Due uomini, una donna. Una rete attaccata al soffitto, strumenti musicali, fogli sparsi insieme ad alcune bottiglie vuote. Tre figure sotto una tettoia cantano e suonano una melodia dal ritmo catartico e suggestivo.
Questa è l’immagine che appare appena varcata la soglia dello spazio di Almanac Inn durante la performance tenutasi a Marzo 2020 in occasione della mostra di Benni Bosetto Il portico. Per la stanza alcuni indumenti appesi rendono la scena familiare, quasi domestica. Sui vestiti sono riportati disegni di vario genere, testimonianza di racconti che sono stati svelati all’artista durante una serie di incontri con veggenti e sensitivi che hanno portato alla luce le storie delle sue vite passate e future.
Lo spazio della galleria torinese si anima con canzoni folk e storie scritte da terzi e affidate a tre performer nella costituzione di una comunità temporanea. Come viandanti in sosta da un lungo viaggio o cantori durante uno spettacolo, i tre attori raccontano storie lontane e vicinissime, ne reincarnano i protagonisti attraverso la forza delle parole e della musica. La serie di canzoni messe in scene rimandano alla tradizione orale che prevedeva la trasmissione di racconti, spartiti di storie e leggende sopravvissute nei secoli e a discapito della locazione geografica.
L’artista da vita così a narrazioni inedite, tra l’onirico e il reale, in cui sembra nascere una nuova dimensione comunicativa e di relazione. A distanza di un metro uno dall’altro gli spettatori-attori – nel rispetto delle indicazioni relative all’emergenza COVID-19 – partecipano allo spettacolo, anche loro all’interno di quel luogo di scambio e relazione che è il portico, da sempre ambiente di passaggio e disimpegno. Di uso sia pubblico che privato in passato si animava spesso di canti e danze che aprivano alla creazione di legami nuovi. In Bosetto il portico diventa anche un pretesto per indagare il rapporto tra opera, spazio e pubblico. In questo contesto l’artista si interroga sulla natura dell’identità e affronta il tema della reincarnazione e del rito come pratiche di fabbricazione del sè.
Corpi e voci in movimento contribuiscono alla creazione di un’idea di comunità fondata sulla capacità di creare strutture di senso attraverso un atto creativo. La musica riesce a entrare in contatto con l’essere umano e a influenzarne i vissuti e si dimostra un potente strumento di ritualità e scambio prezioso. La voglia di raccontare storie e di condividere, di cercare luoghi di socialità e di scambio, spazi di supporto e speranza emerge ancora una volta come insito nella natura umana.
Benni Bosetto – Il Portico
Almanac Inn, Torino
Fino al 30 maggio 2020
Performers: Alfy Blue Fox, Maria Mallol Moya e Vincenzo Marando
Texts contributors: Enrico Boccioletti, Lisa Dalfino & Sasha Kanah, Martina De Rosa, Allison Grimaldi, Andrea Magnani, Dalia Maini, Nolwenn Salaun, Federico Tosi
Costume design: Melissa Jane Palmer