Uno dei metodi per affrontare il blocco della lettura è prendere in mano un libro comfort, scritto bene, accogliente e piacevole come un romanzo di Italo Calvino. Allo stesso modo la pittura in questo momento è un balsamo a cui noi osservatori accorriamo per soddisfare la nòecessità di un’immagine ferma, che metta in pausa i nostri pensieri. La responsabilità non è dell’artista che decide semplicemente di adoperare il mezzo che meglio si presta al suo scopo espressivo, o meglio lo sarebbe se la scelta del mezzo pittorico fosse un mero stratagemma economico. Mi sento anche di rincuorare: la pittura non muore, sta bene e dobbiamo farcene una ragione. È inutile continuare a pretendere che gli artisti facciano quello che noi ci aspettiamo, non possono essere trattati come un talento che viene plasmato per ricoprire le nostre aspettative e i nostri desideri.
Le opere di Gökhun Baltacı sono tutt’altro che balsamici romanzi di Calvino, piuttosto sono poemetti che richiedono un’attenta e minuziosa lettura. La galleria kaufmann repetto a Milano presenta la prima personale in Italia dell’artista, con il titolo The sky is black and golden and the moon is shining red. Gökhun Baltacı nasce nel 1989 ad Ankara, capitale della Turchia, una città conosciuta principalmente per la sua burocrazia rigida e la politica inflessibile. Ad Ankara il collettivo Avareler (vagabondi) mette sottosopra la città con blitz notturni, serigrafie e manifesti. Le azioni del collettivo sono performance di street-art provocanti, una spinta verso un’espressione anarchica, tra i fondatori proprio Baltacı.
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In maniera spontanea e “intuitiva”, come lui stesso la definisce, da circa un decennio Baltacı sceglie di spostare la sua pratica dalla guerriglia alla narrazione personale, dalle bombolette sulle strade di Ankara ai pastelli a olio nella sua casa familiare.
Per questa mostra da kaufmann repetto l’artista ci offre una serie di tele dai soggetti classici come ritratti e natura morta. Ma si scova lentamente un senso di disagio, smascherato solo quando affrontiamo i dettagli e ci interroghiamo su di essi per ricostruire la scena, non suggerita nemmeno dal titolo. Cosa stiamo guardando? Il ritratto di una donna con la camicetta trasparente e un orecchino blu, o il puntino di luce gialla alle sue spalle? Ci interessa il cadavere di un volatile a cui è accostato un flauto dolce, o la perla rosa sulla scena del crimine?
Nella “casa” di Baltacı nessun dettaglio è lasciato al caso: i coralli, rimedio contro il malocchio, angurie, ricci di mare, pose, gesti, riferimenti alla cultura del XVIII e XIX secolo. Il titolo della mostra è tratto da Picture of Maryanne, brano degli Swans del 1992 che testimonia la passione dell’artista per la musica, che giustifica le audiocassette di Johann Sebastian Bach e dei Nirvana dipinte nelle opere.
Potremmo concentrarci su ogni singolo oggetto sulla scrivania che dipinge: una barretta di cioccolato aperta, mentre siamo follemente attratti dalla ciliegina ricamata sul tovagliolo. Il mondo si divide tra chi quando entra in casa di qualcuno osserva ogni singolo oggetto per ricostruire delle storie, e chi invece passa davanti distrattamente.
The sky is black and golden and the moon is shining red
Gökhun Baltacı
Galleria kaufmann repetto, Milano
Fino al 20 febbraio 2025
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