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The Painting Race, Alchemilla | Intervista ai CANEMORTO

«Indossano maschere, parlano un idioma sconosciuto e venerano una divinità canina chiamata Txakurra, diffondendo il suo culto misterioso tramite opere “a sei mani” che sfruttano i media più disparati». Leggendo queste parole si potrebbe quasi pensare di avere a che fare con l’estratto di un racconto etnografico di un esploratore di inizio Novecento, imbattutosi in […]

Canemorto. The Painting Race. Installation view presso Alchemilla

«Indossano maschere, parlano un idioma sconosciuto e venerano una divinità canina chiamata Txakurra, diffondendo il suo culto misterioso tramite opere “a sei mani” che sfruttano i media più disparati». Leggendo queste parole si potrebbe quasi pensare di avere a che fare con l’estratto di un racconto etnografico di un esploratore di inizio Novecento, imbattutosi in qualche popolazione sconosciuta dell’Amazzonia, incline alla creazione collettiva di manufatti rituali – l’impiego del termine “media”, apparentemente fuori contesto, potrebbe essere associato proprio alle esperienze “medianiche” indotte, durante quei riti, dall’utilizzo di sostanze psicotrope. Si tratta, invece, della presentazione tutt’altro che convenzionale con cui è solito introdursi il trio di artisti italiani anonimi CANEMORTO, attivo dal 2007 e operante con i più svariati linguaggi espressivi. Partiti dalla street art, i tre artisti hanno saputo approcciarsi al sistema dell’arte iniziando a corroderlo dall’interno con un fare ironico e dissacrante, che si declina, ad esempio, in concept show che propongono modalità allestitive alternative, esterne alle dinamiche tradizionali del mercato. Esperienze di questo tipo sono state la Pizzeria da Canemorto (KapOw, Gand, 2017), per cui il trio si è divertito a ricreare all’interno di uno spazio espositivo un luogo di ristorazione a tutti gli effetti funzionante (e in cui loro avevano assunto in prima persona il ruolo di pizzaioli), oppure la più recente Pescheria da Canemorto (MATTA, Milano, 2023), in cui vendevano al dettaglio opere e multipli. Ora, in occasione di Art City 2024, approdano a Bologna con il progetto The Painting Race (fino al 16 marzo): un circuito automobilistico in miniatura realizzato attraverso gli spazi storici di Alchemilla ove si potranno svolgere competizioni di “quadri radiocomandati”; vale a dire, delle tele double-face montate su macchinine controllabili a distanza da chiunque visiterà la “mostra”. Un’operazione che, come ha fatto notare il curatore Antonio Grulli in sede di presentazione alla stampa, risuona con la storica preminenza del settore automobilistico sportivo nel tessuto industriale del territorio, ma che vuole anche ironizzare sull’estremo spirito di competizione che domina il sistema dell’arte. Ancora una volta, come espresso da Grulli nel testo critico, i CANEMORTO “vanno a mettere il pennello sul nervo scoperto”. Per questa occasione speciale gli artisti hanno messo da parte il loro idioma incomprensibile per rispondere a qualche domanda in maniera intelligibile.

CANEMORTO, The Painting Race – Sketch #3, 2023

Federico Abate: In The painting race i visitatori potranno sfidarsi in una gara all’ultima curva, correndo a loro volta dietro ai “propri” dipinti per seguirli attraverso gli ambienti settecenteschi di Palazzo Vizzani e arrivare al traguardo per primi. Perché avete sentito l’esigenza di mettere le vostre opere in movimento?

CANEMORTO: I quadri sono oggetti statici e intoccabili per eccellenza, ci piaceva l’idea di spogliarli dalla sacralità che li avvolge e trasformarli in oggetti ludici e mobili. Si tratta di un’idea risalente a vari anni fa, abbiamo solo dovuto aspettare l’occasione giusta per attuarla.

FA: Ritrovandosi impegnati in prima persona in una gara automobilistica con altri visitatori, si sente davvero crescere un certo istinto competitivo; si capisce che per voi era molto importante far emergere questo aspetto…

C: Certo, anche perchè le fiere d’arte sono le situazioni in cui queste dinamiche competitive si esasperano al massimo livello, perciò inserire questo progetto nel contesto di Arte Fiera ci è sembrato perfetto.

FA: Cosa rappresentano i dipinti che avete scelto per la corsa?

C: I dipinti rappresentano sei macro-temi della pittura contemporanea: il ritratto, la natura morta, il paesaggio, il realismo magico, l’espressionismo e l’astrattismo.

FA: Altre opere in tessuto dipinte a candeggina saranno collocate entro le specchiature storiche presenti negli ambienti. Come avete deciso di relazionarvi con il contesto?

C: Diciamo che sono state proprio le cornici vuote delle specchiature a suggerirci di riempirle con una serie di opere su misura; per noi rappresentano una sorta di scenografia “di sfondo” che, pur rimanendo in secondo piano, completa e arricchisce il progetto. 

FA: Con la vostra operazione il visitatore-pilota ha l’opportunità di approcciarsi percettivamente all’opera d’arte da un punto di vista inedito e di veicolarne in parte gli esiti espressivi; la mostra stessa diventa una performance agonistica collettiva senza premi in palio. Ritenete che il vostro ruolo sia quello di regalare un’esperienza?

C: Possiamo dire di sì, anche se in primis l’idea nasce dall’esigenza di regalare un’esperienza a noi stessi: da anni sogniamo la possibilità di pilotare dei quadri motorizzati.

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Nel weekend di Arte Fiera sono previste alcune gare che coinvolgeranno alcuni operatori del settore: sabato 3 alle 19 e alle 22 si terranno rispettivamente una sfida tra artisti e una tra collezionisti, mentre domenica 4 alle 11 competeranno critici e curatori.

Canemorto. The Painting Race. Installation view presso Alchemilla
CANEMORTO, The Painting Race – Sketch #2, 2023
Canemorto. The Painting Race. Installation view presso Alchemilla