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Interno Viola | Intervista con Ottavia Plazza e Greta Scarpa

In occasione della sua personale Interno Viola, pubblichiamo un’intervista con l’artista Ottavia Plazza e la curatrice Greta Scarpa. La mostra ha inaugurato lo scorso giugno negli spazi di BITCORP for ART, progetto nato recentemente a Milano con l’intento di offrire la possibilità  di realizzare una mostra personale. Plazza presenta alcune delle opere prodotte negli ultimi […]

Interno Viola – Ottavia Plazza – Installation view at BITCORP for ART, Milano 2019

In occasione della sua personale Interno Viola, pubblichiamo un’intervista con l’artista Ottavia Plazza e la curatrice Greta Scarpa. La mostra ha inaugurato lo scorso giugno negli spazi di BITCORP for ART, progetto nato recentemente a Milano con l’intento di offrire la possibilità  di realizzare una mostra personale. Plazza presenta alcune delle opere prodotte negli ultimi due anni, oltre a dei lavori pensati appositamente per lo spazio.

Lisa Andreani: Devo dire che rispetto ai tuoi progetti precedenti considero questa mostra una mostra di pittura, forse una delle tue prime. Mi spiego meglio: da Edicola Radetzky i tuoi paesaggi d’interni si adattavano alla struttura architettonica, mentre allo Spaziobuonasera le tele erano l’architettura stessa e le lampade degli oggetti veri e propri. Qui a mio dire le tele parlano come tele, come episodi di vita (che è anche il titolo del lavoro di più ampie dimensioni). Cosa ne pensi?

Ottavia Plazza: È vero, in parte, nel senso che per me non esiste una divisione nel mio modo di creare una mostra. Tutti gli elementi che uso e richiamo all’interno delle mie opere fanno parte di un immaginario che riguarda strettamente il mio modo di vedere la pittura, il mio modo di affrontare il lavoro. In questa mostra però non ho inserito elementi “estranei”, sono i quadri che si occupano di raccontare il mio immaginario. Rimane però un elemento che gioca tra realtà e pittura che è quello della tenda. Nell’installazione alla finestra la tenda torna ad essere un tessuto ma è allo stesso tempo dipinta come se fosse una tenda vera, ed è installata come se quello fosse il suo scopo: “fare la tenda”. Anche il dipinto Episodi di vita per me rappresenta un quadro ma anche un affresco, sul quale ho raccontato delle storie. Tra l’altro è uno dei primi quadri di grandi dimensioni che ho deciso di non intelaiare, sia per una questione di spazio sia perché volevo che si aggrappasse ai muri e circondasse la stanza. Non c’è un vero modo per farlo “stare bene” perché quel quadro invade letteralmente lo spazio, ma è proprio questa pesante presenza della pittura e delle immagini che vado ricercando. 


Interno Viola – Ottavia Plazza – Installation view at BITCORP for ART, Milano 2019
Interno Viola – Ottavia Plazza – Installation view at BITCORP for ART, Milano 2019

LA: Qual è il valore dell’errore prospettico? Quello di smascherare la scena o di darle una possibilità di lettura in più?

OP: Sicuramente l’errore mi serve oltre che per ingannare, per riuscire a mettere più elementi in una stessa scena. Dal momento che vorrei inserire moltissimi oggetti e visioni in un piccolo scorcio, l’errore mi dà la possibilità di inserire più punti di vista all’interno di un dipinto. Inoltre mi porta a capirlo di meno; l’errore mi fa perdere un po’ la concentrazione nel voler imitare il reale in maniera più o meno precisa e mi riporta nella pittura e nel colore. 


LA: Questa domanda potrebbe sembrare quasi sciocca, ma, citando elementi architettonici di altre epoche, in quale di queste ti piacerebbe poter ritornare? 


OP: Non ho un’epoca di riferimento precisa, ma sicuramente mi piacerebbe poter tornare ad un periodo in cui le case erano piene di affreschi e le pareti servivano a raccontare storie. Penso a Pompei ed Ercolano, dove anche il decoro rappresentava un significato e racchiudeva bellezza. Molto spesso gli affreschi erano pieni di errori prospettici che non venivano corretti perché quello che contava era il richiamo ad alcuni elementi simbolici. Forse mi piacerebbe tornare ad un’epoca in cui le opere non erano trasportabili ma venivano concepite per un luogo specifico, penso a luoghi come Villa della Regina a Torino o Stupinigi, e che anzi molto spesso questo luogo lo creavano e lo connotavano proprio le opere d’arte. Preferisco le epoche in cui l’arte era poco educata e non si chiudeva in una tela di piccole dimensioni, osservo e amo molto di più l’arte che crea degli spazi.

Interno Viola – Ottavia Plazza – Installation view at BITCORP for ART, Milano 2019
Interno Viola – Ottavia Plazza – Installation view at BITCORP for ART, Milano 2019

LA: Nello statement di BITCORP leggo che questo progetto si basa nello specifico sul dialogo. Come si è costruito all’interno di questo progetto?

Greta Scarpa: Come per tutti i progetti di mostra il dialogo con gli artisti inizia preliminarmente nella fase di studio visit. In quella fase, il dialogo si imposta da parte mia attraverso una modalità di ascolto delle necessità dell’artista. Per Ottavia la pittura è una questione fisica, nel senso che ama essere completamente circondata dai suoi lavori, che spesso sono di grandi dimensioni. Con alcune di queste informazioni – ricavate quindi dall’ascolto e dall’osservazione – e tenendo presente lo scopo del progetto BITCORP for ART (indagare la produzione degli artisti al di fuori di un tema dato) Ottavia ed io abbiamo costruito la mostra, che è un piccolo viaggio a ritroso nella sua produzione pittorica.

LA: Gli spazi di BITCORP for ART sono considerati dei display espositivi liberi per gli artisti. A posteriori, come curatore del progetto, come leggi l’utilizzo che nelle mostre finora presentate sta prendendo forma?


GS: Devo dire che gli artisti apprezzano molto lo spazio e credo si sentano accolti. Non c’è letteralmente nessun limite a quello che si può realizzare al suo interno in quanto i soci di BITCORP riescono a interpretare le mostre attribuendogli un grande valore, il senso di libertà viene quindi percepito chiaramente. Si è venuto a creare in maniera naturale un doppio uso degli spazi che vede la sala riunione più grande e i corridoi utilizzati principalmente come display espositivi classici, mentre la sala riunione più piccola e raccolta viene immediatamente immaginata dagli artisti e da me attraverso un intervento unico, generalmente di grandi dimensioni e site-specific. Ottavia infatti ha presentato Episodi di vita, una tela di più di 5 metri di lunghezza che si appropria con grande forza dello spazio, quasi inglobandolo, mentre per la mostra ROMANCE di Luca Loreti al centro della stanza era presente una grande scultura mostruosa. Mi piace che lo spazio si sia articolato in questo modo perché permette al pubblico di entrare con la dovuta calma all’interno del lavoro degli artisti, per poi concludere il percorso con un’opera forte e di certo non così consueta per uno spazio lavorativo.

Interno Viola – Ottavia Plazza – Installation view at BITCORP for ART, Milano 2019
Interno Viola – Ottavia Plazza – Installation view at BITCORP for ART, Milano 2019
Interno Viola – Ottavia Plazza – Installation view at BITCORP for ART, Milano 2019