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NEW GENERATIONS a Torino, grazie a Almanac, Cripta 747 e Mucho Mas!

Il 12 settembre ha inaugurato la mostra finale di New Generations, il laboratorio che ha coinvolto sette giovani artisti attivi nel territorio piemontese selezionati tramite open call. Il board di professionisti – Emanuel Almborg, Lucrezia Calabrò Visconti, Gail Cochrane, Guido Costa, Guido Santandrea e Cally Spooner – e i team curatoriali dei tre spazi indipendenti […]

Torino. Almanac Inn. 2023. New Generations Exhibition.
Italy. Torino. Mucho Mas! Artist-run Space. 2023. New Generations Exhibition.

Il 12 settembre ha inaugurato la mostra finale di New Generations, il laboratorio che ha coinvolto sette giovani artisti attivi nel territorio piemontese selezionati tramite open call. Il board di professionisti – Emanuel Almborg, Lucrezia Calabrò Visconti, Gail Cochrane, Guido Costa, Guido Santandrea e Cally Spooner – e i team curatoriali dei tre spazi indipendenti hanno affiancato gli artisti durante il workshop e hanno seguito la produzione dei lavori che compongono la mostra. Suddiviso negli spazi di Almanac Inn e Mucho Mas!, il percorso espositivo include le opere degli artisti: Giorgio Andreoni, Claudia Catanzaro, Flaminia Cicerchia, Brenno Franceschi, Alessandro Manfrin, Deborah Martino, Gabriele Provenzano.

Un public programme strutturato da una serie di crit e altre attività aperte al pubblico accompagna la mostra visitabile fino al 8 ottobre.
Almanac, Cripta747 e Mucho Mas! ci hanno raccontato come si è svolto il progetto.

Barabra Ruperti: Come nasce il progetto New Generations?

Almanac: Quando abbiamo proposto a Mucho Mas! e Cripta747 di sviluppare assieme New Generations volevamo realizzare un progetto che rispondesse ai bisogni del territorio, in particolare alla giovane scena emergente. Lavorare con giovani attivi in Piemonte e portarli a riflettere sul presente è stato il punto di partenza del progetto. 
Noi di Almanac dedichiamo gran parte della nostra attività alla formazione che spesso coincide nel commissionare e seguire nuove produzioni, o in residenze, crit o mostre personali, ma ci interessava sviluppare un programma rivolto proprio al territorio e ai suoi attori più giovani. 
Qual era il modo più efficace? Fare una partnership con realtà affini e vicine. Almanac Inn, Cripta 747 e Mucho Mas! sono spazi che operano in modo simile, spesso in maniera complementare, e sono vicini geograficamente – situati nella stessa area – il che ha reso le cose sicuramente più interessanti e vivaci. Ci siamo inizialmente chiesti come rendere più efficace il nostro operato nei confronti di artisti che stanno ancora studiando o che hanno terminato da poco gli studi. Fare rete era un fattore essenziale per avere un impatto concreto, oltre che dare maggiore visibilità al progetto. Il format di New Generations si basa su iniziative già collaudate in altri contesti, ma tradotto per il contesto locale e pensato per alternare 3 fasi, una di formazione, una espositiva e una di confronto e dialogo con il pubblico e la scena artistica torinese.
New Generation è iniziato con un’open call che ha permesso a 7 selezionati di partecipare ad un ciclo di laboratori della durata di dieci giorni con il contributo di tutor internazionali e locali che, grazie alle loro professionalità, potessero offrire diverse prospettive e feedback sulle pratiche degli artisti selezionati.

Cripta 747: Durante il corso di studi è difficile farsi un’idea di quello che capita veramente nel mondo dell’arte. Questa riflessione ha rivestito un ruolo centrale nell’ideazione del progetto. Il titolo, o meglio, la suggestione che accompagnava l’open call si riferiva proprio a questa domanda: come le ricerche artistiche contemporanee possano rispondere alle urgenze del nostro presente. 

Mucho Mas: Per la buona riuscita del progetto era necessario poter attivare anche una forma di dialogo tra gli artisti. Una condizione che oggi come oggi non è molto presente perché la società richiede di perseguire un concetto di singolarità, di muoversi in una maniera completamente autonoma rispetto al gruppo. Invece un progetto dedicato al confronto con i tutor ma anche soprattutto tra pari, incoraggia gli artisti a relazionarsi tra di loro, a mettersi a confronto per riuscire a ragionare sulla contemporaneità a tutti gli effetti. Questa è stata una delle grandi esigenze che ha portato alla creazione di questo workshop.

Italy. Torino. Almanac Inn. 2023. New Generations Exhibition.

BR: A chi era rivolta l’open call che ha aperto a giugno?

Almanac: A studenti e neolaureati. Abbiamo deciso di aprirla a tutti i percorsi di studio, non solo alle Accademie. Questo perché negli anni ci è capitato di lavorare con artisti che non provenivano dalla formazione di arti visive, ma da altri percorsi, per esempio da architettura o filosofia, che dopo gli studi hanno proseguito verso diverse direzioni, dalla performance alla fotografia. Abbiamo quindi deciso di allargare la call a chiunque sul territorio avesse avuto formazione o esperienze nel settore: laureandi, neolaureati o specializzandi. 

Mucho Mas!: Questa scelta rispecchia la nostra esigenza di amplificare il più possibile il concetto di dialogo. Dal momento che si includono persone che hanno origini completamente diverse, si può aprire una discussione vera e propria riguardo alle esigenze del contemporaneo. 

Quali sono stati i criteri che vi hanno guidati nella selezione dei sette giovani artisti che hanno partecipato al progetto?

Almanac: Sicuramente l’attinenza alla domanda centrale: come il loro lavoro risponde alle urgenze del presente. Ognuno di noi ha visionato i portfolio e segnalato le proprie preferenze, la matematica ha fatto il resto. 

BR: Partendo da questa domanda, quali direzioni ha intrapreso la riflessione all’interno del gruppo e come sono confluite nel lavoro dei singoli artisti?

Mucho Mas: Se n’è parlato nel corso dei laboratori attraverso diverse occasioni di confronto, sotto forma di brainstorming e altre tecniche di dialogo di gruppo. Questo workshop è partito in maniera molto semplice: c’è stato prima un confronto vero e proprio con noi, me (Luca Vianello ndr), Guido Santandrea (Almanac ndr) e Gail Cochrane dove abbiamo cominciato proprio a ragionare cercando di capire in profondità qual era la loro pratica. Da lì si sono attivati dei piccoli “giochi”, dove con i partecipanti si sono raccolte parole di idee, concetti, stimoli, urgenze che potevano ricollegarsi alla pratica che avevano presentato. In parallelo quindi analizzato insieme tutti i loro portfolio in crit collettivi andando a identificare quale poteva essere stata la loro prassi durante il periodo di produzione e per attivare un dialogo tra i partecipanti e lo scambio di feedback. Dopo questa fase sono seguiti sequenzialmente tutti gli interventi dei tutor invitati: Emanuel Almborg, Lucrezia Calabrò Visconti, Gail Cochrane, Guido Costa, Guido Santandrea e Cally Spooner. Al termine dei laboratori, fino al mese di agosto, c’è stato un momento libero per metabolizzare, per permettere all’esperienza di decantare, e produrre i lavori per la mostra finale.

BR: Parliamo ora della mostra di settembre. Come si è sviluppato il percorso suddiviso tra i due spazi espositivi di Almanac e Mucho Mas?

Mucho Mas: Durante tutto il mese di agosto ci siamo concentrati sulla produzione della mostra. Avevamo stipulato di svolgere diverse tipologie di incontro privato con loro: delle call specifiche a tu per tu per capire in che direzione stava andando il lavoro e come potevamo aiutarli a focalizzare al meglio il loro progetto. La cosa interessante è stata che le due mostre che compongono New Generations si sono formate in modo molto spontaneo. Questo perché per esigenze personali gli artisti hanno iniziato a lavorare su delle tematiche comuni, che noi non avevamo imposto ma che hanno dato due risultati molto evidenti. Ed è stato interessante per noi, perché non abbiamo effettivamente indirizzato il risultato in una maniera specifica, ma sono stati gli artisti a guidare il proprio lavoro in una direzione specifica. Chi in una maniera, chi nell’altra, alla fine si sono combinati e la divisione in due gruppi è avvenuto in modo molto organico. 

Italy. Torino. Mucho Mas! Artist-run Space. 2023. New Generations Exhibition.

BR: E quale forma hanno preso i due percorsi di mostra?
 
Mucho Mas: Non crediamo che la mostra si debba vedere in due direzioni separate. Sono due visioni del contemporaneo, anzi, sono sette visioni del contemporaneo, che però vanno a collimare tra loro in maniera molto simile o molto contrastante.

Almanac: Da una parte, nello spazio di Mucho Mas, emerge un carattere più effimero, etereo, legata al corpo, alla memoria e alla dimensione più intima, sognante, utopica. Mentre dall’altra, qui da Almanac, si delinea una dimensione legata alla rabbia, alla paura, all’esaurimento che però sfocia anche nell’ironia, nella performatività, nella disfunzionalità degli strumenti che ci vengono forniti dalla società, come nel caso delle mappe concettuali di Gabriele Provenzano o degli antistress di Alessandro Manfrin. Sono prospettive molto diverse ma riflettono su necessità affini. 

Mucho Mas: Noi l’abbiamo riconosciuta seguendo il loro lavoro in questi mesi. Ma ci siamo accorti che a un certo punto della progettazione loro stessi hanno iniziato a ragionare su una collocazione specifica, a immaginarsi la propria opera dentro allo spazio più affine al loro lavoro. Per esempio Claudia Catanzaro ha immaginato di ambientare la sua performance da noi o il video site specific di Deborah Martino, i disegni di Brenno Franceschi e il prontuario di Flaminia Cicerchia,  mentre la mappa di Gabriele Provenzano e i video di Alessandro Manfrin e di Giorgio Andreoni sono stati ideati per gli spazi di Almanac. E questo senza conoscere i progetti l’uno dell’altro. Crediamo sia stata una conseguenza della condivisione dell’esperienza di workshop: le tematiche che sono emerse che venivano identificate come gruppo ma anche singolarmente perché era il singolo che portava la sua esperienza nel contemporaneo. 

BR: E  tutto continua con il public program.

Almanac: Si, il 22 e 28 settembre e il 5 ottobre si terrà una prima una serie di crit con gli artisti in gruppi di due o di tre da Cripta747. Si è pensato così di aprire un confronto tra artista e pubblico dove sarà l’opera a parlare: il punto di partenza per una riflessione condivisa. Con i crit vogliamo aprire nuovamente il dialogo, dalla dimensione del laboratorio tra i partecipanti e i tutor, al pubblico esterno. Il pubblico avranno modo di visitare la mostra e poi recarsi al crit. L’intento è quello di utilizzare le opere come strumento di attivazione di una discussione collettiva.

Cripta747: E poi al termine di ogni crit si terrà da Almanac una cena su prenotazione con delle attività stabilite dagli artisti. Questa sarà l’occasione per aggiungere un’ulteriore forma di approfondimento sulle tematiche emerse durante il workshop. Con la differenza che saranno però vissute in maniera più conviviale. Con queste attività intendiamo mantenere l’idea di energia circolare che ha guidato tutto il progetto.

BR: Pensate di proporre una seconda edizione?

Mucho Mas: Sì, la prospettiva è di dare continuità al progetto. Questo per noi è stato una sorta di episodio pilota, di punto zero che ci serve per riflettere sull’impatto del progetto, sui suoi punti di forza e sugli aspetti che, invece, si possono ancora perfezionare. È questo il ruolo del pilot, verificare un’attività e darle continuità. Anche perché crediamo che possa produrre degli effetti positivi per tutti gli attori coinvolti. Non è solo una possibilità per i giovani artisti, ma anche uno strumento necessario per il territorio per promuovere l’arte emergente. Ed è molto funzionale anche per noi perché ci consente di fare ricerca nel territorio in maniera molto diretta. E anche molto divertente, per quel che ci riguarda.

Italy. Torino. Almanac Inn. 2023. New Generations Exhibition.
Team New Generation 2023