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La pittura seducente di Ambera Wellmann alla Fondazione Sandretto, Torino

Testo di Barbara Ruperti — […] ]crazy ] ] ] ]you, I want ]to suffer ]in myself I amaware of this ] ]  Anne Carson, If not, Winter: Fragments of Sappho Sensuale, fluida, violenta e seducente. La pittura di Ambera Wellmann è protagonista nella mostra ospitata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, in occasione della sua prima mostra personale in Italia. […]

Ambera Wellmann, To a girl in a garden, 2023

Testo di Barbara Ruperti

[…] 
]crazy 



]you, I want 
]to suffer 
]in myself I am
aware of this ] ] 

Anne Carson, If not, Winter: Fragments of Sappho

Sensuale, fluida, violenta e seducente. La pittura di Ambera Wellmann è protagonista nella mostra ospitata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, in occasione della sua prima mostra personale in Italia. Visitabile fino al 15 ottobre 2023. 
L’artista scozzese torna in Fondazione dopo la collettiva Stretching the body del 2021 con Antipoem. Nella sede torinese di via Modane, un ciclo di dipinti appositamente realizzati dall’artista per questa occasione, insieme a una ristretta selezione di lavori già esistenti. Dalle tele di grandi dimensioni la violenza magnetica della pittura di Wellmann si riversa direttamente sul visitatore accogliendolo in una dimensione ultraterrena, al confine tra cielo e tenebra.
Il titolo della mostra, Antipoem, è mutuato dalla traduzione di Anne Carson dell’opera della poetessa greca Saffo, giunta a noi solo attraverso frammenti. Cardine dell’adattamento di Carson non è il testo, bensì le lacune perdute nel tempo. I passaggi mancanti del mutilatissimo corpus della poetessa di Lesbo creano ciò che Carson definisce “il suo antipoema”: uno spazio in cui il dato visivo interviene in assenza di linguaggio. 
I frammenti di Saffo rivelano così un partitura involontaria, frutto dell’intervento del tempo. Secondo questa prospettiva la lacuna appare come contenuto poetico e le parentesi, che convenzionalmente segnalano il taglio o la mancanza di un testo, uno spazio nuovo e libero in cui permettere alla mente di vagare (“a free space of imaginal adventure”, come lo definisce l’autrice nell’introduzione di If Not, Winter: Fragments of Sappho).

Ambera Wellmann, Impossession, 2022

In modo analogo la pittura di Wellmann invita il nostro pensiero a ripercorre le pagine mancanti e i passaggi incompleti della storia, per condurlo entro diversi orizzonti interpretativi. Dalle tele di grandi e piccole dimensioni sulle pareti della Fondazione si dispiega tutto l’universo visivo dell’artista. Il nero profondo e cupo che domina lo sfondo dei paesaggi dipinti è squarciato solamente dalla lucentezza dei corpi, che irradiano sulla superficie pittorica un vitale chiarore. Corpi magmatici, liquidi, filanti, si compenetrano e si dissolvono nell’ambiente. Corpi come frammenti sparsi e ricomposti che evocano una sessualità espansa e dilatata, riassunta perfettamente nel motivo del Minotauro. 
Nei frammenti di carne vi è una sensazione perturbante, di “ritorno”, di un rimosso del corpo che sopraggiunge davanti ai nostri occhi come una memoria insolita.  Tra le membra, grandi pupille sgranate si insinuano e ci scrutano dall’interno, pungendoci con la loro violenta insistenza. La pittura di Wellman è carnale, soffocante e seducente, e rivela un desiderio femminile tutt’altro che indifeso. Evidenti i riferimenti ai diversi capitoli della storia dell’arte: dal Surrealismo alle Pitture Nere di Goya, da William Blake a Francis Bacon. Ma non manca nella citazione un confronto critico con la visione maschile, con quel “male gaze” che ha a lungo dominato il corpo della donna.
I paesaggi notturni descritti da Wellmann si collocano entro coordinate spazio-temporali incerte, rievocando ora i soffocanti gironi infernali, ora le deliziose radure dell’Eden. 
Proprio come l’antipoema di Carson, le zone d’ombra della figurazione pittorica emergono come enjambement visivi, spazi in cui la mente può sostare a prendere fiato o vagare per territori sconfinati. 
Antipoem propone immaginari infiniti e imprevedibili: è permeata da un’aspettativa di catastrofe che si sovrappone, fino a coincidere, con il desiderio di un futuro alternativo. Dietro a densi strati di materia pittorica, una voce ci ricorda che le lacune del passato non vanno nascoste ma rimarcate. Che possiamo iniziare da qui a ricostruire una storia più consapevole ed egualitaria. 

Ambera Wellmann, Two Things Are True, 2022