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Amy Feldman | Pascual Sisto – Brand New Gallery

[nemus_slider id=”51384″] La prima mostra, che accoglie il visitatore entrando in galleria, è dell’artista newyorkese Amy Feldman: Moon Decorum. Sono presenti dieci acrilici su tela, in cui domina solo il colore grigio, in diverse tonalità (dal peltro al calcestruzzo), su sfondo bianco. L’artista realizza i dipinti partendo da un bozzetto che disegna, prima, su cartoncino. […]

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La prima mostra, che accoglie il visitatore entrando in galleria, è dell’artista newyorkese Amy Feldman: Moon Decorum. Sono presenti dieci acrilici su tela, in cui domina solo il colore grigio, in diverse tonalità (dal peltro al calcestruzzo), su sfondo bianco. L’artista realizza i dipinti partendo da un bozzetto che disegna, prima, su cartoncino. Le forme che realizza, sempre in questa fase preliminare, hanno due differenti echi d’ispirazione: la superficie lunare (sia vista scientificamente che percepita romanticamente) e la fisicità dei corpi. Guardando questi quadri – Ever Revved, Spirit Critic, Lent Light, ecc. – , tutti realizzati nel 2015, colpisce il rimando visivo a cavità e sporgenze organiche, parti di un corpo, o un corpo stesso. Insieme, tuttavia, c’è un bagliore lunare, un Moon Decorum, come suggerisce il titolo della mostra – tratto dal titolo omonimo di un quadro esposto. La Feldman sembra voler dar vita ad un connubio, stretto e incoercibile, tra un’astrazione “scientifica”, che per forza di cose ci parla di corpi, materia, fisicità, e, insieme, di ultra-fisicità, di ultra-mondanità. Ci parla di un mondo infinitamente grande (come quello lunare, come l’universo) o infinitamente piccolo (come le microscopiche particelle organiche di un corpo). Due mondi opposti, ma egualmente inavvicinabili, ineffabili fino in fondo. Le forme che prendono corpo sulla tela trasudano visivamente una gestualità pronta ed energica, con grandi grumi di colore grigio, quasi gomitoli di lana perlacea, o con più esili linee morbide e sinuose. Il fatto è che il dipinto, per la Feldman, è un gesto unico, concluso in se stesso: il dipinto è l’atto del fare pittura in una sola seduta, senza ritocchi e rimandi. Da questo approccio fugace e risoluto alla tela, nascono opere sensuali, con escrescenze, rientranze, curvature e rialzi. Tutto, però, è una miscela cauta e timida di forme e rimandi ironici, ma sinceri, sentiti e subito impressi sulla tela, con un solo gesto nato, però, da analisi accurata del corpo, del corpo nel mondo, e, poi, da atti mentali romantici, poetici.

Amy Feldman,   Moon Decorum,   Installation view,   Brand New Gallery,   Milano
Amy Feldman, Moon Decorum, Installation view, Brand New Gallery, Milano

La seconda mostra, intitolata En Plein Air, è dell’artista spagnolo Pascual Sisto, che ora vive e lavora a Los Angeles. Entrati nello spazio espositivo, tutto intorno a noi è buio. Le tenui luci presenti provengono da tre video-proiettori, che riproducono le immagini sul muro frontale all’entrata, da tre piccoli schermi con altrettanti video e da una lampada che illumina l’ambiente con punti luminosi gialli di varie dimensioni. Tutto intorno a noi, ancora, è verde con delle macchie gialle: la moquette sotto i nostri piedi, le riproduzioni negli schermi e sul muro – di foglie maculate e di piccole galassie di macchie gialle –, le due stampe su carta – di agglomerati di punti bianchi e neri –, la pianta artificiale le cui foglie sono colpite dai punti di luce. Tutto intorno a noi, infine, ha un suono – di fauna selvatica – ed un odore – di bosco, emanato da diffusori. La mostra di Sisto è nata dallo studio dell’“alloro macchiato”, una pianta enormemente diffusa nelle case, nei condomini, nei supermercati per la sua lunga durata e per le poche cure necessarie al suo mantenimento. Le foglie, come suggerisce il nome, sono maculate, cosparse di macchie bianco-gialle di dimensioni variabili. Pascual Sisto è interessato al fatto che questa pianta sia il risultato di un esperimento scientifico fatto a laboratorio, con lo scopo di dar vita ad una pianta di media bellezza ed adatta a molteplici situazioni domestiche, modificando i geni del DNA vegetale. La mostra vorrebbe, con medio successo, attrarre lo spettatore in questo turbinio di natura-non natura, realtà-finzione, ecosistema-laboratorio, proponendo una dimensione che, per suoni, luci, forme e colori, possa creare un cortocircuito interpretativo, che faccia riflettere su quanto possa essere labile il confine che separa non solo ciò che è reale da ciò che non lo è, ma anche la nostra abilità di recepirlo come tale e l’assoluta incapacità di farlo.

Entrambe le mostre sono visibili fino al 23 Dicembre 2015 alla Brand New Gallery di Milano

Pascual Sisto,   En Plein Air - Installation view,   Brand New Gallery,   2015,   Milan
Pascual Sisto, En Plein Air – Installation view, Brand New Gallery, 2015, Milan
Pascual Sisto,   En Plein Air - Installation view,   Brand New Gallery,   2015,   Milan
Pascual Sisto, En Plein Air – Installation view, Brand New Gallery, 2015, Milan