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Sta Come Torre | Sette artisti per un unico progetto itinerante lungo tutto il litorale pugliese

Vien dietro a me, e lascia dir le genti:sta come torre ferma, che non crollagià mai la cima per soffiar di venti È da questi versi tratti dal Canto V del Purgatorio di Dante Alighieri che prende il nome il progetto espositivo promosso dalla Regione Puglia – Sezione Turismo e realizzato dal Teatro Pubblico Pugliese. […]

Elena Bellantoni, Corpo Morto, 2020, performance, Tricase Porto, Courtesy the artist
Lucia Veronesi, E successo il mare, 2020, ph oto Augusto Maurandi, Courtesy the artist

Vien dietro a me, e lascia dir le genti:
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti

È da questi versi tratti dal Canto V del Purgatorio di Dante Alighieri che prende il nome il progetto espositivo promosso dalla Regione Puglia – Sezione Turismo e realizzato dal Teatro Pubblico Pugliese. Non solo: Sta come torre è il titolo originario del bozzetto presentato dall’architetto Luigi Brunati e dallo scultore Amerigo Bartoli per la realizzazione del Monumento al Marinaio d’Italia di Brindisi, inaugurato nel 1933.

L’itinerario della mostra, aperta fino al 30 agosto 2020, si sviluppa difatti attraverso sei torri posizionate sulla costa pugliese che individuano le altrettante province della regione: oltre al monumento brindisino, i luoghi che ospitano i lavori sono la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare (BA), il Centro Ricerca Arte Contemporanea – CRAC di Taranto, lo Chalet della Villa Comunale di Trani, il Porto Museo di Tricase (LE) e l’Auditorium San Giovanni di Vieste (FG).
Proprio per l’insolita natura della collettiva, non riunita un unico spazio ma diffusa su tutto il territorio pugliese, il curatore dell’iniziativa Paolo Mele preferisce parlare di progetto d’arte contemporanea più che di un semplice evento espositivo: “Una mostra – afferma – che, partendo dal paesaggio costiero, si interroga anche sui nostri tempi e sulle nuove dinamiche sociali in atto”.

In effetti il periodo di lockdown appena trascorso ha giocato un ruolo fondamentale nel donare ancora più significato alla manifestazione, con il mare che, ancora secondo Paolo Mele, deve cominciare a costituire un riferimento imprescindibile del nostro vivere quotidiano: attraversato da millenni da popoli diversi, in esso infatti coesistono le condizioni di solitudine e di aggregazione, momenti che hanno caratterizzato in maniera più incisiva lo scorrere di questi ultimi mesi. Il mare come maestro di vita, dunque, governato dal sommo principio dell’uguaglianza, l’unico possibile quando per sopravvivere è strettamente necessario condividere. Ed è in questo senso che si inseriscono anche le singole mostre, allestite in modo da dialogare concretamente tra di esse: ogni luogo, infatti, ospita sia le opere dell’artista che lo presiede, sia alcuni esempi di quelle contenute nei luoghi idealmente precedenti e successivi.

Luigi Presicce_La Torre Trasmittente – Vieste – 15,07,20
Giuseppe De Mattia, Sei metri di orizzonte dalla costa di fronte casa dei miei genitori, 2020, Torre a Mare, photo Francesco Ribezzo, Courtesy the artist

Così, nel circolo delle sinergie, la performance La Torre Trasmittente di Luigi Presicce presentata a Vieste – nella quale un moderno Nembrot rende omaggio a un’antica torre divenuta oggi moderno ripetitore – è collegata alle opere grafiche di Radio Fonte Centrale_Stazione Puglia di Gabriella Ciancimino ospitate a Taranto – nelle quali uomo e natura si mescolano per restituire narrazioni inedite – e all’installazione de Le Origini, la Terra, il Mare di Pamela Diamante in mostra a Trani – un elogio alla pietra di Apricena del Gargano. La concatenazione prosegue poi con gli altri artisti coinvolti nel progetto: È successo il mare di Lucia Veronesi alla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare – i tessuti delle opere non occultano la visione, ma ne offrono una inedita, interiore – si connette a Torri orizzontali di Luca Coclite e Giuseppe De Mattia in scena a Brindisi – anche in questo caso il tema centrale è quello della visione, della differente percezione che corre tra vedere ed essere visti – e, infine, a Corpomorto di Elena Bellantoni presentata al Porto Museo di Tricase – performance che pone al centro dell’azione la virtù del coraggio.

Uno chalet, un’ex chiesa, una fondazione, un centro di ricerca, un porto e un monumento: tutti gli artisti reinterpretano i luoghi con i quali si sono confrontati, con le torri di avvistamento a costituire la loro principale fonte d’ispirazione. Artisti diversi si affidano a forme espressive diverse in siti che, pur condividendo la loro principale natura, raccontano storie altrettanto differenti: la diversità e la co-operazione sono dunque i tratti caratteristici di Sta Come Torre. Se ogni avamposto getta l’occhio su uno spicchio di mare sempre diverso, lo sguardo di ogni artista muta in base a ciò che ha di fronte, rielaborando a sua volta quell’orizzonte cangiante che non sarà mai uguale a sé stesso. Strettamente connesso al concetto di molteplicità è poi il fine ultimo del co-operare – monito per il futuro, visto il recente passato: l’artista, infatti, è l’unico in grado di gettare luce sulle tante ombre che oscurano la nostra esistenza, e il solo capace di accendere i nostri sensi rispetto a questioni che altrimenti rimarrebbero ignorate. Il tutto per inseguire sempre quell’obiettivo che già fu di Dante oltre cinquecento anni fa: resistere. 

Sta Come Torre
Vieste (FG), Polignano a Mare (BA), Taranto, Trani, Tricase (LE), Brindisi
Dal 5 agosto 2020 al 30 agosto 2020

Pamela Diamante, Le origini, la terra, il mare (notes n. 6), 2020, Trani, photo Serena Zanchi e Stefano Ciannamea, Courtesy the artist
Luca Coclite, Torri orizzontali, 2020, Brindisi, Courtesy the artist
Gabriella Ciancimino, Radio Fonte Centrale, 2020, Taranto, photo Fausto Brigantino, Courtesy the artist