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Final Portrait – L’arte di essere amici | Due settimane nello studio di Giacometti

[nemus_slider id=”72606″] — In occasione di Arte Fiera a Bologna è stato presentato l’atteso film Final Portrait – L’arte di essere amici, diretto da Stanley Tucci che vede Geoffrey Rush nel ruolo di Alberto Giacometti e Armie Hammer come James Lord, scrittore americano amico dell’artista e appassionato d’arte. L’amicizia dei due mette a fuoco il processo […]

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In occasione di Arte Fiera a Bologna è stato presentato l’atteso film Final Portrait – L’arte di essere amici, diretto da Stanley Tucci che vede Geoffrey Rush nel ruolo di Alberto Giacometti e Armie Hammer come James Lord, scrittore americano amico dell’artista e appassionato d’arte. L’amicizia dei due mette a fuoco il processo artistico di Giacometti, un gesto intriso di intensità, frustrazione e bellezza.

L’azione si svolge quasi interamente nello studio dell’artista, ricreato con meticolosa precisione. Tre giovani artisti hanno riprodotto le sculture che con ogni possibilità si trovavano nello studio nelle settimane in cui Giacometti lavorò al ritratto di Lord.
La fonte d’ispirazione principale è Un ritratto di Giacometti di James Lord, libro in cui è documentato il metodo di lavoro di questa figura chiave della storia dell’arte del ‘900. Nel film si racconta dell’artista attraverso la produzione di un ritratto che Giacometti stesso propone al giovane scrittore. I giorni di posa necessari a completare l’opera sembrano infinti e James Lord posticipa continuamente la partenza per l’America; desideroso di vedere l’opera nella sua completezza e attratto dalla tenacia dell’amico pittore.

A far vacillare l’umore di Giacometti c’è Caroline, prostituta con la quale l’artista intrattiene una relazione per più di tre anni; una donna che personifica il mondo nuovo nella Parigi degli anni ’60, in cui progresso, frenesia e vizi dominano la vita quotidiana. L’energia di Caroline diventa una condizione necessaria per la vita del pittore che le fa in continuazione regali molto costosi. La sua generosità però non tocca la moglie, che con un atteggiamento di rassegnazione, accetta senza proteste. Annette è simbolo dell’esistenzialismo del dopo guerra. Ai tempi una ragazza vivace e intelligente che lo segue nella capitale francese e lo convince a sposarla, malgrado le sue resistenze. Con la stessa rassegnazione Annette non reagisce ai tradimenti del marito, il quale al contrario la incoraggia ad avere relazioni con altri uomini, in particolare con Isaku Yanaihara, diventato poi modello del pittore. Gli occhi di Lord sono il filtro attraverso il quale è osservato il ritratto di un Giacometti genio e anche uomo, tormentato da un senso di costante insoddisfazione.
Diego, il fratello, è un’altra figura chiave; anch’egli dedito alla pittura e alla scultura. La condivisione di un amore per l’arte lo rende punto di riferimento per Giacometti, in costante ricerca di una sua opinione.

Final Portrait – L’arte di essere amici, diretto da Stanley Tucci
Final Portrait – L’arte di essere amici, diretto da Stanley Tucci

Contrario al formalismo Cubista, Giacometti si fa simbolo spirituale e solitario. Le sue figure primitive non giungono mai a una conclusione e sono modelli dai quali egli riparte ogni volta, distruggendo buona parte del lavoro, per re-interpretarsi.

Tucci confessa un’iniziale perplessità riguardo alle biopic. “Non ho mai capito come si possa comprimere la vita di qualcuno in un’ora e mezza o due”, dice in conferenza al Cinema Lumière, che domenica 4 febbraio ha ospitato l’anteprima bolognese del film, distribuito nelle sale cinematografiche di tutta Italia dall’8 febbraio da Bim. Per questo motivo sceglie di porre l’accento sui personaggi, sui punti di vista soggettivi, attraverso la cronologia di pochi eventi accaduti in due settimane, creando così un microcosmo che rispecchia Giacometti nello studio e nella vita di tutti i giorni.

La sceneggiatura trasporta lo spettatore nella quotidianità di personaggi complessi e sfaccettati, sollevando anche alcune questioni morali importanti. Giacometti sa di avere impulsi maniacali, ma non può fare a meno di perseguirli. Per la sua sopravvivenza ha bisogno di rischi e situazioni spinte all’estremo. La costante frustrazione e il disprezzo per sé stesso tormenta Giacometti, ma è anche il fuoco che alimenta il suo desiderio di creare, di catturare la realtà dandole un’altra forma.

Final Portrait – L’arte di essere amici mette in evidenza il valore dello sguardo, come profondo strumento di conoscenza utile a delineare una delle personalità più complesse del post-impressionismo. Stanley Tucci afferma sia impossibile ritenersi soddisfatti del proprio lavoro e ribadisce così la costante sensazione di insoddisfazione presente nel lavoro artistico; una sensazione da non soddisfare pienamente per mantenere viva la necessità di fare arte.

FINAL PORTRAIT — L’arte di essere amici
Un film scritto e diretto da Stanley Tucci
Tratto dall’autobiografia di James Lord Un ritratto di Giacometti
Con Geoffrey Rush e Armie Hammer
Uscita: 8 febbraio 2018
Durata: 90 minuti

Final Portrait – L’arte di essere amici, diretto da Stanley Tucci
Final Portrait – L’arte di essere amici, diretto da Stanley Tucci
Alberto Giacometti - Portrait of James Lord, 1954
Alberto Giacometti – Portrait of James Lord, 1954