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Croccante // a post-internet saga – Venezia

[nemus_slider id=”70583″] — Lo scorso 28 ottobre, per tre giorni consecutivi, si è acceso all’interno della città di Venezia un vortice di immersività e produzione ad hoc che, come progetto artistico/curatoriale, ha preso il nome di Croccante // a post-internet saga. Se la prima comparsa della Net Art in territorio veneziano è stata nel 1986 […]

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Lo scorso 28 ottobre, per tre giorni consecutivi, si è acceso all’interno della città di Venezia un vortice di immersività e produzione ad hoc che, come progetto artistico/curatoriale, ha preso il nome di Croccante // a post-internet saga. Se la prima comparsa della Net Art in territorio veneziano è stata nel 1986 alla Biennale di Venezia, la dinamizzazione in un contesto unico di giovani artisti si è configurata come antologica in grado di raccogliere diversi approcci consapevoli o meno del proprio sguardo. Nella lunga sala longitudinale del S.a.l.e. Docks hanno preso vita tre lavori site specific volti ad enfatizzare una certa estetica Internet quasi da lunapark. Una prassi, potranno dire in tanti, ma in realtà l’occasione si è data come slancio di grande portata.
Consci ormai di quanto il web sia il nuovo condimento dell’arte, la specificità delle pratiche artistiche presentate si è dimostrata capace di enfatizzare, nel panorama italiano, delle scelte peculiari capaci di riflettere e far riflettere sulle modificazioni introdotte nei nostri spazi e nel nostro tempo. Croccante, allora, non è solamente il progetto curatoriale dalla forte linea performativa che l’artista g. olmo stuppia ha concepito, ma anche il rumore che può produrre la possibilità di potersi gustare uno di quegli zucchero filati che l’artista Melania Fusco, insieme ad altri performer tra cui gli attori professionisti Gwendoline Meunier e Delio Fusco, hanno distribuito a bordo di un monopattino e di rollerblades in una divisa bianca.
In Sugar Snap Pea la macchina per lo zucchero filato, posta davanti ad un video in loop di gif, crea una classica situazione di festa e si interroga su uno spazio virtuale che non soffre di nessun mancamento d’aria causa la totale immersione dell’utente. La patina che ci rimbecillisce, ci rende dipendenti grazie alla possibilità di nascondere le nostre debolezze, viene tradotta nell’immagine dello zucchero filato consumabile. Pertanto l’atto di addizione e sottrazione legato alla consegna, alla sua consumazione o al suo disfacimento (causa l’umidità veneziana) diviene metafora di un surplus visivo che sembriamo sempre necessitare mentre evapora, però, nel tempo di un attimo. Accanto ad essa, l’installazione performativa e sonora di Marco Casella riflette sul paesaggio culturale europeo ruotando attorno ad elementi tipici della nostra condizione: prodotti Ikea rigorosamente illustrati sulla rivista più sfogliata al mondo, banner, tende da doccia, fascette e nuovamente altri Iphone.

Sugar Snap Pea - Melania Fusco - Courtesy of Sale Docks
Sugar Snap Pea – Melania Fusco – Courtesy of the artist and Giacomo Pederiva

In Free Royalty Rave Party, l’artista nella suite rossa da lui stesso disegnata, insieme ad un video che si riflette nelle pareti che ci circondano, produce un contesto kitsch dove un rave party del default prende forma grazie ai diffusori bluetooth. La polifonia trasmessa enfatizza una serie di configurazioni imprescindibili nel nostro intorno come quelle sopra citate.
La patina lucida ritorna poi nella superficie specchiante del video glitch realizzato da Filippo Marzocchi & Mattia Pajè per la prima volta esposto.
Installato da g. olmo stuppia su uno dei classici carrelli da trasporto veneziani all’interno di una box di cartone, Acquario richiama un mondo allo stesso tempo dentro e fuori Internet che si traduce nelle sequenze formali presenti sugli schermi. Realizzato all’interno dell’acquario di Genova, celebre meta dell’intrattenimento da raccolta punti Esselunga al pari di Gardaland, il video in un movimento spaesante decostruisce le forme in un fluido onirico e surreale. Le texture si sfaldano impendendo la presenza dei viventi. A nessun pesce è concesso fuoriuscire dalla superficie dell’acqua, mentre la macchina da presa istituisce una relazione dinamica con luce e colore che sovrapponendosi e amalgamandosi ricordano lo screensaver di un pc. La poeticità dell’alternarsi ritmico della percezione, tema di grande interesse per i due artisti che già avevano ragionato nel 2015 sullo stereoscopio, sembra fare un passo indietro nel tempo verso un’esigenza quasi “analogica”.
Croccante non si circoscrive però a questi tre singoli progetti artistici, bensì, si amplia sul soppalco con un’installazione di portata atlantica non tanto per dimensioni, ma per il riferimento chiaramente warburghiano che il termine racchiude. Il VideoAtlas co-abitato dai lavori di Irene Fenara, Giacomo Pederiva, Donluchito, Marco Strappato e Agata Soccini, tutti installati su device di piccole dimensioni, crea una costellazione rizomatica di tematiche e significati. I due video accostati di Irene Fenara, 21st Century Bird Watching e Struggle for Life, enfatizzano una convivenza ormai obbligata dell’umano e dell’animale con i dispositivi di sorveglianza. Da un lato lo strumento perde di vista il proprio obbiettivo diventando sfuggevole al controllo obbligato dell’allevamento di mucche, dall’altro una griglia contiene una serie di uccelli inerti alla presenza di sensori di controllo. In Funny videos Giacomo Pederiva evoca, in diverse scene recuperate dal web, la relazione a tre tra politica, internet e corpi, con particolare riferimento alla figura di quegli amabili gattini che in un attimo si trasformano nell’immagine per eccellenza della violenza: un fucile con i colpi caricati. Marco Strappato, dietro una quinta nera dove si trova allestito un negozio di cavi e strumenti elettronici, propone il video W.o.W – Grand Final ’16, 2017. La reiterazione continua ma sempre aggiornata dell’ultimo campionato mondiale di World of Warcraft manifesta una resistenza che non è soltanto quella dei giocatori, ma anche quella del programma stesso, presto probabilmente considerato meritevole di situarsi tra i giochi olimpici.

Funny Videos - Giacomo Pederiva in VideoAtlas -  Courtesy of Sale Docks
Funny Videos – Giacomo Pederiva in VideoAtlas – Courtesy of the artist and Giacomo Pederiva

Multiforme, Croccante si è delineato quindi come progetto curatoriale opensource. Infatti il contributo non è stato apportato solo da artisti, ma anche da teorici con i quali è stato costruito un dibattito transdisciplinare in tre episodi diversi. Il primo ha visto l’intervento di Dario Calogero, CEO di Ubiquity, seguito da una lecture di Giada Biaggi su una rilettura dell’aura digitale di matrice groysoniana, aprendo così il dibattito sull’essere o meno presenti all’interno del flusso della rete. Il secondo episodio, con una lecture di Francesca Vason, si è occupato di analizzare i risvolti dell’artificial intelligence e del costante flusso di dati sulla produzione e diffusione di conoscenza, nonché sul piano economico. Parallelamente a questo ha proposto una riflessione rispetto ad alcuni esempi contemporanei nell’arte di analisi critica e interazione con lo spazio virtuale. Parte delle tematiche affrontate sono state oggetto di studio da parte di KABUL magazine, realtà editoriale di cui Francesca è co-founder, che si occupa di temi rilevanti per la contemporaneità quali ecocentrismo, innovazioni tecnologiche, neuroscienze, globalizzazione e teorie queer, sia nel web che in pubblicazioni cartacee. Una di queste, Metadata Galaxies, riguarda sicuramente più da vicino le tematiche affrontate da Francesca oltre a rappresentare il primo numero della collana K-pocket guide. Infine, prima dell’episodio conclusivo, un workshop notturno guidato da g. olmo stuppia ha recuperato i concetti di scomposizione urbana e deriva.
I partecipanti a bordo della barca utilizzata per Skype_Mirror, progetto presentato lo scorso anno al termine della residenza in BLM, si sono visti impegnati a lasciare una traccia sotto le camere 360 installate sulla facciata della Prefettura veneziana. A completare il progetto una conversazione con Francesca Colasante e Stefano Coletto è stata seguita da un live set dell’artista-dj Alexander Darkish che, con un repertorio di suoni acidi, groove ipnotici e alcuni classici da dancefloor, è stato in grado di scaldare il pubblico in pista. Per concludere, Croccante, con la sua forma sfaccettata e le sue incursioni verso il confronto, rappresenta un esempio di progetto artistico, curatoriale e teorico su cui riflettere. Sicuramente più vulnerabile ma allo stesso tempo più interessante si traduce in una mostra-contesto non più luogo per la definizione, ma modello per l’elaborazione di domande e pensieri. I meccanismi della nuova “poetica” collettiva della rete sono stati denudati dalla pratica artistica che finalmente ha visto un costrutto di elaborazione teorica già pronto a supportarla.

Acquario - Filippo Marzocchi e Mattia Pajè -  Courtesy of Sale Docks
Acquario – Filippo Marzocchi e Mattia Pajè – Courtesy of the artist and Giacomo Pederiva
Free Royalty Rave Party - Marco Casella -  Courtesy of Sale Docks
Free Royalty Rave Party – Marco Casella – Courtesy of the artist and Giacomo Pederiva