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Anagoor e OHT per XL a Centrale Fies. Riconfigurare la scena e la visione

É sinceramente impressionante e insieme maestoso il lavoro che Anagoor e OHT hanno portato in scena per XL, il festival di arti performative contemporanee “fuori formato” di Centrale Fies, conclusosi domenica 9 agosto. La direttrice artistica Barbara Boninsegna spiegava già in precedenza che per i 40 anni di Drodesera e per i 20 anni di […]

ANAGOOR – MEPHISTOPHELES – Credits ANAGOOR 2020
ANAGOOR – MEPHISTOPHELES – Credits ANAGOOR 2020

É sinceramente impressionante e insieme maestoso il lavoro che Anagoor e OHT hanno portato in scena per XL, il festival di arti performative contemporanee “fuori formato” di Centrale Fies, conclusosi domenica 9 agosto.
La direttrice artistica Barbara Boninsegna spiegava già in precedenza che per i 40 anni di Drodesera e per i 20 anni di Centrale Fies, i fondatori, i curatori e i collaboratori del festival hanno accuratamente preparato un’edizione espansa o esplosa, che oltrepassa i canoni stabiliti della one shot estiva festivaliera e che vede in programma spettacoli pensati ad hoc per questa particolare e intima edizione. Dunque il film Mephistopheles eine Grand Tour di Anagoor e l’installazione 19 luglio 1985 di OHT si inscrivono perfettamente in questa nuova logica di riconfigurazione della scena e della visione. Per chi conosce la programmazione di Drodesera e le attività di Centrale Fies extra-festival sa che l’ibridazione e la mescolanza dei linguaggi è parte fondante della ricerca di questo centro artistico dedito alle performing arts, parallelamente al coraggio delle scelte curatoriali e alla precisa osservazione dei modi e delle pratiche del linguaggio performativo contemporaneo, in tutte le sue declinazioni.

Il progetto di Anagoor, Mephistopheles eine Grand Tour, nasce e si sviluppa a partire dagli spettacoli teatrali della compagnia come Lingua Imperii, Virgilio Brucia, Socrate il sopravvissuto, Faust e Orestea ma usa materiali inediti mai portati in scena, componendo un’opera filmica di immagini e suono appositamente composto da Mauro Martinuz, storico e importante collaboratore della compagnia. Lo spettacolo è un film e un concerto insieme perché il materiale video raccolto tra 2012 e 2020, poi montato, è un tutt’uno con il live set elettronico che Martinuz crea dal vivo.
L’opera è una girandola di immagini del mondo che abbraccia e riassume l’intera poetica di Anagoor: ampia, profonda e filosofica, sempre in lotta con le domande ultime, le zone oscure della storia e della psiche, con le pulsioni, le passioni e la bellezza.

Questo Grand Tour in cui Anagoor ci accompagna inizia con Goethe non a caso, vicino al fuoco di un caminetto che legge per l’ultima volta il suo Faust. Come Mefistofele lo porta a scoprire la vita compiendo un viaggio che gli costa l’anima, così noi spettatori siamo sedotti dalle immagini cupe e drammatiche del mondo che vediamo: letti di morte, case di riposo, macellazioni, allevamenti intensivi. Non si dà tenebra senza luce, però, e dunque il film prosegue e rimescola di nuovo le carte: bellissima e disturbante insieme è la parte del film dedicata alle nascite degli animali e alla riproduzione, in cui si assiste senza filtri alla monta dei tori, all’addomesticamento da parte dell’uomo e allo scontro tra carni bovine che sembrano marmi. In più, ci sono immagini pregne di luce e di colore: dai paesaggi astratti attraversati e visti dall’alto, all’arte antica filtrata dallo sguardo dei visitatori nei musei, per arrivare alla vitalità dei riti e delle pratiche religiose che Anagoor ha filmato in diversi luoghi del mondo in questi anni di Grand Tour artistico.

Mephistopheles eine Grand Tour
Scritto, diretto e montato da Simone Derai
Musica e live set Mauro Martinuz
Produzione Anagoor 2020
Coproduzione Kunstfest Weimar, Theater an der Ruhr, Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / Museo Madre, Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto.

Centrale Fies art work space_ANAGOOR_Mephistopheles_ph Roberta Segata courtesy Centrale Fies
Centrale Fies art work space_ANAGOOR_Mephistopheles_ph Roberta Segata courtesy Centrale Fies

Nello spazio delle Turbine di Centrale Fies, OHT Office for a Human Theatre ripropone in forma installativa lo spettacolo 19 LUGLIO 1985 – una tragedia alpina, andato in scena al Teatro Sociale di Trento nel novembre 2019.

L’esperienza narrata è quella di una catastrofe ambientale ricordata come una delle più tragiche della storia contemporanea trentina, che ha avuto luogo nella val di Stava il 19 luglio 1985: alle 12.22 una massa di fango di 180.000 metri cubi travolge il paese di Stava, nel comune di Tesero, e spazza via persone e paesaggio. Questa tragedia alpina sembra seguire e sviluppare il percorso che Filippo Andreatta ha inaugurato con il bellissimo spettacolo Curon/Graun, dedicato al piccolo paese affogato di Curon in Val Venosta e al suo campanile, proponendo una narrazione rallentata, giocata sull’immobilità e il silenzio.

19 luglio 1985 – una tragedia alpina ci fa ritrovare in installazione il dramma di Stava che nella versione per il teatro era animato dalla presenza di un coro, dal vivo.

Qui, a Centrale Fies, la scena è immersiva e invita lo spettatore all’attraversamento, per osservare da vicino le sue diverse componenti, tra cui il magnifico e poetico albero sospeso, che si muove schermato da un velo sul fondo del palcoscenico; gli alberi caduti, distesi sulla scena, che assomigliano a emblemi, quasi fossero dei corpi che suggeriscono visivamente l’evento accaduto; ci sono poi proiezioni di brevi didascalie che sintetizzano gli avvenimenti indicando fatti e antefatti, con una scrittura essenziale, piuttosto asciutta, molto efficace; e ancora musiche (di Davide Tomat) e le voci di un coro assente, che paiono giungere da un tempo lontano, evocandolo. Altri sono gli elementi che compongono l’installazione e la rendono densa: mi auguro possa essere ospitata in altri luoghi, in nuovi spazi.

19 LUGLIO 1985 – una tragedia alpina
installazione di OHT | Office for a Human Theatre

Lux Aeterna di György Sándor Ligeti
Again – after ecclesiastes di David Lang
‘ndormenzete popin canto di montagna
regia, scena e testo Filippo Andreatta

Centrale Fies art work space_OHT_19 luglio 1985_ph Roberta Segata courtesy Centrale Fies
Centrale Fies art work space_OHT_19 luglio 1985_ph Roberta Segata courtesy Centrale Fies
Centrale Fies art work space_OHT_19 luglio 1985_ph Roberta Segata courtesy Centrale Fies
Centrale Fies art work space_OHT_19 luglio 1985_ph Roberta Segata courtesy Centrale Fies