
Galleria Continua è ramificata dentro San Gimignano: oltre allo spazio principale del cinema-teatro, possiede delle ali limitrofe, tra cui l’ampio appartamento sopra l’albergo Leon Bianco.
Qui è stata allestita A single bed, a single room, mostra personale di Berlinde De Bruyckere.
Fuor di dubbio che il cinema-teatro avrebbe permesso maggior ampiezza installativa, ma altrettanto vero che per una fiamminga l’ambiente contenuto della stanza è il più congeniale in assoluto.
Nella dimensione intima della casa e della sua successione di stanze si susseguono le sculture dell’artista, innestate come fossero anomali complementi d’arrendo.
Il lavoro di De Bruyckere è corpo, carne e membra, anche in loro diretta assenza.
Cosa è una casa, senza una camera da letto?
Walburga 16 november ‘18, 2019 e 16 november ’18, 2019 sono letti sopravvissuti, in cui restano lenzuola bianche ed inamidate ad ospitare una sovrapposizione di coperte consunte. Esili e lividi corpi di tronchi in cera riposano su questi giacigli, in cui i colori tenui rosa, pistacchio e crema di alcuni strati di coltri ne potenziano la drammaticità.
I lavori di De Bruyckere posseggono la qualità straordinaria di essere innocenti, perturbanti e violenti contemporaneamente.


In 16 november ’18, 2019 è aggravata la sensazione di impotenza, perché il corpo-tronco è smisuratamente più lungo rispetto al letto, inadatto ad ospitarlo: è -più facilmente è stato- scomodo, a disagio, per tutto il tempo in cui è rimasto adagiato. E’ stecchito.
Enclosed Garden, 2019 è un contenitore di ossa, grossolanamente stipate, forse resti di un pasto conservate con vezzo inquietante tra la carta da parati.
A single bed, a single room è un appartamento delle membra, paradossalmente anche familiare, dove i resti della macelleria, umana-animale-vegetale, sono disposti con un’attenzione, un gusto e una maniacalità che accomuna l’artista allo psicotico, fissandone plasticamente l’operato.
La mostruosa lettura pare avvallata dalla scelta di Berlinde De Bruyckere di collocare Honte, 2018-2019, spettrale visione separata dal resto del corpus, nello spazio della torre: adagiato su un brutale altare di pietra, è il “cavallino sacrificale”, realizzato in piombo, materiale per eccellenza legato alla nigredo melanconica, indicando un processo metaforico di pulizia e purificazione.
“E’ criminale uccidere la vittima perché essa è sacra… ma la vittima non sarebbe sacra se non la si uccidesse”
René Girard



