ATP DIARY

Dalla memoria al live. Un tentativo di ricostruire l’invisibile

In occasione di MANIFESTA 11, Cabaret der Kunstler – Zunfthaus Voltaire ha ospitato la prima press conference di VEGETALIMPORT un festival sonoro, mai accaduto, ma potenzialmente reale, organizzato da Traslochiemotivi. Ma cos’è esattamente VEGETALIMPORT? Secondo quanto scrive Traslochiemotivi, è «un Festival del Suono, di quello che ti ricordi del suono. È la memoria di un festival […]

VEGETALIMPORT | Traslochiemotivi a Manifesta 11,   2016
VEGETALIMPORT | Traslochiemotivi a Manifesta 11, 2016

In occasione di MANIFESTA 11, Cabaret der Kunstler – Zunfthaus Voltaire ha ospitato la prima press conference di VEGETALIMPORT un festival sonoro, mai accaduto, ma potenzialmente reale, organizzato da Traslochiemotivi.

Ma cos’è esattamente VEGETALIMPORT? Secondo quanto scrive Traslochiemotivi, è «un Festival del Suono, di quello che ti ricordi del suono. È la memoria di un festival già finito prima di iniziare. Un festival del già accaduto. Un’eco di flussi sonori senza collocazione temporale archiviati virtualmente, ma non visibile al pubblico attraverso il web». Potrebbe essere un luogo del desiderio, uno spazio mentale individuale, qualcosa che abbiamo dimenticato di ricordare, qualcosa di realmente accaduto, o solamente sognato.

VEGETALIMPORT è anche una grande “bufala”, un’operazione irriverente metanarrativa che trasforma la passività dello spettatore in attività. 

A essere riattivata è la memoria individuale che, attraverso una riflessione sul suono, giunge nel luogo dei ricordi germinali. «In principio fu il verbo», o come suggerisce Carmelo Bene «in principio fu la fonè», ovvero il rumore.

Nessuno lo ricorda esattamente, eppure nella nostra memoria germinale, il primo contatto con l’esterno fu costituito dal battito cardiaco materno. Quel basso continuo ritorna a riecheggiare in noi. VEGETALIMPORT potrebbe anche essere incominciato in quei tempi bui, in cui gli occhi erano ancora chiusi e il tempo era scandito da quel rumore continuo che via via si andava a confondere con il liquido delle acque materne. Chiunque potrebbe riascoltare alcuni momenti di VEGETALIMPORT, semplicemente avvicinando l’orecchio a una conchiglia, con gli occhi socchiusi davanti al mare che ci consola e ci spaventa, capace quest’ultimo di inghiottirci in un abisso privo di luce ma denso di suono.

Questi ricordi sommersi, così intimamente legati a ognuno di noi sono anche ciò che collettivamente condividiamo. Non siamo così diversi l’uno dall’altro, ma abbiamo in comune una memoria collettiva, delle pre-esperienze, siamo infatti uniti da un contenitore psichico individuale comune a tutti e carico di archetipi.

Ma VEGETALIMPORT parla anche di altro. Un altro punto di riflessione che ha dato l’avvio al festival è da rintracciare nelle riflessioni del filosofo sudcoreano Byung-Chul Han, che nel testo la Società della stanchezza analizza la condizione dell’uomo contemporaneo, caratterizzata dall’iperattività e incapacità di trovare delle oasi di pace e quiete. L’iperattività e l’incapacità di fermarci viene da Traslochiemotivi connessa all’ossessione tutta contemporanea di placare ed esorcizzare la paura della perdita della memoria attraverso una proliferazione compulsiva di immagini, quell’esigenza ormai comune di documentare e immortalare ogni momento della nostra vita.

VEGETALIMPORT non riflette su tali questioni in modo negativo e oppositivo, ma partendo dalle criticità del contemporaneo ne comprende i bisogni reconditi e prova a riattivare attraverso l’esperienza sonora una dimensione positiva e creativa della memoria. In linea con la propria poetica Traslochiemotivi performa l’invisibile e l’inconsistente, e chiede a diversi soggetti di rispondere alla domanda: Cosa ti ricordi di Vegetal Import Festival? Ognuno dei soggetti interpellati ha raccontato, dunque, la propria esperienza, cercando tra la memoria e la fantasia il proprio ricordo di un festival mai avvenuto. Ognuno di noi può organizzare e adottare VEGETALIMPORT, così come ciascuno di noi può provare a ricordare e condividere la propria personale esperienza di VEGETALIMPORT.

Al comintato organizzativo del festival hanno partecipato Giulia Currà, Pasquale Leccese, Barbara Mulas, Steve Piccolo, Livia Satriano.

I testi e le voci del festival sono di Cristina Aguirre Bisi, Vittore Baroni, Bertolt Brecht, Manlio Capaldi, Isabella Carolina Ehrmann, Giulia Cavaliere, Audrey Gouband, Matthew Jager, Nils Hemmerichs, Ellias Jafari, Marco Lavagetto, Pasquale Leccese, Mahmoud Saleh Mohammadi, Kate Molleson, Barbara Mulas, Morgane Quere, Steve Piccolo, Barnaba Ponchielli, Benedikt Sauer, Livia Satriano, Francesco Tenaglia .

VEGETALIMPORT | Traslochiemotivi a Manifesta 11,   2016
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