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Andrea Salvino, E tu E noi E lei Fra noi Vorrei Non so | Richter Fine Art, Roma

Prosegue fino al 10 giugno, presso la galleria romana Richter Fine Art,l’ultima personale di Andrea Salvino (Roma, 1969). La mostra prende le mosse dal testo della canzone Pensiero Stupendo che Patty Pravo intonava negli stessi anni in cui i militanti...

Andrea Salvino – Richter Fine Art – Installation view – ph credits Giorgio Benni

Prosegue fino al 10 giugno, presso la galleria romana Richter Fine Art,l’ultima personale di Andrea Salvino (Roma, 1969). La mostra prende le mosse dal testo della canzone Pensiero Stupendo che Patty Pravo intonava negli stessi anni in cui i militanti delle Brigate Rosse lanciavano i loro proclami e l’Italia volgeva oramai al tramonto di un’epoca fatta di lotte e rivendicazioni. Nella generazione dell’inversione di senso determinata dall’accostamento di una canzone come Pensiero Stupendo con un anno, il 1978, cruciale nella storia politica italiana, Salvino decide scientemente di accorpare due linguaggi – il linguaggio decisamente suadente del pezzo della Pravo e il linguaggio politicamente connotato, di rimando a un’epoca travagliata come quella degli Anni di Piombo – per rimarcare un contenuto identitario che, culturalmente e socialmente, si stratifica nella memoria sotto forma di eterno ritorno.
Il percorso della mostra si snoda attraverso un insieme di lavori che uniscono pittura, disegno e scultura disseminando nello spazio le tracce tangibili di un racconto senza fine e sofisticato, che sembra sviscerare fatti e storie senza la possibilità di una lettura univoca, un racconto che unisce registri linguistici per certi aspetti antitetici eppure destinati a incontrarsi e a generare dei nuovi contenuti di senso. Se nella pratica di Salvino la presenza più o meno manifesta della Storia è un aspetto ineliminabile, destinato a transitare in una serie di immagini che ben presto diventano parte interagente di una più ampia storia culturale e sociale, in questa mostra l’artista genera uno scatto deciso e ulteriore nella visione, sovrapponendo strati di memoria che si incanalano in un turbinio senza fine di rimandi a luoghi, persone e fatti sedimentati ed entrati a far parte della sua memoria personale. Dal ritratto a olio di Pierre Clémenti – attore magistrale in uno dei film più celebri di Pasolini, Porcile – a quelli su tavola di Pinocchio (2018 e 2019), dai disegni a matita su foglio A4 al ritratto in gesso del diabolico personaggio letterario Fantomas (2019), creato agli inizi del ‘900, Salvino mette in scena la possibilità che il segno, pittorico e non, si rinnovi costantemente sotto lo sguardo vigile di chi osserva.

Andrea Salvino – Richter Fine Art – Installation view – ph credits Giorgio Benni

Come emerge dal testo introduttivo alla mostra, quello dell’artista è “un tentativo di generare emozioni, partecipazione, riconoscimento in fatti, storie, figure, persone o anche attrazione e repulsione verso ciò che si guarda.” Questo tentativo di riconoscimento è ben descritto dal grande olio su tela, E tu, E noi, E lei, Fra noi, Vorrei, Non so (2017), che, già nel titolo, si presenta come paradigma e punto d’avvio. Il quadro, con una donna di spalle immersa in un piano di superficie non meglio descritto, se non da una serie convinta di pennellate dal tratto divisionista, invita in tal modo a immergersi in un flusso continuo in cui la temporalità è invertita e i confini dello spazio divengono più labili.
Quella di Salvino è una pittura dal gusto tardo ottocentesco, in cui una palette di colori terrosi si unisce a una pratica disegnativa dal tratto compulsivo, veloce e tagliente; nei piccoli disegni a matita e nell’olio su tela raffigurante alcuni corpi a terra, questa pratica sembra addirittura rievocare le scene del crimine di Honoré Daumier, in un rincorrersi di stimoli al limite tra il voyeuristico e il perturbante.
La continuità e la variazione di registi linguistici e contenutistici plurimi ed eterogenei, dal cinema alla politica, si manifesta così nella ricerca spasmodica di un inventario mnestico per immagini, un documentario figurativo che l’artista estrapola da fotografie, vecchie cartoline, libri, pellicole o stampe.
Da questa prospettiva, la contaminazione e la trasversalità si confermano essere due aspetti intrinseci alla modalità attraverso cui si dipanano la processualità e la pratica di Salvino.

Fino al 10 giugno 2020

Andrea Salvino, Disegno in A4, 2011 – Richter Fine Art – ph credits Giorgio Benni
Andrea Salvino – E tu, E noi, E lei, Fra noi, Vorrei, Non so (2017), Olio su tela_Cm 120 x 160 – Courtesy Richter Fine Art – Installation view – ph credits Giorgio Benni
Andrea Salvino_Senza titolo, Olio su tela, 40x50cm, 2019 – Courtesy Richter Fine Art – Installation view – ph credits Giorgio Benni