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La descrizione di un attimo secondo Arcangelo Sassolino | Galleria Continua, San Gimignano

Fino al 7 settembre, alla galleria Continua, è in corso la mostra "Present Tens, dell'artista vicentino Arcangelo Sassolino.

«Ho bisogno che il concetto del tempo sia incarnato nella materia. Io credo che la scultura diventerà sempre più “liquida”, non riesco più a concepirla come qualcosa di fisso, di statico. Quello che vediamo ora, per esempio, sta già diventando qualcos’altro, in una condizione di costante instabilità». Quello che vediamo qui ora, mentre Arcangelo Sassolino sfodera questo ossimoro ad effetto (“scultura liquida”), sono tre dischi d’acciaio che ruotano su se stessi centrifugando con fare lento e solenne la sostanza viscosa di cui sono ricoperti. Appesi alle pareti nello spazio Cisterna della Galleria Continua, a San Gimignano (Siena), sono i grandi protagonisti di Present Tense, mostra personale dell’artista vicentino (1967) aperta al pubblico fino al 7 settembre. Riappaiono nel celebre borgo toscano dopo che – in diverse configurazioni – si erano palesati nella Basilica Palladiana di Vicenza (nel 2023, in dialogo con Caravaggio e Antoon van Dyck), alla Repetto Gallery di Lugano (per l’esposizione No flowers without contradiction, tra 2024 e 2025) e, pochi mesi fa, in una versione extralarge da 8 metri di diametro (Memory of becoming, tra gli “highlights” della Biennale di Arte Islamica a Jeddah, in Arabia Saudita).

In queste installazioni, la rotazione ipnotica e perpetua delle strutture compensa la forza di gravità che trascina l’olio industriale – di vario colore – verso il basso. Nel suo perimetro circolare, il fluido si spande sulla superficie, si gonfia e si stratifica, si allunga in obliquo assecondando traiettorie imprevedibili. La scultura “liquida” e anti-monolitica è anche pittura in movimento, in grado di auto-generarsi; eppure, qualcosa si perde: gli equilibri si incrinano – accade, non può non accadere, anche se non sappiamo quando – e il derivato del petrolio gocciola fuori, si dissipa, depositando una traccia cromatica sul pavimento. Metafora della perdita, inevitabile certificazione del tempo che scorre.

È una costante del suo lavoro, di una pratica sempre più nota – in Italia e all’estero – e sempre più raccontata: Arcangelo Sassolino rincorre l’attimo in cui tutto può cambiare. Trattenendo il fiato nell’attesa che qualcosa si compia, con lui progrediamo incerti verso un punto di svolta: quella lacerazione definitiva che separa due dimensioni opposte e irrimediabilmente inconciliabili, ovvero il “prima” e il “dopo”. 

Arcangelo Sassolino, Present tense, exhibition views Galleria Continua, San Gimignano, Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA, Photographer: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Arcangelo Sassolino, Present tense, exhibion views Galleria Continua, San Gimignano, Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA, Photographer: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Le sue opere sono la testimonianza tangibile di qualcosa che sta accadendo: qualcosa che non era fino a poco fa e che è destinato – inesorabilmente – a non essere più; sono grumi di precarietà rappresa, descrizioni di possibilità sul punto di avverarsi, opzioni che potrebbero anche non verificarsi mai. Quando la trasformazione si conclude, l’esperienza risuona di echi profondi. Stiamo pensando a Violenza casuale, opera riconfigurata in scala imponente per la già accennata esposizione alla Repetto Gallery e ora fruibile a Lerici (La Spezia) nel contesto di Fratture Armoniche, altra mostra di Sassolino visitabile in queste settimane estive (fino all’8 agosto). Descrizione: un ciocco di legno è preda dell’avanzare inesorabile di un pistone pneumatico; il legno scricchiola, inizia a scheggiarsi, non può fare nulla per opporsi alla potenza cieca e indifferente della macchina; poi si spezza del tutto, improvvisamente, con uno schianto secco – un grido di resa che ci colpisce e ferisce. 

Più spesso, le forze in campo vengono apparecchiate in modalità silenziosa, enfatizzando la tensione dinamica tra ciò che osserviamo e ciò che è precluso allo sguardo, tra la stabilità apparente e il potenziale pronto a deflagrare. È il principio che informava Everyday life (una lastra quadrata di vetro deformata dal peso di un enorme sasso, presentata all’ultima Art Basel nella sezione Unlimited) e che ora governa altre due opere in mostra a San Gimignano, La forma dell’attesa e Impartial Silence, con blocchi di granito e di acciaio in bilico – rispettivamente – su una bottiglia di uso comune e su un barattolo trasparente: per quanto riusciranno a sostenerne il carico? Fino a quando durerà la stasi? Esploderanno mai?

Nello studio-officina allestito a Trissino, alle porte di Vicenza – non poteva che venire dal Veneto, uno come lui: da una terra che bada al sodo, abituata a fare e rifare, spaccare e costruire –, Sassolino sperimenta indefesso con i prodotti dell’industria e della tecnica, con l’evidenza concreta dei materiali, con le leggi inconfutabili della fisica. È il rabdomante delle tensioni in atto, un apologeta delle mutazioni, l’esteta brutale dei cambiamenti di stato. L’artista-ingegnere Sassolino fa la radiografia agli istanti per ribadire che ognuno di essi è un inizio e una fine, un termine e un’origine: è l’impermanenza, di cui sono specchio i dischi in movimento perpetuo alla Galleria Continua, che ruotano e colano sempre anche quando non c’è nessuno a guardarli.

Cober: Arcangelo Sassolino, Impartial silence, 2025, granite, glass and steel, 165 x 83 x 45 cm, 64.96 x 32.67 x 17.71 in, Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA, Photographer: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Arcangelo Sassolino, The constant ma4er, 2025, 160 cm (diameter), industrial oil, steel and electrical system, Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA, Photo: Arcangelo Sassolino Studio