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Rossella Biscotti. Titolo primo, Ho sognato, Clara e altre storie | Castello di Rivoli

Spesso l’intervento artistico consiste in un prelievo o in uno spostamento di materiale, oppure in minime operazioni di editing, selezioni, tagli, aggiustamenti che rovesciano la percezione dell’oggetto originale
Veduta dell’installazione nell’ambito della mostra Rossella Biscotti. Titolo primo, Ho sognato, Clara e altre storie Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino 2024 – Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino Foto Sebastiano Pellion

Fino al 24 novembre il Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli ospita Titolo primo, Ho sognato, Clara e altre storie, la prima mostra antologica istituzionale di Rossella Biscotti (Molfetta, 1978) artista italiana tra le più note e apprezzate a livello internazionale, a cura di Marianna Vecellio. Nelle sale del Castello opere chiave dell’artista – tra le quali “Il processo”, “Clara” e “La città” – assieme a lavori inediti e nuove produzioni site specific. Il percorso, che si articola secondo un andamento organico e cronologico, rivela al suo interno un ecosistema di significati e linguaggi differenti, tra i quali film, suono, fotografia, scultura e testo scritto. 

L’identità dell’Italia contemporanea è costruita sul concetto di memoria: un crocevia dove confluiscono traiettorie individuali, familiari e condivise, grandi narrazioni e storie minori, ma anche lacune, silenzi e omissioni. Si può dire che per il nostro Paese, molto più di altri, la memoria rappresenti un grande centro problematico, un’eredità complessa e viva, che produce effetti retroattivi e contraccolpi concreti sul nostro presente. Sempre più spesso la memoria trasgredisce la lezione storica e allora assistiamo a “revival” nostalgici di fenomeni che speravamo estinti, a omissioni che si allargano a macchia d’olio sui capitoli oscuri nostro passato, dalla storia coloniale, ai crimini fascisti, fino agli anni di piombo.

Nel nostro paesaggio queste tracce non si cancellano, anzi, sono ancora evidenti nei monumenti, nelle architetture, nelle targhe e nella toponomastica delle città da nord a sud. Ed è a partire da questi segni visibili, seppure oscurati da una fruizione inconsapevole e passiva, che Rossella Biscotti dà corpo al suo lavoro. Un lavoro che consiste per lo più nei complessi percorsi di indagine attorno alle presenze e, soprattutto, alle lacune della storia contemporanea. Ed è questa faticosa ricerca, fatta di scavi d’archivio, trattative, compromessi, autorizzazioni per accedere a spazi e documenti riservati, che fa da premessa ai lavori di Biscotti. Lavori essenziali, asciutti, che condividono la risolutezza e la meticolosità dell’approccio forense.

Veduta dell’installazione nell’ambito della mostra Rossella Biscotti. Titolo primo, Ho sognato, Clara e altre storie Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino 2024 – Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino Foto Sebastiano Pellion
Veduta dell’installazione nell’ambito della mostra Rossella Biscotti. Titolo primo, Ho sognato, Clara e altre storie Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino 2024 – Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino Foto Sebastiano Pellion

Spesso l’intervento artistico consiste in un prelievo o in uno spostamento di materiale, oppure in minime operazioni di editing, selezioni, tagli, aggiustamenti che rovesciano la percezione dell’oggetto originale: i pieni diventano vuoti, l’organico inorganico, i sogni tracce tangibili, i rifiuti materiali da costruzione.

Spesso il punto di partenza di ogni progetto è un luogo fisico, lontano, inaccessibile o perduto, come gli uliveti pugliesi estinti da un batterio letale, le celle del penitenziario femminile nell’Isola della Giudecca o l’Aula Bunker del Foro Italico a Roma. Luoghi non più percorribili che attraverso la ricostruzione di Biscotti tornano ad assumere un corpo, un peso specifico e una forza di verità che prendono le distanze dalle testimonianze del passato, preferendo dare forma alle urgenze dell’oggi. 
In questo senso le opere in mostra possiedono le caratteristiche dei lavori site specific, poiché instaurano una relazione, un dialogo tra lo spazio oggetto della ricerca e la destinazione espositiva. Nell’intervallo tra queste due coordinate di spazio e di tempo si collocano i progetti presentati nelle sale. Installazioni ambientali perlopiù, che si compongono di diversi media e linguaggi, incorporando al loro interno memorie personali e documenti di evidenza storica per porre degli interrogativi su ciò che del passato si riverbera ancora sul nostro presente.
Questa modalità di relazione con il passato può comportare che un lavoro non venga esposto per più di un’occasione, oppure che si materializzi di volta in volta attraverso i negativi dell’oggetto originale: calchi, riproduzioni, fotografie che non coincidono più con il reale, ma ne prendono le distanze, spostando il focus di discussione dalla storia alla possibilità di riprodurla.

Veduta dell’installazione nell’ambito della mostra Rossella Biscotti. Titolo primo, Ho sognato, Clara e altre storie Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino 2024 – Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino Foto Sebastiano Pellion
Veduta dell’installazione nell’ambito della mostra Rossella Biscotti. Titolo primo, Ho sognato, Clara e altre storie Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino 2024 – Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino Foto Sebastiano Pellion

Esemplare il caso de Il processo (The Trial), già presentata a Documenta XIII e al MAXXI di Roma, che nasce a partire dal processo detto del “7 aprile”, in cui furono imputati membri di Autonomia Operaia e Potere Operaio, che si svolse nell’Aula Bunker del Foro Italico tra il 1983 e il 1984. L’opera è composta da due parti strutturali, una scultorea e una audio, che assumono diverse declinazioni in base al luogo dove viene ospitata. La base del lavoro è una serie di 8 calchi in cemento che riproducono alcune specifiche porzioni dell’aula bunker, e un estratto audio di circa 6 ore, realizzato a partire dalle centinaia di ore di registrazione operata allora da Radio Radicale, e oggi ancora conservata nei loro archivi. Il testo e l’audio del processo sono restituiti in sala, attraverso diversi cartigli e una piccola cassa sulla parete. In questo come in altri lavori di Biscotti, particolare attenzione è dedicata allo studio del suono che riveste un ruolo chiave nel dare corpo alle testimonianze ma anche nell’attivare un ascolto intimo e partecipato, trasformandosi in un vero e proprio dispositivo performativo decentralizzato. La registrazione diffusa con dispositivi impersonali si affianca a lecture performance o dibattiti aperti al pubblico, occasioni costruite per attualizzarne il contenuto, producendo azioni reali di immedesimazione e interpretazione nei fruitori.

A concludere la mostra, l’ultima sala ospita Circulations, una nuova produzione appositamente concepita per il Museo. Protagonisti dell’installazione sono una serie di tubi in acciaio senza saldatura che si sviluppano lungo lo spazio espositivo in forme diffuse e tentacolari, come a riprodurre un organismo multispecie fatto di molte braccia sulle quali si inseriscono una serie di interventi. A partire dalle letture di Donna Haraway e Octavia Butler, l’opera si muove tra archeologia, industria e fantascienza per affrontare il tema del sottosuolo che da bacino estrattivo è riletto dall’artista come spazio creativo e di rigenerazione. Come una creatura viva e in divenire, l’opera assumerà nel tempo diverse conformazioni.
La mostra al Castello offre una panoramica completa sul lavoro di Rossella Biscotti, dimostrando quanto sia necessaria oggi una ricerca come la sua. Capace di produrre letture trasversali, puntuali, intellettuali, che evitano ogni tentazione estetizzante o documentativa, riuscendo a problematizzare un presente che ci appare oggi sempre più complesso e sfuggente.

Veduta dell’installazione nell’ambito della mostra Rossella Biscotti. Titolo primo, Ho sognato, Clara e altre storie Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino 2024 – Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino Foto Sebastiano Pellion