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Silvia Rosi. Disintegrata | Collezione Maramotti 

Disintegrata è il titolo della prima personale italiana dell’artista Silvia Rosi, allestita alla Collezione Maramotti fino al 28 luglio 2024. La mostra si inserisce all’interno della XIX edizione del Festival della Fotografia Europea, dal concept “la natura ama nascondersi”, e  nasce per la Collezione, includendo venti opere fotografiche inedite, immagini in movimento e immagini d’archivio […]

Silvia Rosi, Disintegrata, veduta di mostra, Collezione Maramotti, Reggio Emilia © Silvia Rosi – Ph. Masiar Pasquali

Disintegrata è il titolo della prima personale italiana dell’artista Silvia Rosi, allestita alla Collezione Maramotti fino al 28 luglio 2024. La mostra si inserisce all’interno della XIX edizione del Festival della Fotografia Europea, dal concept “la natura ama nascondersi”, e  nasce per la Collezione, includendo venti opere fotografiche inedite, immagini in movimento e immagini d’archivio recuperate dall’artista tra il 2023 e il 2024 durante un lungo soggiorno in Italia, soprattutto in Emilia-Romagna. 

Gli scatti scelti raccontano la quotidianità di chi, giunto dal’Africa prima del Duemila, ritraeva se stesso e la propria vita in diversi contesti: le immagini ordinarie – raccolte dall’artista coadiuvata da Mistura Allison, Theophilus Imani e Ifeoma Nneka Emelurumonye – costituiscono il primo tassello di un progetto più ampio, l’attivazione di una rete italiana di cittadini afrodiscenti. Le immagini vernacolari diventano lo strumento attraverso cui l’individuo si interroga su di sé e sul modo in cui gli altri lo percepiscono, sull’appartenenza ad una comunità. Le fotografie svolgono quindi una funzione sociale di scoperta e indagine in cui l’identità personale, di genere o classe, e l’appartenenza familiare sono solo alcuni dei temi esplorati: l’individuo attraverso l’immagine esprime non soltanto se stesso ma anche ciò che potrebbe essere o diventare. L’archivio fotografico che Silvia Rosi costituisce è esso stesso in divenire, dis-integrato e disseminato, testimonianza collettiva e individuale della diaspora africana. 

Accanto alle immagini trovate e familiari, l’artista adotta l’autoritratto per esplorare i molteplici aspetti dell’io. Ispirata da artiste come Cindy Sherman e Gillian Wearing, l’artista recupera accessori narranti per incarnare diverse figure: i comodini di famiglia, un casco asciugacapelli, tessuti dai pattern geometrici, valigie, parrucche, gli abiti della madre sono solo alcuni degli oggetti utilizzati per raccontare una storia che, ispirata alla biografia del singolo, si traduce in una narrazione collettiva. Grazie ad un percorso variegato che spazia dall’autoritratto alle immagini raccolte negli album di famiglia, la mostra definisce un immaginario contemporaneo dell’ “Italianità”. 

Silvia Rosi. Disintegrata
Collezione Maramotti, Reggio Emilia
Fino al 28 luglio 2024

Immagine dall’album della famiglia Ameganvi – anni novanta – stampa Fine Art su carta Baryta © Silvia Rosi
Immagini dall’album della famiglia Owusu, anni novanta – stampa Fine Art su carta Baryta (trittico) © Silvia Rosi
Silvia Rosi, Disintegrata, veduta di mostra, Collezione Maramotti, Reggio Emilia © Silvia Rosi – Ph. Masiar Pasquali
Silvia Rosi Disintegrata dal Parrucchiere 2024 stampa Fine Art su carta Baryta © Silvia Rosi Realizzata con il supporto di Collezione Maramotti
Silvia Rosi, Disintegrata, veduta di mostra, Collezione Maramotti, Reggio Emilia © Silvia Rosi – Ph. Masiar Pasquali