ArtOnTime | Intervista con gli organizzatori

"Nasce con la finalità di indagare e promuovere la ricerca all’interno del linguaggio della performance che, negli ultimi anni, è riuscito a delinearsi come uno dei campi di maggiore innovazione e sperimentazione nel mondo dell’arte contemporanea".
12 Dicembre 2017
Invernomuto, Menelikk. Credits Giada Spera

Invernomuto, Menelikk. Credits Giada Spera

Marco Trevisan, consulente di Christie’s, Giorgio Fasol, collezionista, e Tommaso Cinti, gestore della piattaforma di crowdfunding artraising.org hanno ideato il progetto espositivo e curatoriale, che ha anche un premio, ArtOnTime. Il progetto cerca di rispondere alla seguente domanda “È possibile affiancare alla performance art, disciplina artistica effimera, un progetto di crowdfunding?”.
Sabato 2 dicembre, a Palazzo delle Esposizioni e nell’ambito di Digitalife 2017 – la rassegna del Romaeuropa Festival dedicata all’arte digitale e alle nuove tecnologie in corso fino al 7 gennaio 2018 –, sono state presentate le performance L’oblio di Julia Krahn e Menelikke di Invernomuto, che sono stati selezionati dalla giuria – composta da Giorgio Fasol, Fabio Castelli, Antonio Grulli, Riccardo Lisi e da Monique Veaute – assieme anche a Luigi Presicce e Giordano Rushgli, come esempi di «artisti [che] si confrontano con nuove forme di collezionismo e mecenatismo diffuso, per superare i meccanismi e le logiche tradizionali del mercato dell’arte».

Il vincitore del premio è stato Invernomuto, il duo composto da Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi nato nel 2003.

Segue l’intervista con i tre organizzatori di ArtOnTime.

ATP: Mi potreste descrivere il progetto ArtOnTime in sintesi?

Marco Trevisan, Giorgio Fasol, Tommaso Cinti: ArtOnTime è un premio, un progetto espositivo e una iniziativa di crowdfunding. Nasce con la finalità di indagare e promuovere la ricerca all’interno del linguaggio della performance che, negli ultimi anni, è riuscito a delinearsi come uno dei campi di maggiore innovazione e sperimentazione nel mondo dell’arte contemporanea. E’ un tentativo di sperimentare un nuovo modello di produzione artistica e di collezionismo, mettendo in sinergia gli artisti con le istituzioni (MIA Photo Fair, Istituto Svizzero, Fondazione Romaeuropa), con alcune personalità del mondo dell’arte contemporanea membri del comitato del premio (G.Fasol, M.Veaute, F.Castelli, R.Lisi, A.Grulli), e con una nuova platea di collezionisti grazie alla piattaforma di crowdfunding Artraising.  

ATP: In cosa consiste la piattaforma di crowdfunding di cui si è avvalso il progetto?

MT, GF, TC: L’apparato organizzativo a supporto della raccolta di crowdfunding è stata assicurata dal fondamentale contributo di Eberhard & Co, maison di orologeria svizzera che ha creduto in un progetto innovativo.  Ciò ha permesso di poter pianificare un progetto espositivo in tre tappe (Milano, Venezia, Roma), un piano comunicazione, un supporto di un ufficio stampa, etc., tutto per poi far funzionare anche l’ultima parte di raccolta. La piattaforma è servita agli artisti per promuovere i propri lavori, concepire delle opere derivate e dei reward per creare anche mercato attorno ai progetti stessi, e tale raccolta è stata di totale competenza degli artisti.

ATP: Quali sono i criteri che hanno portato alla scelta dei quattro artisti che sono stati scelti: Invernomuto, Julia Krahn, Luigi Presicce, Giordano Rush?

MT, GF, TC: Sono stati proposti dal comitato, che ha cercato di pensare a nomi eterogenei tra di loro, che esprimessero modalità diverse di affrontare la performance. Julia Krahn è più vicina alla tradizione della performance legata all’uso del proprio corpo, gli Invernomuto usano più mezzi e indagano le diverse culture del mondo, Giordano Rush gioca sulle diverse personalità che ognuno di noi mette in scena ogni giorno, e Luigi Presicce è attento ai simboli che si tramandano dalla storia e dalla tradizione, soprattutto cristiana. Si è pensato, comunque, ad artisti che siano in fase di crescita nella loro carriera e che abbiano cominciato percorsi con ampie potenzialità.

ATP: “Il tema del premio è il tempo, nelle sue varie accezioni. Il secondo elemento di distinzione è il coinvolgimento degli artisti nell’indagare nuove forme di distribuzione e vendita dell’opera performativa e di tutto ciò che si sedimenta attorno e a seguito di questa”. Che cosa intendete con “tempo”? E in che termini viene chiesto agli artisti di riflettere sulle forme di vendita e promozione delle loro performance?

MT, GF, TC: La performance è legata, per ovvie ragioni, a doppia mandata al concetto di tempo (la durata, l’unicità come non ripetibilità, etc.). Si è voluto insistere su questo approccio, chiedendo agli artisti di ragionare su progetti che avessero a che fare in vario modo col tempo: ad es. gli Invernomuto hanno presentato un lavoro che ragiona sul tempo come accumulo e sovrapposizione di culture differenti, Julia Krahn si è ispirata al concetto di oblio a cominciare dal titolo del suo lavoro, Luigi Presicce al recupero di alcuni atti simbolici legati al passato e al loro distacco dal significato originale, Giordano Rush al tempo come impossibilità di mantenere sempre una stessa personalità e una stessa linea coerente nel proprio ruolo nel mondo.  

ATP: Il vincitore di questa edizione di ArtOnTime è Invernomuto. Perché la giuria ha premiato il duo di artisti?

MT, GF, TC: Invernomuto ha messo in scena una performance che ha saputo unire il tema della memoria (della guerra italiana in Etiopia)  con una formula contemporanea, un  canto – di due cantanti a Venezia, uno a Roma – che hanno scelto la diaspora in Europa, esprimendo un linguaggio multiculturale. Il tempo esprime quindi, in questo lavoro di Invernomuto, un processo di sovrapposizione di culture e linguaggi, producendo un fake che va accettato come tale e che ben rappresenta certi meccanismi evolutivi della società contemporanea. Insomma, un lavoro sulla memoria che racconta anche di fenomeni molto attuali.

ATP: In cosa consisteva la loro performance? 

MT, GF, TC: Un canto particolare, di difficile comprensione, ma che esprimeva in maniera efficace il senso delle culture che si mescolano, delle storie e dei linguaggi che si sovrappongono, e di nuovi mondi che si creano.

Julia Krahn, L’oblio. Credits Giulia Spera

Julia Krahn, L’oblio. Credits Giada Spera

Julia Krahn, L’oblio. Credits Giada Spera

Julia Krahn, L’oblio. Credits Giada Spera

Invernomuto,  Menelikke. Credits Giada Spera

Invernomuto,  Menelikke. Credits Giada Spera

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