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Carsten Nicolai. Strahlen / Raggi | FMAV – Palazzina dei Giardini, Modena

La pratica artistica e musicale di Carsten Nicolai, in arte Alva Noto (Karl-Marx-Stadt, oggi Chemnitz, 1965), si muove da sempre nei territori di confine tra la creatività e la ricerca scientifica, indagati attraverso esperienze multisensoriali auto-generative che invitano ad esperire con rinnovate capacità percettive campi di forze e dinamiche naturali sottese all’apparenza fenomenica. FMAV Fondazione […]

Carsten Nicolai, Strahlen / Raggi, FMAV, Palazzina dei Giardini, installation view | ph © Rolando Paolo Guerzoni

La pratica artistica e musicale di Carsten Nicolai, in arte Alva Noto (Karl-Marx-Stadt, oggi Chemnitz, 1965), si muove da sempre nei territori di confine tra la creatività e la ricerca scientifica, indagati attraverso esperienze multisensoriali auto-generative che invitano ad esperire con rinnovate capacità percettive campi di forze e dinamiche naturali sottese all’apparenza fenomenica. FMAV Fondazione Modena Arti Visive dedica all’artista e musicista tedesco una mostra che non ha precedenti in Italia per estensione e importanza: Strahlen / Raggi, ospitata fino all’11 febbraio 2024 alla Palazzina dei Giardini e curata da Lorenzo Respi, espone un nucleo di opere recenti e l’esito di un progetto sviluppato durante il lockdown per la pandemia, presentato al pubblico per la prima volta. Come suggerisce il titolo, i lavori manifestano su di sé le tracce di fenomeni fisici invisibili, come l’irradiamento di onde acustiche ed elettromagnetiche, o visualizzano oggetti matematici astratti; rispondono a modelli di propagazione rigorosi, ma fanno anche tesoro degli “errori”, delle variazioni casuali che possono emergere dalla libera interazione degli elementi costituenti sistemi complessi. Una volta entrato nel salone centrale della palazzina, il visitatore è accolto da un dispositivo dall’aspetto minimale, composto da tre piani orizzontali in vetro costellati e attraversati da bulbi elettrici, che si accendono e si spengono ad intermittenza con cadenza irregolare (transmitter / receiver – the machine and the gardener, 2022). In concomitanza con l’accensione delle luci sono anche generati dei suoni penetranti, ambivalentemente profondi e acuti, schiocchi e fischi che si riverberano. Gli impulsi elettrici e i rumori scaturiscono da un contatore geiger che misura in tempo reale le particelle cosmiche radioattive che, dopo aver vagato nello spazio per migliaia di anni, intercettano l’apparecchio; allo stesso tempo, questa misurazione determina una modulazione del rumore cosmico, captato tramite un’antenna. L’opera si ispira ai giardini zen giapponesi, che ambiscono a riprodurre in miniatura l’ordine geometrico del cosmo; analogamente ad essi, invita l’osservatore a meditare sulla trama di particelle, onde e campi di forza che tutto pervade. Come negli esperimenti di laboratorio, l’artista progetta uno strumento di osservazione utile a registrare un dato fenomeno naturale e fissa i rispettivi parametri di applicazione, compreso il contesto in cui il dispositivo è installato; una volta stabilito il setting sperimentale, si limita ad osservare i risultati di questa operazione e non ha controllo sulle specifiche configurazioni di suoni e luci che vengono a manifestarsi. Se però il ricercatore punta a produrre conoscenza quantitativa, l’artista vede in quella manifestazione spontanea il riflesso sublime delle dinamiche della natura e coinvolge chiunque si avvicini all’opera nella contemplazione dell’invisibile.

Carsten Nicolai, Strahlen / Raggi, FMAV, Palazzina dei Giardini, installation view | ph © Rolando Paolo Guerzoni

Segue nella sala successiva la restituzione dei risultati di un altro processo di registrazione, svolto in un setting sperimentale stavolta dislocato su tutto il globo (ray collector, 2022-23). Nel febbraio 2022, durante il lockdown, Nicolai ha spedito per posta dieci pacchi da Berlino verso dieci diverse località situate su isole remote disperse nel mondo, da Grímsey (Islanda) ad Aogashima (Giappone), da Socotra (Yemen) a Bridgetown (Barbados), da Hanga Roa (Cile) a Colonia (Micronesia). Ciascun pacco conteneva una cassetta a nastro magnetico, una pellicola bianco e nero e una pellicola negativa a colori ed erano tutti destinati ad un fantomatico “Mr. Nemo”, dal nome del capitano del sottomarino di Ventimila leghe sotto i mari; trattandosi di un’identità fittizia, dopo viaggi di decine di migliaia di km fino alle rispettive destinazioni era stato previsto il ritorno al mittente di tutti i pacchi. Le pellicole e i nastri magnetici contenuti in ciascun imballaggio hanno pertanto registrato con le loro superfici sensibili le tracce lasciate dalle onde e dalle radiazioni elettromagnetiche a cui sono stati esposti durante il loro peregrinare – i raggi x degli scanner di sicurezza degli aeroporti, campi magnetici di vario tipo –, divenute così visibili e persino udibili, dato che le impressioni registrate dalle cassette a nastro magnetico sono state convertite in suoni. In mostra sono esposti i dieci pacchi con i rispettivi contenuti e una pubblicazione, il vero esito artistico del progetto secondo Nicolai, che documenta l’operazione mediante mappe geografiche e le trascrizioni delle tracce. L’artista ha anche prodotto un vinile con tutti i suoni registrati. “Questi oggetti hanno subito l’influenza di campi e forze di cui normalmente non abbiamo percezione – ha commentato l’artista in sede di conferenza stampa – perché la capacità percettiva degli esseri umani è molto limitata. È un po’ il fil rouge di tutte le opere: come questi fenomeni influenzano le nostre vite senza che noi ne abbiamo reale sensibilità. Come la forza di gravità, una forza che determina ogni momento del nostro essere, ma di cui non abbiamo una vera e propria percezione”. Nella stessa stanza è presente anche un duplice omaggio tributato da Nicolai alla memoria dell’amico artista, musicista e compositore Ryūichi Sakamoto (1952-2023), scomparso recentemente, nella forma di due grandi quadri astratti realizzati in gesso, vernice vinilica e seta su legno ispirandosi al design del cofanetto che raccoglie la riedizione dei cinque dischi della serie V.I.R.U.S., prodotta nel 2002 dai due musicisti; le campiture rosse, bianche e color crema sono organizzate matematicamente in base al sistema cromatico sottrattivo (v.i.r.u.s. for ryūichi s. I e v.i.r.u.s. for ryūichi s. II, 2023). L’omaggio è anche dovuto al fatto che fu proprio per una performance musicale insieme all’amico che Nicolai fu invitato per la prima volta a Modena.

Carsten Nicolai, Strahlen / Raggi, FMAV, Palazzina dei Giardini, installation view | ph © Rolando Paolo Guerzoni

Nella sala opposta rispetto alla rotonda centrale, scandiscono le pareti vari studi visivi tratti dalla serie formula e realizzati tra il 2016 e il 2018. Dalle superfici bianche e nere affiorano pattern complessi di linee sottili, che si modulano in archi, sinusoidi, simmetrie, riverberi pulsanti. Ogni composizione è la traduzione grafica di formule ed equazioni matematiche, come impronte reificate delle leggi armoniche che si ritrovano inscritte in tanti fenomeni della natura, dalla conformazione delle piante all’increspatura della superficie dell’acqua. Ispirandosi alla musica fondata su modelli fisici e matematici del compositore, ingegnere e architetto greco Iannis Xenakis (1922-2001), Nicolai orchestra partiture che visualizzano la rete di leggi e dinamiche naturali che tiene insieme ogni cosa. La stessa disposizione lineare delle stanze della palazzina genera una trama di relazioni, tesa tra i due estremi opposti dell’edificio, in cui sono collocate simmetricamente due versioni di reflektor distortion (2016). In entrambi i casi la luce di sedici neon verticali si rispecchia sulla superficie dell’acqua contenuta in una vasca circolare rotante. L’unico aspetto che le differenzia è il colore della parete e del contenitore: bianco e nero, positivo e negativo si controbilanciano da un lato all’altro della mostra. Il livello dell’acqua dà l’impressione di alzarsi e di abbassarsi per la forza centrifuga determinata dalla rotazione a velocità variabile della vasca, mentre le onde sonore prodotte da altoparlanti a bassa frequenza inducono increspature sulla superficie del liquido, le quali a loro volta modulano i riflessi in pattern sempre diversi. Dispositivi per la contemplazione di “raggi” cangianti di luce, trovano il perno del loro equilibrio nella macchina che si accende al contatto con le particelle radioattive, situata al centro del percorso espositivo; il risultato è un campo di forze e di corrispondenze, che restituisce riflessi opalescenti del reale.

Carsten Nicolai, Strahlen / Raggi, FMAV, Palazzina dei Giardini, installation views | ph © Rolando Paolo Guerzoni