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Di recente la pratica quotidiana del mangiare ha preso i connotati di una vera e propria esperienza. Uscire a cena, incontrarsi per pranzo sono attività ritenute necessarie non solo per il corpo, ma anche per la mente. La condivisione dei pasti aiuta nella creazione e nel mantenimento di relazioni di ogni tipo ed è considerato un modo per passare del tempo con le persone che fanno parte della nostra vita. Il sistema merceologico capitalista, preso atto di questa nostra derivata necessità, ha imposto le proprie regole, costruendo una sovrastruttura tecnologica e “smart” che ci ha resi suoi prigionieri.
È avvenuta infatti in modo piuttosto sottile una trasformazione del concetto di “cibo”, che da necessario carburante è diventato un “prodotto-merce”, di cui non solo non possiamo fare a meno, ma non riusciamo nemmeno a rinunciarvi. Tale convinzione ha portato a una speculazione sugli scarti da noi stessi prodotti. Non mangiamo più per generare energia, ma per poter consumare e aumentare i derivati scarti di produzione. Oggi per mangiare abbiamo bisogno di una fidata guida online attraverso la quale prenotare nel posto migliore. Vogliamo la nuovissima pubblicazione di quello chef tanto popolare. Andiamo solo in ristoranti in cui le materie prime sono ricercate ed esclusive e soprattutto ci prendiamo una grande quantità di tempo per decidere cosa soddisferebbe il nostro palato in quel preciso momento.
Il nuovo video di Will Benedict e Steffen Jørgensen è ambientato in un mondo distopico in cui lo chef medio cerca di cucinare utilizzando la fredda voce guida di Siri, assistente digitale sviluppata dalla Apple Inc. Rifornendosi da una creatura per metà lumaca e per metà uomo, Snailien, che consegna ortaggi a domicilio, lo chef procede ricetta dopo ricetta, cercando di superare il suo principale concorrente “Café Wha?”. La cultura culinaria ha reso la cucina un nuovo ambito di speculazione declinata in programmi televisivi, concorsi, festival, tra le migliaia di proposte del mondo della ristorazione. Cibo come intrattenimento, alla pari della lettura o dello sport. E il relativo consumo derivante, che causa sprechi a livello planetario.
La chiesa sconsacrata di San Paolo Converso è in questa occasione un universo-stomaco. Siamo in uno studio con una scrivania spoglia, qualche lampada dalla forma antropomorfa e un pavimento specchiante. Sulla postazione d’ufficio un video di un microonde in funzione, con al suo interno una testa di un uomo-alieno che attraverso affermazioni enigmatiche sembra promettere ammiccante una cura dall’apatia, attraverso le gioie della “food-experience”.
Per ulteriori informazioni CONVERSO – Will Benedict – The Restaurant