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Amendola. Burri, Vedova, Nitsch: Azioni e gesti | Fondazione Vedova, Venezia

Nelle sue fotografie, Amendola ha saputo catturare l’essenza più profonda dei tre artisti, facendo emergere anche le differenze di attitudine e di indole, gli intenti espressivi, la processualità creativa in costante ridefinizione.
Amendola. Burri, Vedova, Nitsch: Azioni e gesti, Spazio Vedova, installation view | Foto di Vittorio Pavan

Alberto Burri, Emilio Vedova, Hermann Nitsch: tre maestri rappresentanti per antonomasia delle tendenze più espressive del secondo Novecento, i quali hanno saputo imbrigliare in media differenti una vitalità gestuale e segnica prorompente, che non solo continua a pulsare nelle opere che hanno consegnato ai posteri, ma è stata anche documentata da un osservatore privilegiato, il fotografo Aurelio Amendola (Pistoia, 1938), che ne ha frequentato gli atelier, osservandone e traducendone le dinamiche con grande efficacia nel proprio medium, ancora differente. Fino al prossimo 24 novembre, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova ospita presso lo Spazio Vedova alle Zattere la mostra Amendola. Burri, Vedova, Nitsch: Azioni e gesti, una panoramica sulle fotografie che Amendola ha scattato ai tre artisti in diversi momenti della propria carriera, a tu per tu con i loro rituali demiurgici. Come ha evidenziato il curatore Bruno Corà, la mostra “ha un duplice obiettivo: quello di porre in evidenza le diverse modalità operative dei tre artisti, emblematici per la processualità delle loro azioni e dei loro modi espressivi, e al contempo di fornire al più vasto pubblico uno specifico campo di indagine dell’attività di un grande fotografo italiano che con quei Maestri riuscì a stabilire un sodalizio e un’amicizia durevole, idonea a coglierne le più significative attitudini artistiche e umane”. Il percorso espositivo, dunque, può essere esperito su due livelli tra loro paralleli e intrecciati, non limitandosi ad una documentazione neutra ed impersonale del lavoro degli artisti. Al contrario Amendola, grazie alla sua sensibilità verso le più varie declinazioni del mondo dell’arte antica e attuale – è noto a livello internazionale per le sue fotografie di capolavori scultorei del Rinascimento e della classicità e per la sua Galleria di Ritratti degli Uomini Illustri, con cui ha immortalato artisti contemporanei italiani e stranieri – ha saputo catturare l’essenza più profonda di questi tre maestri, facendo emergere anche le differenze di attitudine e di indole, gli intenti espressivi, la processualità creativa in costante ridefinizione.

Amendola. Burri, Vedova, Nitsch: Azioni e gesti, Spazio Vedova, installation view | Foto di Vittorio Pavan
Amendola. Burri, Vedova, Nitsch: Azioni e gesti, Spazio Vedova, installation view | Foto di Vittorio Pavan

Alberto Burri brucia la plastica con la fiamma ossidrica; lo scatto fissa la fiamma che avvampa e nasconde il volto dell’artista, che soffia per alimentarla; così, pare quasi che sia lui stesso a bruciare come una fenice. Emilio Vedova ingaggia un combattimento rapinoso con una grande tela circolare, su cui stende il colore con ampie e rapidissime sferzate, e il suo corpo in movimento si sfuma e diventa della stessa materia della sua pittura. Quando tutto finisce, il suo corpo porta i segni della battaglia, e quasi continua a confondersi con la tela alle sue spalle. Hermann Nitsch cammina e versa secchi di vernice rossa su una tela immensa stesa in orizzontale e sembra che i rivoli di colore siano scariche di energia che si propagano dal suo corpo. Le fotografie di Vedova risultano essere ancora più suggestive a causa del fatto che mostrano l’artista veneziano al lavoro proprio nello spazio espositivo che ospita la mostra, dato che precedentemente era il suo atelier; l’ambiente conserva ancora le pareti di mattoni a vista pitturati di bianco visibili negli scatti. Arricchiscono il percorso di visita tre opere che materializzano le fatiche, i rituali catartici e le manipolazioni alchemiche dei materiali rievocate dalle fotografie: Plastica M1 (1962) di Burri, che reca su di sé i traumi della fiamma ossidrica; Non Dove/Breccia 1988 III (op. 1 – op. 2) (1988) di Vedova, un disco dipinto conficcato di taglio in una parete di cartongesso; 18b.malaktion (1986) di Nitsch, una tela solcata da strisce e colature rosso sangue. Anche il visitatore si trova, come Amendola, a tu per tu con gli artisti nei loro atelier, combatte insieme a loro, partecipa ai loro rituali catartici, si misura con il dramma incarnato dalle loro opere.

Emilio Vedova al lavoro ai cicli dei Tondi e dei Non Dove nel suo studio di Venezia, 1987 | © Aurelio Amendola
Hermann Nitsch mentre lavora alle sue opere nel Castello di Prinzendorf, Vienna, 2012 | © Aurelio Amendola