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Thomas Berra – In quel camminare dove i piedi ti portano | Ca’ Pesaro, Venezia

In occasione della Giornata del Contemporaneo, la project room e le sale della collezione permanente di Ca’ Pesaro sono la cornice per la mostra “In quel camminare dove i piedi ti portano” di Thomas Berra, artista selezionato dal Museo durante ArtVerona nel 2022 per il Premio Arte. La mostra, curata da Elisabetta Barisoni, è stata […]

Thomas Berra, Ci incontreremo tra le stelle, 2023, acrilico e inchiostro su gesso
Thomas Berra , Io a Venezia mentre Gino sta a Roma, 2023, 8x6cm, vetro di murano

In occasione della Giornata del Contemporaneo, la project room e le sale della collezione permanente di Ca’ Pesaro sono la cornice per la mostra “In quel camminare dove i piedi ti portano” di Thomas Berra, artista selezionato dal Museo durante ArtVerona nel 2022 per il Premio Arte. La mostra, curata da Elisabetta Barisoni, è stata inoltre accompagnata da un testo di Rossella Farinotti.
Cinque opere, a comporre un breve ed intimo percorso, in dialogo con le opere presenti nella collezione. Un dipinto realizzato su un grande tondo, una serie di sei disegni su carta in carboncino e pastello, due lastre di gesso e un leoncino in vetro soffiato. Accanto al “Pensatore” di Auguste Rodin, quasi come fosse uno sfondo, si trova In quel camminare dove i piedi ti portano, il dipinto realizzato sul tondo. 
Berra qui presenta tutti i consueti stilemi della sua produzione pittorica. 
Siamo abituati infatti ai suoi dipinti su tele circolari, così come a determinati soggetti: paesaggi immersi in intricati fogliami, dove l’essenzialità e l’abbondanza si fondono, profili celati nella selva, orizzonti montuosi e cieli stellati. 
La serie dei notturni, ricerca avviata nel 2019, si sovrappone a quella sul verde intrapresa nel 2017. La scelta del colore, di una specifica gamma cromatica, ha sempre un significato profondo per l’artista, nella maggior parte dei casi legato a un sentire esistenziale più che estetico. 
I blu e i notturni appartengono a quelle temperature cromatiche legate alla malinconia, al sogno, alla tristezza, alla notte e al silenzio. Anche in questo caso, la natura è sempre ritratta rigogliosa, con infinite variazioni di foglie, quasi ad evocare i giardini delle Mille e una notte.  Qui, in una piccola porzione di tela, le foglie diradate svelano un cielo notturno, limpido e stellato che sovrasta una catena montuosa. 
Nella pittura di Berra il disegno e la definizione del contorno predominano e ricorrono,la profondità e i piani sono resi attraverso sottili velature e segni di diverse tonalità di colore. Prevale una sensazione di bidimensionalità, di fatto la pittura di Berra si concentra sulla superficie piuttosto che sui volumi, e la composizione è sempre frontale.
Più ironico e concettuale è “Io a Venezia mentre Gino sta a Roma,” in dialogo con “Io a Roma” (1986) di De Dominicis. 

Thomas Berra, Io a Venezia mentre Gino sta a Roma, 2023, 8x6cm, vetro di murano
Installation view, In quel camminare dove i piedi ti portano, Thomas Berra, 2023, Ca Pesaro, Venezia. ph. Riccardo Banfi

Si tratta di un piccolo leoncino di vetro di Murano posizionato direttamente sopra la cornice del quadro di De Dominicis.   È immediato il riferimento alla tradizione artigianale dei maestri vetrai della laguna, così come è spontaneo collegarlo a un riferimento più attuale, mondano e decadente. Il leoncino in vetro soffiato è un tipico souvenir della città di Venezia.  Un simbolo da portare a casa di una città vessata e presa in ostaggio dal selvaggio turismo di massa.
A proposito di “Ci incontreremo tra le stelle,” la critica Rossella Farinotti sottolinea: «La poetica di Thomas richiama quell’ “etica del viandante” predicata da Galimberti: “a differenza del viaggiatore, il viandante non ha meta”. Anche i due personaggi incisi sul gesso nero sembrano placidamente chiacchierare tra loro senza fretta, forse, appunto, senza meta. In questa scultura Thomas rappresenta ancora una casa sopra le loro teste. Di nuovo un luogo da raggiungere. Ma senza urgenza. Ciò che conta è il cammino».
Infine “Lo soffia il cielo”, sei disegni su carta Rosaspina realizzati in carboncino. 
Si tratta di una sequenza di immagini, una narrazione illustrata di episodi vissuti, sognati o semplicemente desiderati. La grassa e profonda pasta nera del carboncino segue sapientemente le linee veloci e tremanti del disegno, eseguito con una mano che preme sulla carta senza esitare ad affondare i suoi colpi.
Nel suo testo di accompagnamento, Farinotti sintetizza così l’intero intervento dell’artista: «Ogni opera racconta un episodio: piccole narrazioni che, assorbite e guardate insieme, rappresentano un contesto intimo, ma che può essere universalizzato. Ogni lavoro è una traduzione di una visione o di un’esperienza che Berra restituisce trovando soluzioni estetiche e creando una traccia equilibrata e fluida. L’ordine narrativo si bilancia tra pensiero, sogno, segno pittorico e bellezza. Il verde della natura – resa attraverso elementi dall’apparenza decorativa – diventa un rifugio per l’osservatore: un giardino dipinto necessario per l’anima. Berra ha così “fatto giardino”, per riprendere ironicamente le parole di Andrea Pinketts che, attraverso questa combinazione di termini, in un suo romanzo ha voluto sovvertire un sistema di regole ricreandone di proprie. Come il pittore che qui, per rimettere in ordine un caos fatto di ostacoli e difetti quotidiani, alleggerisce le narrazioni del reale attraverso una rigenerazione basata sul paesaggio, attraverso un cammino tracciato.»

Thomas Berra, Lo soffia il cielo, 2023, 100x70cm, carboncino e pastello su carta
Thomas Berra, Ci incontreremo tra le stelle, 2023, acrilico e inchiostro su gesso
Installation view, In quel camminare dove i piedi ti portano, Thomas Berra, 2023, Ca Pesaro, Venezia. ph. Riccardo Banfi