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Jadé Fadojutimi. Why wilt when? When wilt why? A smile can appear in an echo of laughter | 
Zweigstelle Capitain IV – Palazzo Degas, Napoli

Why wilt when? When wilt why? A smile can appear in an echo of laughter è la personale di Jadé Fadojutimi che apre il quarto capitolo di Zweigstelle Capitain, progetto espositivo itinerante lanciato nel 2022 dalla Galerie Gisela Capitain con l’intento di creare una piattaforma espositiva mobile, in grado di risignificare lo spazio della galleria […]

Jadé Fadojutimi. Why wilt when? When wilt why? A smile can appear in an echo of laughter | Zweigstelle Capitain IV – Palazzo Degas, Napoli – Courtesy Jadé Fadojutimi and Galerie Gisela Capitain, Cologne – Photo: Alwin Lay
Jadé Fadojutimi. Why wilt when? When wilt why? A smile can appear in an echo of laughter | Zweigstelle Capitain IV – Palazzo Degas, Napoli – Courtesy Jadé Fadojutimi and Galerie Gisela Capitain, Cologne – Photo: Alwin Lay

Why wilt when? When wilt why? A smile can appear in an echo of laughter è la personale di Jadé Fadojutimi che apre il quarto capitolo di Zweigstelle Capitain, progetto espositivo itinerante lanciato nel 2022 dalla Galerie Gisela Capitain con l’intento di creare una piattaforma espositiva mobile, in grado di risignificare lo spazio della galleria e, con esso, la progettualità che sta dietro a ciascuna mostra. Zweigstelle Capitain ambisce a creare spazi nei quali incontrarsi e scambiare idee, incoraggiando nuovi contatti tra gli artisti e la cultura del luogo: con queste premesse, integrando pubblico, collezionisti e operatori culturali, l’idea alla base del progetto è quella di interagire con la cultura locale, e la sua scena artistica, anche attraverso un programma dedicato alla musica, alla poesia e alla danza che possa generare un coinvolgimento spontaneo e disinvolto della comunità artistica della città ospitante. Un osservatorio privilegiato e nomadico, dunque, a partire dal quale sviluppare un’idea cangiante di cultura contemporanea. Nel corso delle tre precedenti edizioni – due delle quali svoltesi a Roma – hanno esposto: Isabella Ducrot, Tobias Pils, Ximena Garrido, Jacqueline Humphries, Liza Lacroix, Christopher Williams, Jadé Fadojutimi, Kelley Walker, Marcel Odenbach, Monika Sosnowska, Seth Price, Stephen Prina, Wade Guyton, Zoe Leonard.

Fondata a Colonia nel 1986, la Galeria Gisela Capitain – che dal 2008 collabora anche con la Friedrich Petzel Gallery di New York – porta avanti un programma all’avanguardia che documenta la scena artistica internazionale con uno sguardo analitico che dagli anni Ottanta arriva sino agli anni Duemila, contraddistinguendosi per una scelta di campo caratterizzata dall’ampio respiro. A Napoli, con Zweigstelle Capitain ha scelto come propria location temporanea il Palazzo Degas, ovvero Palazzo Pignatelli di Monteleone, un tempo residenza del pittore Degas, e già setting prescelto per una mostra collettiva che ha visto coinvolte le artiste Isabella Ducrot, Jacqueline Humphries e Liza Lacroix. La straordinarietà dello spazio, situato nel cuore pulsante del centro storico della città, dichiara sin dall’inizio l’intento programmatico di inserirsi nel tessuto urbano, conquistando uno spazio di libertà che coesista pacificamente con la città stessa. Per la quarta edizione ad essere presentate sono un gruppo di opere inedite – dipinti e lavori su carta – dell’artista britannica Jadé Fadojutimi (Londra, 1993), alla sua prima personale in Italia.

Fadojutimi – che nel 2022 ha partecipato alla 59esima Biennale d’Arte di Venezia The Milk of Dreams con tre ambiziosi dipinti [The Prolific Beauty of Our Panicked Landscape; And that day, she remembered how to purr; Rebirth] e che, nonostante la giovane età, è già entrata all’interno di prestigiose collezioni pubbliche, tra cui l’Albertina Museum di Vienna, il Baltimore Museum of Art, il British Museum di Londra, l’Hammer Museum di Los Angeles, il LACMA di Los Angeles, il MET di New York, il Musée d’Art Moderne di Parigi, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Britain di Londra e il Walker Art Center di Minneapolissi contraddistingue per una ricerca ibrida in cui espressioni plurali vengono traslate, mediate e trasposte in pittura; una pittura gestuale, espressiva e vibrante, caratterizzata da segni ampi e cromie vibratili sviluppate su tela, talvolta anche di grandi dimensioni.

Jadé Fadojutimi. Why wilt when? When wilt why? A smile can appear in an echo of laughter | Zweigstelle Capitain IV – Palazzo Degas, Napoli – Courtesy Jadé Fadojutimi and Galerie Gisela Capitain, Cologne – Photo: Alwin Lay
Jadé Fadojutimi. Why wilt when? When wilt why? A smile can appear in an echo of laughter | Zweigstelle Capitain IV – Palazzo Degas, Napoli – Courtesy Jadé Fadojutimi and Galerie Gisela Capitain, Cologne – Photo: Alwin Lay
Jadé Fadojutimi. Why wilt when? When wilt why? A smile can appear in an echo of laughter | Zweigstelle Capitain IV – Palazzo Degas, Napoli – Courtesy Jadé Fadojutimi and Galerie Gisela Capitain, Cologne – Photo: Alwin Lay

In occasione della sua personale napoletana Fadojutimi ha inoltre realizzato un’installazione immersiva, vera e propria espansione dello studio d’artista, da intendersi come spazio creativo e luogo di accadimento del processo. 
Attraverso una composizione dinamica in equilibrio costante tra cromatismo e segno gestuale, nei nuovi lavori di Fadojutimi la subitaneità dell’impatto visivo diviene una chiave di lettura espressiva del quadro stesso, che dilata i propri confini espandendosi, dilatandosi, contraendosi. Una gamma cromatica accesa, dai toni che virano dal viola al blu elettrico, passando per i gialli, i verdi e gli arancioni, fa da contrappunto, nelle tele di medie e grandi dimensioni, al sofisticato tocco intimo dei lavori su carta disposti a formare un coro di voci lungo una ampia parete della seconda sala del palazzo, fogli di uno sketchbook che da annotazione veloce di segni e cromie si trasformano in composizioni ridotte di quanto riportato su tela. 

“Why? Well, why not?“ As beautiful as they seemed, they would only twist her dreams. So she proposed a thought… Why wilt when, when you can wilt why?”: una poesia ad incipit, composta da Fadojutimi, suggerisce all’ultimo verso il titolo stesso scelto per la sua personale. Uno scioglilingua ritmico, un gioco di parole in cui siamo spinti a chiederci cosa/chi appassisca, e perché? A smile can appear in an echo of laughter: alla fine della ricerca un sorriso può emergere dall’ingarbugliato intreccio di risate, un susseguirsi di voci che si rincorrono un po’ come nelle tele, dove a ricorrersi è il groviglio sinergico di segni che, magicamente, dà ordine al caos o, meglio, lo sistematizza, dandogli una nuova semantica. 

Certamente Fadojutimi guarda alla pittura degli anni Ottanta, così come alla pittura segnica delle avanguardie; in questo, però, risuona un aspetto fondamentale che è quello della riappropriazione attualizzata di un linguaggio, mutato e transitato in una nuova dimensione, una dimensione in cui la cultura pop e i ricordi d’infanzia si uniscono a fare del quadro un campo visivo aperto alle suggestioni della percezione. Ecco che il colore si dilata, cola, esplode e si estende, confondendo lo spazio del quadro con quello della visione. Con una significativa integrazione: la parola, sotto forma di componimento in versi, costituisce una chiave di volta ulteriore della pittura di Fadojutimi; i titoli delle opere, allo stesso tempo descrittivi e poetici, imprimono una marcatura significativa nel processo creativo, aprendo il senso a una variabile infinita di livelli che, trascendendo la mera percezione visiva, inglobano lo spettatore in un flusso continuo tra spazio-quadro-corpo percettivo e lirismo. 

La mostra sarà accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo.

La quinta edizione prevista a Napoli per il mese di marzo 2024 ospiterà una mostra dell’artista americano Seth Price. 

Jadé Fadojutimi. Why wilt when? When wilt why? A smile can appear in an echo of laughter | Zweigstelle Capitain IV – Palazzo Degas, Napoli – Courtesy Jadé Fadojutimi and Galerie Gisela Capitain, Cologne – Photo: Alwin Lay
Jadé Fadojutimi. Why wilt when? When wilt why? A smile can appear in an echo of laughter | Zweigstelle Capitain IV – Palazzo Degas, Napoli – Courtesy Jadé Fadojutimi and Galerie Gisela Capitain, Cologne – Photo: Alwin Lay