Cor
AlbumArte_Beyond Binaries_Giulia Tomasello_photo credits Vittorio Antonacci