Luca Quartana, ADDIO | Una mostra-ponte fra lavoro storico e ricerca poetica sul web

Non è propriamente né un ritorno né un commiato, ma un ponte tra il prima e il dopo, il passato e l’oggi.
19 Febbraio 2016

  • ASSAB ONE - Luca Quartana - ADDIO - Azione 1- ph.Gianluca Carraro
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Dieci anni dopo la sua ultima mostra alla Galleria Milano – Solo Sesso, curata da Giorgio Zanchetti che cura anche questa personale insieme a Eugenio Alberti Schatz –, Luca Quartana ritorna, per dirci addio. Può sembrare un gesto insensato nella sua perentorietà ma non è così, perché Quartana non se n’è mai andato veramente, si è solo spostato, defilandosi dalla scena dell’arte per frequentare ambiti più consoni con lo sviluppo attuale della sua ricerca. La sottrazione alla visibilità non come rinuncia ma come opportunità: dal Progetto Casina realizzato con Antonella Ortelli e le detenute del carcere di San Vittore al progetto sul web www.lucaquartana.it.

Questo, allora, non è propriamente né un ritorno né un commiato, ma un ponte – come recita il sottotitolo della mostra – tra il prima e il dopo, il passato e l’oggi. È una soglia che sottintende un passaggio e uno sviluppo, nel quale sono ben riconoscibili le sue radici e riferimenti storici – Spazialismo, Concettualismo, sperimentazioni verbovisive – nel segno di una continuità con gli esiti precedenti, evocati da un intenso profumo di rosa – M.Rosa, opera di Antonella Ortelli – che proustianamente sembra guidarci tra i nuovi lavori.

La mostra inizia con la registrazione video di Azione 1, performance, realizzata in occasione dell’inaugurazione, in cui l’artista si mette in scena in prima persona, compiendo un’azione – radersi la barba, ormai lunga – che aveva già fatto vent’anni fa. Il passato è radice del presente: un presente che si evidenzia nel grande ritratto fotografico di Quartana – realizzato da Annalisa Guidetti e Giovanni Ricci – appeso al centro della grande sala espositiva. Il volto, il torso e la schiena sono percorsi da lunghe linee – realizzate da Antonella Ortelli – che ricordano pratiche di decorazione primitive: analogamente questi segni mappano il corpo e lo disegnano, facendolo diventare materia prima di un’operazione artistica, trasformandolo in materia scultorea. Scultura vivente che richiama le due immagini – sempre di Guidetti e Ricci     che ritraggono una scultura africana, manufatto che diventa pura alterità, pregnante di senso e di potenza comunicativa espressa attraverso la materia – ricordiamo che Quartana vinse il Premio Marino Marini per la scultura alla XLV Biennale di Venezia nel 1993.

Tra queste immagini – l’artista e l’opera – stanno le parole; come afferma Quartana “Con Addio miro a unire il mondo della parola e dell’arte. Porto alle estreme conseguenze una vecchia questione: la parola è immagine, visione.” Quartana lavora sulla parola dalla fine degli anni ottanta ed è tra i più interessanti eredi e continuatori della ricerca poetico-visiva che, nelle sue opere, acquista una dimensione ambientale, oltre che antropologica. Qui la parola – stampata in un grigio chiarissimo, quasi illeggibile a un primo sguardo, su grandi stendardi bianchi appesi al soffitto – scandisce ritmicamente lo spazio. È lo strumento di definizione e organizzazione grazie al quale l’uomo pensa e definisce se stesso e la realtà, e Quartana prima si designa, affermando la sua presenza – SÉ – e poi si apre alla relazione con l’altro, per poi riflettere, con le sue permutazioni logiche, sul rapporto tra PERSONA PAROLA SPAZIO TEMPO.

Disseminate nell’ambiente anche alcune lettere al neon, apparentemente senza funzione, un omaggio alle sculture luminose degli anni sessanta e settanta, la cui materialità luminosa contrasta con la rarefazione dei caratteri impressi sugli stendardi, che sembrano provenire da un’altra dimensione: infatti sono prese dal sito web www.lucaquartana.it, il progetto in progress iniziato nel 2000. È un’opera che racchiude e sviluppa le sperimentazioni verbovisive precedenti ripensandole in una struttura ipertestuale in cui le parole – singolarmente o accostate – aprono nuovi percorsi – altre schermate –   attraverso le quali raccontare le infinite narrazioni che nascono dalle combinazioni possibili, aperte a una fruizione personale e interattiva. La poesia visiva diventa così uno spazio da esplorare poeticamente e allo stesso tempo una pratica di appropriazione attiva del linguaggio, che vuole andare oltre la sua convenzionalità per arrivare all’essenzialità e all’autenticità senza dimenticare la valenza evocativa della parola. Enunciazioni semplici e dirette, scarne, che esprimono nella loro combinazione – che non è mai gioco fine a se stesso ma invece sempre discorso, anche se al suo grado più diretto – la nostra relazione con l’altro, lo spazio e il tempo, per una poesia senza scansioni ritmiche definite e senza strofe, presenza mutabile e viva.

In occasione del finissage sarà presentata Azione 2, performance in cui l’artista leggerà un testo scritto – e riscritto costantemente da vent’anni, un omaggio infinito all’attore Mario Pardi, nel ventesimo anniversario della sua scomparsa. Perché per Quartana, l’addio è anche nell’oggi e non è mai per sempre.

Fino al 3 marzo 2016

sabato 20 febbraio alle 17:00: incontro con l’autore.

giovedì 3 marzo 2016 alle 20:00: performance Azione 2.

ASSAB ONE - Luca Quartana - ADDIO - ph.Gianluca Carraro

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