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Pauline Curnier Jardin & Feel Good Cooperative. Triviale | MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma

Triviale presenta per la prima volta al MACRO di Roma, all’interno di una cornice istituzionale, il risultato di una pratica di lavoro condivisa avviata nel 2020 dall’artista Pauline Curnier Jardin e dal collettivo Feel Good Cooperative. Fondato da Curnier-Jardin e dall’architetta e ricercatrice Serena Olcuire insieme a un gruppo di sex worker trans colombiane, il […]

Pauline Curnier Jardin & Feel Good Cooperative Triviale Exhibition view MACRO, 2024 Ph. Agnese Bedini – DSL Studio

Triviale presenta per la prima volta al MACRO di Roma, all’interno di una cornice istituzionale, il risultato di una pratica di lavoro condivisa avviata nel 2020 dall’artista Pauline Curnier Jardin e dal collettivo Feel Good Cooperative. Fondato da Curnier-Jardin e dall’architetta e ricercatrice Serena Olcuire insieme a un gruppo di sex worker trans colombiane, il nucleo della Cooperativa è composto anche dalla fotografa e sex worker Alexandra Lopez, Giuliana Mira, Gilda Star, Barby de Martinez e Diana Veruzca Martinez.
Nel tentativo di estendere i confini del linguaggio dell’arte e del criterio di autorialità, la mostra è stata concepita nell’ambito del laboratorio Feel Good Accademia di Belle Arti – lanciato all’inizio del 2023 e articolato intorno a una serie di incontri, proiezioni di film, lezioni e sessioni pratiche, accompagnate da conversazioni teoriche sul significato del fare arte. Uno dei temi alla base della progettualità della Feel Good Cooperative è quello della remunerazione economica in ambiti disparati, dall’arte al lavoro sessuale per l’appunto. Il collettivo in questo si pone risolutamente all’interno di una narrazione in cui i corpi, e la loro significazione in merito allo spazio pubblico e a quello privato, prendono consapevolezza delle dinamiche di forza nel tentativo di una apertura decisiva verso nuovi orizzonti transdisciplinari e teorici. 

agg. [dal lat. trivialis, der. di trivium «trivio»]. – 1. Da trivio, e quindi plebeo, volgare, sguaiato, di una grossolanità scurrile: modi, maniere, parole, frasi t.; un’espressione t.; un gesto, uno scherzo t.; comportamento, contegno t. Nella mitologia romana Trivia era un appellativo delle dee Diana, Ecate e Luna. L’epiteto viene indicato come appellativo della sola personificazione lunare di Diana – una connotazione da sempre attribuita all’animo femminile, quasi a volerne sottolineare la estrema vulnerabilità. Altre interpretazioni attribuiscono invece al nome Trivia la definizione della triplice natura della medesima divinità, rappresentata in cielo come Luna, in terra come Diana e agli inferi come Proserpina o Ecate. Essa è la protettrice dei trivi, gli incroci a tre vie, che veglia su tutte le persone che viaggiano a piedi. È nell’aggettivo triviale e nella sua ambiguità semantica che risiedono i punti di contatto di una pratica ibrida, in cui teoria e prassi si uniscono dando vita a un insieme discorsivo tra video, performance e installazione. 

Accolti da un balcone in ferro battuto, affacciato verso l’esterno della sala, siamo introdotti, oltrepassando una quinta composta da sottili tende in seta rosse, all’interno di un set in cui a essere messa in scena è una dimensione duplice, pubblica e domestica, composta da tre momenti, tre partiture, che risolvono circolarmente lo spazio, concentrandolo verso una struttura in plexiglass davanti alla quale è raffrontato un grande letto circolare. Sul paravento, gli abiti indossati dalle componenti della Cooperativa nella loro recente performance Le Colonne della Colombo (2023) nel quartiere EUR.

Pauline Curnier Jardin & Feel Good Cooperative Triviale Exhibition view MACRO, 2024 Ph. Agnese Bedini – DSL Studio

L’identità di genere, le questioni migratorie e i lasciti del colonialismo sono tre delle macrocategorie che emergono nella narrazione visiva e sensoriale di questo grande spazio orchestrato come fosse una piazza, un luogo di raccolta e di ritrovo in cui i corpi sono accomunati da una stessa tensione. In aggiunta alle installazioni, frutto di un pensiero e di un lavoro collettivo e condiviso, lo spazio espositivo ospita elementi scultorei concepiti dalle singole componenti della Cooperativa. Tra questi, il ready-made di Gilda Star di un paletto parapedonale in ferro, due maschere-specchio ovali di Giuliana Mira e l’opera la bouche di Pauline Curnier-Jardin, posta in alto rispetto all’ingresso, come una sorta di totem e di guardiano della soglia. Il concetto di spazio è qui rivisto come spazio vissuto e interpolato da interventi che generano non soltanto una dinamica immersiva, ma anche e soprattutto un’idea di playground integrata con l’esplorazione spudorata e gioiosa messa in atto dalla Feel Good Cooperative, che indaga “l’arte della gioia e dello stare bene attraverso la performance, il gioco di ruolo, la bellezza e l’intrattenimento, rivelando la presenza fondamentale di questi elementi sia nel sesso che nella pratica artistica”.

Tre i film in mostra. Girato nella periferia romana, sulla Via Appia Antica, Fireflies è un film del 2021 realizzato da Pauline Curnier Jardin in collaborazione con Feel Good Cooperative. I fari delle automobili, alla stregua di riflettori cinematografici, disegnano la scena illuminando le lavoratrici del sesso. Storie, memorie, esistenze riemergono dalla notte attraverso un’eco pasoliniana; vissuto personale e performance si intrecciano a porre luce sui corpi altrimenti invisibili delle lucciole. The Day We Went To See Him racconta del pellegrinaggiodelle componenti della Feel Good Cooperative alla camera ardente di Benedetto XVI, papa noto per le sue posizioni transfobiche. All’interno della performance collettiva – quella dei fedeli accorsi a porgere l’estremo saluto al Pontefice – si inserisce la performance di soggettività trans intente a irrompere nel rituale collettivo. Infine, ne Le Colonne della Colombo – il teaser della performance svoltasi il 12 ottobre 2023, giorno in cui negli Stati Uniti si celebra il Columbus Day, è proiettato sul paravento centrale – il quartiere EUR vettorializza una storia di spettri coloniali e un passato fascista. Attraverso il percorso performativo, i partecipanti sono stati invitati a una rilettura e risignificazione urbanistica del quartiere mussoliniano alla scoperta della via Cristoforo Colombo. Le dinamiche di potere insite all’interno dello spazio pubblico vengono così ribaltate e contestate da un corpo collettivo che si staglia sulla monumentalità della città Eterna. 

È interessante come in tutte e tre le produzioni video, il luogo e lo spazio abbiano un ruolo centrale e una connotazione semantica speciale. La via Appia Antica, il quartiere EUR, la Basilica di San Pietro non appartengono soltanto alla città ma appartengono anche e soprattutto ai corpi che abitano quella stessa città. Su di essi si inscrive una storia personale, ma ancor di più collettiva, che parte dalla necessità imprescindibile di riconquistare spazi e dinamiche condivise, nel privato, così come all’interno dello spazio pubblico. La mostra è perciò orchestrata in questo senso: dentro e fuori si intrecciano e confondono, il gioco e la sessualità divengono un ribaltamento di campo e di prospettive. 

“I miei progetti sono presentati inalterati in modo molto clinico, come qualsiasi altro progetto COUM sarebbe. L’unica differenza è che i miei progetti coinvolgono il rituale molto emotivo dell’amore. Per fare un’azione, devo sentire che l’azione è me e nessun altro, nessuna influenza, solo io puramente. Ecco dove entrano in gioco le foto e i film… Le mie azioni sono me stesso e non un personaggio proiettato per l’entertainment delle persone. Quando me ne sarò andata, saranno vostre.” [Cosey Fanni Tutti nel programma della mostra ICA del 1976].

Nel 1976, il gruppo COUM Transmissions – fondato da Genesis P-Orridge a Hull – portò la loro mostra “Prostitution” all’ICA di Londra. La mostra fece scalpore, ispirando un dibattito alla Camera dei Comuni e è tuttora considerata una delle mostre più controverse nella storia dell’arte contemporanea britannica. Il titolo della mostra faceva riferimento tanto al mondo dell’arte quanto all’atto corporeo: “Tutto nella mostra è in vendita a un prezzo, persino le persone. Per noi, la festa la sera dell’apertura è la chiave della nostra posizione, la performance più importante. Faremo anche alcune azioni come contrappunto più avanti nella settimana.” (Genesis P-Orridge, citato dal manifesto originale di “Prostitution”). Immediatamente dopo l’apertura, la mostra apparve sui tabloid, sulle fanzine e sulla stampa. Il Daily Express titolò “Aiuti di stato per la troupe sessuale itinerante di Cosey”. La mostra suscitò un dibattito in parlamento riguardo al futuro dell’arte contemporanea nel Regno Unito e diede vita alla famosa citazione di un deputato conservatore secondo cui i COUM erano “i demolitori della civiltà”. “Prostitution” durò poco più di una settimana, ma il suo impatto fu decisivo, riuscendo a sfidare profondamente i valori morali ed estetici della società britannica dell’epoca.

Pauline Curnier Jardin & Feel Good Cooperative Triviale Exhibition view MACRO, 2024 Ph. Agnese Bedini – DSL Studio