Dopo la morte di Angela, nel 2018, Yervant inizia a sfogliare i diari che lei teneva e a riguardare indietro alle loro storie, alla loro vita personale. I diari raccontano un continuo intreccio fra vita, arte e politica che caratterizza la loro esperienza di cineasti; si intitolano I diari di Angela. Noi due cineasti, capitolo primo e capitolo secondo. La poetica del duo è da sempre alle prese con la diaristica in un’arte che “rivolge lo sguardo indietro”, come dimostrano i precedenti Diario Africano (1994), Ritorno a Khodorciur. Diario armeno (1986) e la lettura dei diari di Musil o di Doris Lessing. Ma ne è sintomo anche un’attenzione costante verso figure minori della Storia.
Il secondo capitolo de I diari di Angela è un flusso di “immagini private, registrazioni, vissuti necessari al lavoro di risignificazione dell’archivio filmico”, nella continuazione di un lavoro che ha nella violenza del Novecento il suo centro. Una poesia e una ricerca mai interrotta, in cui si vedono la ripresa di uno spezzone di Imperium, Yervant che legge i diari, Angela a Edinburgo nel 1975, il “Tour di due mesi con i ‘Films Profumati’ (Scented –films)” nel 1981, il viaggio in Palestina, una celebrazione di Mussolini a Predappio nel 1983, Walter Chiari in Armenia nel 1987, e una corsa, nei primi anni Ottanta, di Angela insieme a Raphael Gianikian, di cui Yervant scrive: “due sopravvissuti, Raphael da un genocidio, lei dalla ‘Linea Gotica’”.
Trittico del Novecento, allestito qualche metro più in là de I diari, è una storia del secolo scorso raccontata attraverso immagini assolutamente ordinarie di violenza. L’opera è un Trittico composto da Terrorismo, …Ai vinti e Il corpo ferito. La particolare lavorazione di questi film è conseguente all’acquisto nel 1981 da parte degli artisti dell’archivio di Luca Comerio (1876-1940), “fotografo di corte […] l’unico operatore a seguire in veste ufficiale l’esercito italiano durante la Prima guerra mondiale”. Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi per lavorare al materiale sviluppano la camera analitica, a metà tra una stampatrice a contatto e una camera aerea, attraverso cui possono “intervenire sulla velocità di scorrimento, sul dettaglio, sul colore”, dipingendo autonomamente vaste zone del film, fissando e riproducendo in forme non abituali il materiale d’archivio, un procedimento utilizzato per la prima volta nel film Dal polo all’Equatore.
Mentre il Trittico del Novecento è frutto di un sodalizio artistico che il duo ha stretto con il Mart tra il 2002 e il 2008, nel 2019 il museo sostiene e acquisisce I diari di Angela. Capitolo secondo.
I DIARI
Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi
22.02 – 31.05.2020
A cura di Denis Isaia
MART, Rovereto