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CouchArt: Santarcangelo Festival

Dall’8 marzo i musei, i cinema, i teatri sono chiusi al pubblico, gli eventi posticipati di qualche mese o direttamente di un anno (come nel caso di molti concerti) tantissimi altri già annullati o in procinto di annunciare la propria cancellazione. Una sospensione della programmazione culturale nazionale che presumibilmente, data la situazione attuale e il […]

Dall’8 marzo i musei, i cinema, i teatri sono chiusi al pubblico, gli eventi posticipati di qualche mese o direttamente di un anno (come nel caso di molti concerti) tantissimi altri già annullati o in procinto di annunciare la propria cancellazione. Una sospensione della programmazione culturale nazionale che presumibilmente, data la situazione attuale e il contesto mondiale della crisi correnti, si protrarrà almeno fino al mese di maggio con ricadute anche sugli appuntamenti artistici che hanno sempre riempito i nostri calendari estivi.
I luoghi fisici della cultura si sono rifugiati nei social e nel digitale per colmare un vuoto, per non lasciare il proprio pubblico in balia di un modo senza arte, costruendo un palinsesto di contenuti che si è inserito nelle agende di addetti ai lavori e appassionati con una possibilità di scelta talmente eterogenea e continua da assomigliar talvolta alla timetable frenetica dei weekend delle fiere d’arte. Immagini, racconti, podcast, playlist, contenuti realizzati da artisti e non per raccontare la propria storia, la propria collezione, le mostre temporaneamente chiuse, per proporre le attività didattiche per le scuole e le famiglie anche a distanza. I contenuti della programmazione quotidiana hanno trovato un nuovo contenitore dalla potenziale portata universale.
Ma qual è il destino di quegli eventi che costruiscono i propri contenuti nel corso di un intero anno e la cui realizzazione è imprescindibile dalla presenza non solo degli artisti, ma anche del pubblico? In tantissimi, lo sappiamo, hanno dovuto annunciare lo slittamento a data da destinarsi cadendo proprio nel periodo dell’emergenza come MiArt e Live Arts Week, altri navigano nell’incertezza muovendosi spesso per supposizioni mancando direttive specifiche per il futuro prossimo.

È il caso di Santarcangelo Festival che proprio in questi giorni avrebbe presentato l’immagine, il claim e l’avant-programme di Santarcangelo Festival 2050, cioè la sua 50esima edizione nel 2020, e che si trova oggi impegnato a re-immaginare il proprio futuro. In attesa della decisione che verrà comunicata entro fine aprile, Motus (direzione artistica di questa edizione) ha lanciato per questo tempo sospeso e difficile “Dream Suq”: un gruppo Facebook nel quale raccogliere proposte-sogni-visioni culturali/artigianali, locali e internazionali per un “Futuro Fantastico”.

Cosa

Dream Suq

Quando

Tutti i giorni, programmazione libera e aperta all’utente

Piattaforma

Gruppo Facebook ad iscrizione

L’iniziativa Il claim della 50esima edizione di Santarcangelo Festival diventa punto di partenza per la creazione di un gruppo Facebook che assume il significato di piazza in quanto luogo di condivisione, scambio, messa in campo di saperi e pratiche. Uno spazio comune temporaneo nel quale lo scambio di merci diventa scambio di sogni attivati attraverso la condivisione in rete. Un luogo impossibile da controllare, un “suq” appunto, che per definizione si sviluppa all’interno di piazze con andamento a cerchi concentrici, nel quale continuare a sviluppare l’immaginazione per non cadere inconsapevolmente imprigionati nel contesto attuale, nella rabbia e nella frustrazione, ma per uscire dalla pandemia con la voglia di ritrovarsi e riabracciarsi.

Santarcangelo Festival – cartolina Franco Brambilla