
Per la sua quinta edizione Panorama, la mostra diffusa della rete di gallerie ITALICS al crocevia tra arte contemporanea, architettura e paesaggio in stretto dialogo con territori e comunità, giunge nella città campana di Pozzuoli. Dopo Procida, Monopoli, L’Aquila e il Monferrato, è il territorio dei Campi Flegrei ad ospitare un percorso di opere calate nel paesaggio, plasmato da fenomeni geologici come l’attività vulcanica e il bradisismo che a loro volta hanno dato sostanza ai miti locali. Proprio sui miti e in particolare sul tema della divinizzazione della morfologia del territorio, calata nell’immanenza del quotidiano, si incentra la narrazione di Panorama Pozzuoli (dal 10 al 14 settembre), a cura di Chiara Parisi, direttrice del Centre Pompidou-Metz. Ciò che si offre è una promenade che attraversa luoghi carichi di storia, testimoni delle civiltà del passato e della costante azione modellatrice esercitata dalle forze della natura, dal Rione Terra alla Solfatara. Il percorso prende avvio dall’Anfiteatro Flavio e prosegue con il Parco pubblico terrazzato di Villa Avellino, il Cinema Sofia, la Chiesa di San Raffaele Arcangelo, l’area esterna della Chiesa del Purgatorio; si giunge così al Rione Terra, nucleo identitario e simbolico della città, ove si concentrano il percorso archeologico sotterraneo, il Duomo di San Pietro Martire e la Chiesa di San Liborio. La promenade si estende anche ad alcuni luoghi esterni al centro storico, come il Parco Archeologico di Cuma, e altri che non ospitano interventi artistici – come il Macellum/Tempio di Serapide, la Solfatara, il Parco sommerso di Baia, il Castello di Baia, il Tempio di Venere e il Tempo di Diana, il Lago d’Averno, il Lago Fusaro, il Monte Nuovo, la Piscina Mirabilis a Bacoli, lo Stadio di Antonino Pio – ma che si è deciso di far rientrare idealmente nella narrazione di Panorama Pozzuoli, per le energie latenti che conservano, in grado di generare risonanze a distanza con il contemporaneo. In questi casi la scelta curatoriale è stata quella di non intervenire e di lasciare questi spazi vuoti, di interpretarli come “soglie percettive” dove “l’arte lascia spazio alla memoria”, anche in virtù di un approccio ecologico attento al contesto, in modo da non imporsi sui luoghi alterando i loro equilibri storici e ambientali.

Molti degli artisti coinvolti hanno partecipato con nuove produzioni e un approccio site-specific che interessa contesti in alcuni casi aperti per la prima volta a interventi artistici, in cui spesso il contemporaneo dialoga con opere di arte antica e moderna raramente esposte prima d’ora, come alcune sculture romane del II secolo d.C., o capolavori di Luca Giordano e di altri maestri del Seicento. Spiccherà nel cuore del Rione Terra l’opera Senza Titolo (2003) di Maurizio Cattelan, un bambino che batte il tamburo, il cui suono ipnotico si diffonde nello spazio. Tra le grandi presenze internazionali si contano Simone Fattal, Anish Kapoor, Ugo Rondinone, Carlos Amorales, William Kentridge, Wilfredo Prieto, Lawrence Weiner, Clarissa Baldassarri, Goshka Macuga, Elmgreen & Dragset e Michael Landy, accanto ai maestri italiani Gino Marotta, Mario Merz, Jannis Kounellis, Emilio Isgrò, Marino Marini e Gianni Colombo. Altri artisti presenti lungo l’articolata promenade saranno Simon Starling, Sandra Vásquez de la Horra, Celia Paul, Sang A Han, Helena Hladilová, Marie Denis, Servane Mary, Rebecca Moccia, Simon Dybbroe Møller, David Tremlett, Fabrizio Corneli, Kevin Francis Gray, Walter Moroder, Maria Grazia Rosin, Yuri Ancarani, Jan Vercruysse, Bram Demunter, Oliver Beer, Giusy Pirrotta, Damir Očko, Felix Shumba.
Lungo il percorso saranno presenti anche degli speakers’ corners, ispirati alla tradizione oratoria britannica degli spazi liberi di parola, che qui assumono l’aspetto di postazioni mobili presso cui artisti, filosofi, poeti, attivisti, studiosi locali prendono la parola nello spazio pubblico, con interventi pensati per attivare il pensiero e il confronto. In vari punti della città un intervento di graffiti writing mitologico porta sulle pareti degli edifici una costellazione di frasi tratte dall’Eneide, mescolando memoria classica e immaginario popolare. Sono previste anche delle colazioni con gli artisti, realizzate in collaborazione con la Fondazione Morra Greco di Napoli. Completa il programma l’iniziativa dell’Italics d’Oro, premio che celebra il legame tra artista e territorio, e che quest’anno va a Tomaso Binga, nome d’arte di Bianca Pucciarelli Menna (Salerno, 1931), per il suo impegno nell’indagine dei linguaggi e dell’identità di genere espresso attraverso un legame profondo con la Campania. Panorama Pozzuoli poi si fa scintilla per collaborazioni e iniziative dei musei napoletani – la Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee – museo Madre, la Fondazione Morra Greco, il Museo e Real Bosco di Capodimonte, il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, Puteoli Sacra – e delle gallerie della rete ITALICS, in uno straordinario racconto corale.
ITALICS presenta
PANORAMA POZZUOLI
a cura di Chiara Parisi
10 – 14 settembre 2025
Cover: Pozzuoli, La Solfatara | Ph. Luciano Romano



GLI ARTISTI |
Carlos Amorales (Città del Messico, 1970); Yuri Ancarani (Ravenna, 1972); Clarissa Baldassarri (Civitanova Marche, 1994); Oliver Beer (Kent, 1985); Matteo Bottigliero o Bottiglieri (attr.) (Castiglione del Genovesi, 1684 – Napoli, 1757); Maurizio Cattelan (Padova, 1960); Viviano Codazzi e Michelangelo Cerquozzi (Bergamo, 1604 – Roma, 1670; Roma, 1602-1660); Gianni Colombo (Milano, 1937 – Melzo, 1993); Fabrizio Corneli(Firenze, 1958); Louis Cousin, detto Luigi Primo Gentile (Bruxelles o Breynelden, 1606 – Roma, 1667/1668); Bram Demunter (Kortrijk, 1993); Marie Denis (Bourg-Saint-Andéol, 1972); Simon Dybbroe Møller (Aarhus, 1976); Elmgreen & Dragset (Michael Elmgreen, Copenhagen, 1961; Ingar Dragset, Trondheim, 1969); Simone Fattal (Damasco, 1942); Luca Giordano (Napoli, 1634-1705); Kevin Francis Gray (Armagh, 1972); Sang A Han (Seoul, 1987); Helena Hladilová (Kroměříž, 1983); Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, 1937); Anish Kapoor (Mumbai, 1954); William Kentridge (Johannesburg, 1955); Jannis Kounellis (Il Pireo, 1936 – Roma, 2017); Michael Landy (Londra, 1963); Goshka Macuga (Varsavia, 1967); Marino Marini (Pistoia, 1901 – Viareggio, 1980); Gino Marotta (Campobasso, 1935 – Roma, 2012); Servane Mary (Dijon, 1972); Mario Merz (Milano, 1925 – Torino, 2003); Rebecca Moccia (Napoli, 1992); Walter Moroder (Val Gardena, 1963); Damir Očko (Zagabria, 1977); Celia Paul (Thiruvananthapuram, 1959); Giovanni Peruzzini (Ancona, 1629 – Milano, 1694); Giusy Pirrotta (Reggio Calabria, 1982); Wilfredo Prieto (Sancti Spíritus, 1978); Ugo Rondinone (Brunnen, 1962); Maria Grazia Rosin (Cortina d’Ampezzo, 1958); Scultore del II secolo d.C.; Felix Shumba (Bulawayo, 1989); Simon Starling (Epsom, 1967); David Tremlett (Dartford, 1945); Sandra Vásquez de la Horra (Viña del Mar, 1967); Jan Vercruysse (Ostenda, 1948 – Bruges, 2018); Lawrence Weiner (New York, 1942-2021). |