

A FIRE IN MY BELLY è il titolo della mostra curata da Lisa Long e Julia Stoschek per gli spazi della JULIA STOSCHEK Collection a Berlino. Fino al 12 dicembre 2021, sarà possibile visitare la collettiva, che presenta opere multimediali – film, video, installazioni, dipinti, sculture – per affrontare la problematica questione della violenza di sistema. 36 artisti internazionali coinvolti per rispondere alle discriminazioni – di razza, genere od orientamento sessuale e religioso – in forme e modi mutevoli, come diverse sono le esperienze e il background che ciascuno porta con sé e traduce in arte. Il vissuto degli artisti protagonisti – Monica Bonvicini, Paul Chan, Trisha Donnelly, Barbara Hammer, Leila Hekmat, Anne Imhof, Arthur Jafa, Rob Pruitt, David Wojnarowicz, per citarne alcuni – si intreccia con il tentativo di resistenza politica messo in atto per combattere la violenza e la perdita.
Il titolo della mostra si basa sul film incompleto di David Wojnarowicz, A Fire In My Belly (Film In Progress) and A Fire In My Belly (Excerpt) (1986–87). Nato da un viaggio mistico e allegorico in Messico, A Fire In My Belly pone al centro il corpo che subisce gli effetti devastanti – psicologici, fisici ed emotivi – di una società paradossale di cui la violenza, accettata e quindi riconosciuta dal sistema, rappresenta il perno. L’epidemia di AIDS e la cultura della guerra sono parte della vita personale di Wojnarowicz ma, allo stesso tempo, sono problematiche e ingiustizie che appartengono alla società del tempo. Per questo motivo, A Fire In My Belly diviene emblema di ciò che la mostra rappresenta, attraverso un intreccio, anche paradossale, tra dimensione pubblica e privata.



L’eterogeneità dei contributi, la fluidità delle tecniche e dei media emerge anche nel programma di mostra. L’esposizione è accompagnata da una pubblicazione ibrida, tra rivista e catalogo. Critici, artisti e collaboratori dibattono e dialogano rispetto alle tematiche affrontate e sui lavori esposti, coinvolgendo attivamente anche il pubblico. Una copia sarà infatti distribuita a ciascun visitatore, per stimolare un’interpretazione ed evitare un atteggiamento di mera contemplazione di fronte alle opere in mostra. Anche il ricco programma di talk, proiezioni e reading vuole favorire l’agency del pubblico: l’atteggiamento attivo e consapevole, rispetto alla violenza e ai modi in cui essa circola, diventa fondamentale per combattere ingiustizie storiche quali misoginia, razzismo e suprematismo bianco.
Apertura e democraticizzazione dell’arte è l’obiettivo che Julia Stoschek si è posta, non soltanto attraverso l’esposizione, ma anche attraverso l’accesso online, gratuito e senza restrizioni, di numerose opere della collezione. Nuovi lavori saranno pubblicati ogni settimana, grazie anche alla collaborazione diretta degli artisti. “Questa scelta nasce perché l’arte time-based si adatta ad essere fruita anche in streaming, attraverso dispositivi mobili come tablet e smartphone – afferma Julia Stoschek-. In questo modo, sarà possibile avvicinare anche un pubblico che non conosce il mondo dell’audiovisivo e della videoarte”. Tutti i contenuti disponibili sono fruibili nel catalogo online della collezione (http://www.jsc.art).
A FIRE IN MY BELLY
A cura di Lisa Long e Julia Stoschek
JULIA STOSCHEK COLLECTION
Leipziger Strasse 60 D, 10117 Berlino
Fino al 12 dicembre 2021



