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Pietro Ballero | Spazio Su a Lecce

Dall’ammezzato antistante la scalinata di Spazio Su risuona incessantemente il riff di Know your Rights, brano dei Clash estratto dall’album Combat Rock del 1982. Una confusione visiva si agita verticalmente nel piccolo ambiente, centinaia sono i volantini customizzati che ricoprono quasi interamente gli scalini, si scivola, sembra che da poco qualcuno abbia deciso di mandare […]

Pietro Ballero – Installation view Spazio Su, Lecce 2020
Pietro Ballero – Installation view Spazio Su, Lecce 2020

Dall’ammezzato antistante la scalinata di Spazio Su risuona incessantemente il riff di Know your Rights, brano dei Clash estratto dall’album Combat Rock del 1982. Una confusione visiva si agita verticalmente nel piccolo ambiente, centinaia sono i volantini customizzati che ricoprono quasi interamente gli scalini, si scivola, sembra che da poco qualcuno abbia deciso di mandare tutto in malora, di arrendersi, di abbandonare e lanciare per aria quella flebile illusione di un presente negato, di un lavoro precario, sottopagato e mai riconosciuto. Di lato all’ingresso dell’ambiente espositivo lo zaino scolastico di Spiderman, simbolo caduto poiché privato della sua funzione utilitaria e culturale, diviene un’appendice pensante che funge da ironico raccoglitore di réclame come: Cambia la tua vita oggi! e Perdere peso in 21 giorni senza fatica. Questo genere di espressioni sono sponsor vacui, frasi spasmodiche che esasperano il linguaggio verbale e lo svuotano da ogni contenuto intrinseco, generando un malcontento dilagante che impoverisce le ambizioni e deteriora gli animi; in cima alle scale posato bruscamente nell’angolo, un impraticabile carrello porta pacchi irto di fascette spinose con la merce appena scartata e abbandonata senza cura. Attraverso la composizione di pochi elementi e un allestimento semplice Pietro Ballero (Torino, 1992), realizza con fare ideologico e quotidiano, un’opera site- specific inserita in un processo scultoreo e installativo che rimanda alle pratiche interpersonali degli anni Novanta, raccontando satiricamente un presente fragile e un futuro ancora più incerto.
L’artista, riprendendo concettualmente alcuni passaggi del filosofo e sociologo britannico Mark Fisher (1968- 2017), scrive: “Fisher ha tentato di spiegare la sua inquietudine rispetto alla percezione di sé che proiettava negli occhi dell’altro, definendosi un “buono a nulla”. In assenza di una percezione empatica dell’altro e senza il nostro essere erotici, ci sentiamo intrappolati in una vuota e piatta esistenza. Siamo tutti quanti dei buoni a nulla “perché non riusciamo a soddisfare le richieste competitive in cambio delle quali viene certificata a socialmente la nostra identità” (In morte del compagno Mark Fisher – di Franco Bifo Berardi). Ecco che, per evitare che prenda il sopravvento una desolante solitudine esistenziale, siamo disperatamente disposti ad illuderci di un impossibile cambiamento pur di farci accettare dall’altro”.
Il riff in loop di Stummer, Jones e Simonon continua a suonare e nella forza di quell’accordo, come nel testo di quell’inno punk che è Know your Rights, non dobbiamo dimenticare di essere attenti, di ascoltare, di conoscere e lottare sempre per i nostri diritti.    

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Pietro Ballero – Installation view Spazio Su, Lecce 2020
Pietro Ballero – Buono a nulla, Spazio Su, Lecce 2020